Rafe Cameron

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"Allora, Sarah, come stai?" la abbracciai prima di entrare in casa.
Quel giorno lo avevo passato con lei, Topper, Rafe e un loro amico che conosco vagamente, tra alcool e risate, e Sarah ha bevuto un po' troppa vodka.
"Bene, diciamo, mi esplode la testa, non ce la faccio più" si prese la testa tra le mani, abbassando il tono di voce così tanto che faticai parecchio a capire ciò che diceva.
"Tranquilla, vedrai che passerà in fretta. Però se vuoi un consiglio, non prendere un'aspirina o finirai per vomitare anche il cenone di Natale del 2006" rise leggermente scuotendo la testa, come se potesse eliminare il suo dolore fisico.
"Comunque, che ci fai qui?" alzai le spalle guardandomi in torno, senza vedere nessuno.
"Tuo fratello" mi limitai a dire sorridendo leggermente vedendo il suo sorriso ampliarsi, non vedeva l'ora di sentire quelle parole.
"É in camera sua" le sorrisi ringraziandola mentre mi incamminavo verso le scale.
"Dunque, ora, state insieme?" la guardai spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Può darsi"
"Può darsi non é no" sorrisi guardandomi i piedi.
"Non é no" ripresi a salire le scale, notando ugualmente il sorriso sul volto della sorella di quello che era il mio ragazzo.
Probabilmente se sarebbe venuto a conoscenza di quello che avevo appena detto a Sarah mi avrebbe uccisa. Lui mi aveva chiesto di mantenere 'privata', così diceva lui, la nostra relazione, che ormai andava avanti da quasi un anno, perché voleva sentirsi libero e privo di pensieri quando stava con me, non voleva che dei pensieri sulla sua famiglia rovinassero i nostri momenti. Però, quando Sarah me lo ha chiesto, e io le ho dato la conferma, mi sono sentita felice, felice di far sapere agli altri che Rafe era il mio ragazzo.
Arrivai alla cima delle scale in poco tempo, e mi diressi verso la camera di Rafe, la cui porta bianca era chiusa, come al solito. Ogni volta che venivo qui, la porta della sua stanza era sempre, e in ogni momento, chiusa, non importava se lui fosse lì o meno, io ero certa di trovarla chiusa ugualmente. Bussai leggermente, sentendo uno sbuffo provenire dall'interno.
"Che vuoi Wheezie? Ti ho già detto che non voglio parlare di y/n con te" sorrisi leggermente intrecciando le mani.
"E invece vorresti parlare di y/n con me?" sentii dei passi veloci provenire dalla stanza, e, in un batti baleno la porta si spalancò, rivelando un Rafe con i capelli spettinati e il pigiama.
"Ei" mi strinse tra le sue braccia lasciandomi un piccolo e silenzioso bacio sulla nuca, assicurandosi che nessuno passasse per quel corridoio.
"Ei" sussurrai quando sciolse l'abbraccio facendomi entrare nella stanza.
Non era la prima volta che ci entravo, ma quel giorno la puzza di erba sembrava più forte del solito, ma decisi di non fare domande, almeno per quel momento.
"Allora, come va?" sorrisi lievemente posando le mani sul suo collo, per attirarlo a me.
"Bene, adesso bene" vidi un piccolo sorriso comparire velocemente sul suo viso mentre poggiava le mani sui miei fianchi facendo combaciare i nostri corpi.
"Anche io adesso sto bene" gli dissi prima di far combaciare le nostre labbra in un dolce bacio. Misi una mano tra i suoi capelli scompigliandoli lievemente mentre lo sentivo sorridere.
Sapevo che mi amava, sapevo che tra tutte le persone di questo mondo, se avesse dovuto fare una scelta, avrebbe scelto me, e io avrei fatto lo stesso. Amavo quel ragazzo, più di ogni altra cosa, e tra le sue braccia mi sentivo al sicuro, protetta.
Ci staccammo solamente per riprendere fiato, mentre i nostri occhi si incatenarono quasi in modo magnetico. Sorridemmo quasi senza rendercene conto rimanendo abbracciati.
"Sei stupenda" sorrisi a quell'affermazione sapendo che me lo avrebbe ripetuto almeno altre centinaia di volte quella sera.
Un piccolo rumore proveniente dalla porta rovinò il momento, facendo imprecare Rafe, che mi teneva ugualmente stretta a lui.
"Wheezie, ne parliamo domani" urlò per farsi sentire dalla persona che si trovava dall'altra parte della porta.
"Rafe, sono Rose, posso entrare?" e in un batti baleno le sue mani si spostarono dai miei fianchi.
"Si, si, certo, entra" la porta si aprì, rivelando la donna dai capelli chiari con le braccia incrociate al petto. Spalancò gli occhi quando mi vide nella stanza di Rafe, corrugando leggermente le sopracciglia quasi con fare sospetto.
"Oh, y/n, ciao" mi scostai i capelli dal viso con una mano lanciando un veloce sguardo a Rafe, che stava osservando il pavimento, appoggiato contro l'armadio, poco distante da me.
"Salve signora Cameron" le sorrisi lievemente, mentre le mie guance si tingevano di un colore rosato a causa dell'imbarazzo.
"Che ci fai qui?"
"Io sono venuta a recuperare la mia borsa, mi sono dimenticata di riprenderla quando siamo tornati dal giro in barca" la vidi annuire leggermente, lasciandosi cadere le braccia lungo il corpo, senza mai staccarmi gli occhi di dosso.
"Suppongo che tu abbia già fatto, e che quindi tu possa tornare a casa" strinsi la borsa in modo impercettibile, cercando di sorridere nel modo più naturale possibile, lanciando un veloce sguardo a Rafe che, con le sopracciglia aggrottate, stava guardando la matrigna.
"No, rimarrà qua stanotte. I suoi genitori sono via per lavoro e torneranno domani pomeriggio, e mi sembrava giusto farla rimanere qua, per non farla rimanere da sola" abbassai il viso per non far notare a Rose il mio sorriso stampato sul mio volto.
"D'accordo, vado a preparare la camera degli ospiti, allora" sentii Rafe prendere un respiro profondo osservando la sua matrigna con uno sguardo nervoso, nervoso a causa della sua interruzione.
"Non ce n'è bisogno, l'ho fatta preparare io questa mattina. Comunque, come mai sei venuta qui?" Rose si rizzò, ricomponendosi, spostando finalmente il suo sguardo da me, facendomi rilassare, per rispondere alla domanda del ragazzo accanto a me.
"Tuo padre, mi ha chiesto di dirti che, domani mattina, gli farebbe piacere andare a pesca con te"
"Digli che domani mattina non posso" Rose annuì, per poi richiude la porta dopo avermi lanciato un ultimo sguardo.
In poco tempo mi ritrovai nuovamente tra le sue braccia, osservando il suo sguardo, ancora nervoso a causa di Rose.
"Rafe, rilassarti, non é successo niente" posai le mani ai lati del suo viso dandogli un lieve bacio cercando di calmarlo.
"Odio quando bussano a questa dannata porta, soprattutto quando sono con te" sorrisi leggermente, studiando ogni centimetro del suo viso mentre le sue dita giocavano con una ciocca dei miei capelli.
"Non busserà più nessuno da adesso in poi, d'accordo?" mi sorrise annuendo, credendo alle mie parole, o più che altro sperando che fossero vere.
"Hai portato il pigiama?" spalancai gli occhi scostandomi dal ragazzo, posando la borsa sul letto e iniziando a frugare dentro di essa.
"Cazzo, me lo sono dimenticata" portai le mani tra i capelli maledicendomi mentalmente.
"Tranquilla, ti darò dei miei vestiti"

"Mi stanno decisamente larghi" dissi rigirandomi su me stessa davanti allo specchio, osservando i vestiti di Rafe sul mio corpo.
"Decisamente" disse alzandosi dal letto e venendomi incontro.
"Ma ti stanno dannatamente bene" avvolse i miei fianchi con le braccia, dandomi un leggero bacio sul collo.
"Ti amo" rimasi immobile, come se qualcuno avesse fermato il tempo. Quelle parole, due semplici parole, mi fecero esplodere il cuore di gioia. Mi voltai verso di lui, afferrandogli il viso con le mani, dandogli un bacio a stampo, che in poco tempo approfondimmo senza alcuna esitazione.
"Ti amo anch'io" sussurrai prima di lasciargli un ulteriore bacio sulle labbra.

Primo one shoot (non richiesto). Spero vi piaccia!💗

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