STUDENT'S HOUSE 1 - Prologo

6.9K 160 2
                                    

Blythe si fermò di fronte al cancelletto chiuso e guardò la casa a due piani di legno e pitturata in un suggestivo e rilassante verde bottiglia. Il giardino che la circondava, chiuso da un recinto di ferro, era abbastanza curato, grandi alberi ne mantenevano in parte la privacy e un portico era arredato con mobili da giardino di discreta fattura. Tutto sembrava, fuorché una casa per studenti universitari, ma in quel quartiere nessuna lo sembrava. Eppure, su molte di loro, campeggiavano le insegne di varie confraternite e per le strade giravano molti ragazzi: a piedi, in bicicletta, o in macchine. Dalle case e dai giardini giungevano schiamazzi, o musica. Era un quartiere molto attivo, ma non particolarmente chiassoso.

Blythe sistemò meglio la sacca da viaggio sulla spalla e aprì il chiavistello del cancello, per entrare chiudendoselo poi alle spalle.

«Ciao.»

Una voce femminile attirò la sua attenzione e si fermò girandosi di lato.

«Ciao» rispose, sorridendo ad una ragazza afro-americana, con un fazzoletto colorato il testa e in tenuta da yoga. Se ne stava in piedi su un tappetino sistemato sotto uno degli alberi del giardino.

«Cerchi qualcuno?» gli domandò, facendo dei lenti movimenti. Stretta in una lucida tutina, doveva essere uno spettacolo piacevole per tutto il vicinato!

«Mi chiamo Blythe, sono...»

«Il nuovo coinquilino!» esclamò con entusiasmo, per poi corrergli incontro e abbracciarlo come fosse un amico di vecchia data che non vedeva da tempo. «Ti stavamo aspettando!»

Il cancelletto d'ingresso cigolò e i due guardarono il ragazzo che era appena entrato.

«Allyn, lui è Blythe, il ragazzo che stavamo aspettando!» disse lei; l'altro la ignorò borbottando solo qualcosa d'incomprensibile e li superò senza degnarli di uno sguardo.

«Non farci caso, di solito è molto più socievole» sorrise lei, prendendo Blythe sottobraccio e conducendolo verso la casa.

«Io mi chiamo Shamika, con Fay siamo le uniche due ragazze della casa. Poi ci sono Gage, Ricky e Channing. Allyn lo hai appena visto... oh! Channing e Ricky sono lì, stanno cercando di fare non so quale modifica all'auto di Channing. Ragazzi!» attirò l'attenzione di due giovani, sporchi di grasso e sudati.

Gli amici la guardarono. «Lui è Blythe, il nuovo coinquilino, venite un momento, per conoscerlo?»

I due ragazzi si avvicinarono, pulendo le mani con due stracci logori. «Ciao, io sono Channing» lo salutò il tipo più alto, moro e con gli occhi color nocciola. Sul braccio aveva un grosso drago tatuato e, dai tratti somatici, sembrava avere lontane origini asiatiche. «Non ti stringo la mano o ti sporco di grasso» sorrise amichevole.

«Io sono Ricky» intervenne quello più basso, con cortissimi capelli rossi, il viso coperto da efelidi e occhi celesti.

«Piacere di conoscervi» sorrise Blythe; poi, venne condotto in casa da Shamika.

«Gage! Fay!» gridò la ragazza, chiamando i due che mancavano all'appello. Dalla cucina uscirono un ragazzo castano dagli occhi verdi e una ragazza con i capelli biondo vaniglia e occhi celesti. «È arrivato!» aggiunse Shamika, con entusiasmo, indicando Blythe.

Mentre si presentava ai due, dal piano superiore scese Allyn, il ragazzo di poco prima; ignorò tutti ed entrò in cucina, per poi passare di nuovo davanti al gruppetto e tornare al piano superiore.

«C'è di nuovo aria di tempesta» osservò Fay, dando un altro morso alla mela che aveva in mano.

«Stavolta lo prendo a schiaffi» ringhiò Gage, rientrando in cucina.

Shamika ridacchiò, poi condusse Blythe al piano superiore, per mostrargli la stanza che avrebbe occupato nei successivi tre anni.

«In cucina c'è una bacheca appesa al muro, dove trovi le regole della casa e che puoi utilizzare per lasciare eventuali messaggi a ognuno di noi. Ogni venerdì facciamo la spesa, quindi oggi. C'è il cibo che si utilizza in comune per il quale va versata una quota fissa a settimana da ognuno di noi, per cose extra, ognuno pensa per sé. Hai solo quella borsa?» chiese poi, indicando il bagaglio che Blythe teneva ancora sulla spalla.

«No, in macchina ho altre cose.»

«Oh, bene, se vuoi possiamo darti una mano. Intanto lascia quella qui e appena vuoi scendi, così puoi stilare con noi la lista della spesa. Oggi è il turno mio e di Allyn andare al supermercato e, visto l'umore che ha, ti spiacerebbe accompagnarci? Mi farebbe comodo un aiuto in più.»

«Certo, ti accompagno volentieri.»

«Fantastico! Allora intanto scendo» e detto ciò, uscì dalla stanza lasciandolo solo.

Blythe tirò un respiro profondo e abbandonò la sacca da viaggio a terra, guardandosi intorno.

«Come hai detto di chiamarti?» una voce dalla soglia della porta, attirò la sua attenzione; si girò di scatto e incrociò un paio di profondi occhi color cioccolato.

«Blythe. Tu sei Allyn, giusto?» sorrise, cercando di essere più amichevole possibile, anche se l'espressione ombrosa dell'altro non aiutava granché.

L'altro incrociò le braccia al petto, poggiando la spalla allo stipite e lo squadrò da capo a piedi. «Sembri il figo del liceo che gioca a football» osservò, come fosse una cosa dispregiativa.

«Non so se prenderlo come un complimento o una sorta d'insulto» ribatté Blythe senza perdere il sorriso.

«Come ti pare. Io sono gay, tu sei omofobico?» domandò a bruciapelo.

«No.»

«Hai una ragazza?»

«No. Tu hai un ragazzo?» chiese di rimando; stava diventando un terzo grado.

«L'ho mollato oggi, voleva passarmi a un suo amico come regalo di compleanno.»

«Oh...»

«Non che l'altro mi dispiacesse, ma poteva almeno chiedere invece di imporlo, questo mi ha mandato su tutte le furie.»

«Posso immaginare» rispose, accennando un sorriso.

Allyn si staccò dallo stipite, avvicinandosi a Blythe e lo guardò dritto negli occhi, come a volerne carpire qualsiasi segreto. Poi, un lento sorriso gli aleggiò sulle labbra.

«Oh, capisco» sussurrò infine. «Begli occhi» aggiunse ammirando le iridi azzurre di Blythe.

«Grazie» rispose il giovane, senza lasciarsi assolutamente intimidire da quell'atteggiamento sfrontato. «Tu hai un bel culo» aggiunse, tanto per chiarire chi fosse.

«Lo so» gli voltò le spalle e lo lasciò di nuovo solo.

STUDENT'S HOUSE - SerieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora