1) Diventare uomo

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Mettermi a tavolino e guardare indietro alla strada che ho percorso per arrivare dove mi trovo ora, non solo nella mia carriera, ma anche nella mia vita privata, mi affascina. Oggi sono arrivato alla consapevolezza di come ciò che a volte i risultava incomprensibile o eccessivamente difficile, doveva comunque accadere. Tutte le mie esperienze mi hanno preparato a quello che era - ed è ancora - davanti a me. Al inizio per me era un concetto difficile da afferare, ma dopo essere riuscito a interiorizzarlo, sono arrivato al punto di vivere un'esistenza più completa e soddisfacente dal momento che ho deciso di accettare il fatto che il buono, il cattivo e il mediocre sono parti che compongono un tutto. Questa sensazione mi ha liberato sotto molteplici aspetti e mi ha dato la forza di affrontare tutto quello che mi accade. È straordinario pensare che, anche senza possedere questa consapevolezza, a cominciare dai primi giorni della mia vita, stavo già costruendo la mia identità, la mia storia personale.

Gli inizi
Tutto è cominciato con un cucchiaio. Tutti i miei familiari vi racconteranno che la musica è entrata nella mia vita quando ero molto giovane. In famiglia, da parte di mia madre, avevano tutti un'inclinazione per la musica. La domenica pomeriggio ci riunivamo a casa dei miei nonni, e prima o poi qualcuno tirava fuori una chitarra e cominciava a cantare. Mio nonno, per esempio, era un poeta, molto bravo. Le sue improvvisazioni in rima erano romantiche e stilizzate, come non ne ho mai sentite. Mio nonno era un uomo di polso, piuttosto conservatore e completamente dedito alla famiglia. Come gran parte degli uomini della sua generazione era molto macho, ma se c'è una cosa che che ha insegnato a tutti noi maschi che portiamo il suo nome è l'importanza di mostrare rispetto a una donna, la bellezza di amarla, prendersi cura di lei e proteggerla. Era solito dirci:" Una donna va trattata con la sottile delicatezza che usereste con un petalo di rosa". Era ovviamente un inguaribile romantico, una caratteristica che ho senza dubbio ereditato. Fin da quando avevo sei anni, impugnavo un cucchiaino di legno da cucina e lo usavo come microfono per cantare. Passavo ore su ore col cucchiaio in mano interpretando le mie canzoni preferite, brani dei Menudo, o di gruppi rock americani, come REO Speedwagoon, Journey e Led Zeppelin, che era quello che ascoltavano i miei fratelli maggiori in quel periodo. Mi ricordo che molte volte, quando eravamo a casa dei nonni, mentre stavamo tutti seduti sul terrazzo a prendere una boccata d'aria fresca, io mettevo un disco, prendevo il mio "microfono" e cominciavo a cantare. Sono sicuro che all' epoca nessuno poteva lontanamente immaginare che avrei finito per diventare un artista professionista (anche se avevo uno zio che mi diceva sempre:" Quando diventerai famoso, fammi un fischio e verrò a portarti le valigie". Al che io rispondevo molto seriamente:"Certo!". Non c'è bisogno di dire che non ha mantenuto il patto...). Sicuramente si divertivano a vedermi cantare e danzare in giro per casa, ma so che nessuno di loro poteva immaginare che un giorno l'avrei fatto di fronte a decine di migliaia di persone. Per quanto possa sembrare sorprendente, la verità è che fin da quando ero ancora bambino, ho sempre saputo che ero destinato a salire su un palco. Non sono in grado di dire se sia stata una decisione cosciente o se un giorno mi sono svegliato e ho detto: "Voglio fare l'artista." Ma posso dire che ho iniziato gradualmente a rendermi conto di cosa mi sarebbe piaciuto fare, e ho semplicemente cercato di farlo il più spesso possibile. So che ad alcune persone sono necessari diversi anni per capire cosa vogliono fare nella vita, per trovare qualcosa che li appassiona, e capisco che può essere un processo difficile. Ma io sono stato fortunato. Nel mio caso si è trattato di una questione assolutamente istintiva. Anche se all'inizio non facevo altro che afferrare il cucchiaio ed esibirmi per nonni, zii e zie, la cosa mi piaceva molto. In questo caso, penso che fosse qualcosa di più di una fase passeggera: era qualcosa di più potente, perchè quello che era iniziato come un gioco alla fine si trasformò in una vera e propria passione. Lentamente, ho cominciato ad accorgermi che il fatto di catturare l'attenzione degli altri e avere tutti quegli occhi su di me era uno sballo. Mi piaceva sentire che li stavo intrattenendo, che mi stavano ascoltando e quando ricevevo un grande applauso ero infinitamente emozionato. Ancora adesso stare su un palco continua a essere una fonte di energia e di ispirazione. Tutte le volte che mi trovo davanti a un pubblico, che siano venti persone o centomila, sento ancora la forza che mi consumava al tempo delle riunioni di famiglia della mia infanzia.Non so esattamente da dove mi derivi la passione, del palcoscenico, ma in qualche modo sembra che io senta proprio il bisogno di stare sotto i riflettori: voglio che mi vedano... a un certo punto della mia infanzia, una delle mie cugine metteva in scena delle commedie scritte da lei e sono state le mie prime esperienze come attore. Mia cugina aveva soltanto otto o nove anni, ma era incredibilmente dotata di talento per la sua età. A quanto pare la cosa mi piaceva, perchè in seguito, quando andavo a scuola, ogni volta che organizzavano una recita io ero il primo a offrirmi. Ho fatto anche il chierichetto, perchè mi sembra che assistere il prete fosse un po' come stare in scena, dal momento che lui era assolutamente "la star" dello spettacolo. Quando mi trovavo sul palco mi sentivo completo e vivo, quindi naturalmente cercavo tutte le opportunità per procurarmi quella sensazione. Mi accade molto spesso di pensare a cosa sarebbe successo se non avessi scelto questo percorso. E' quasi inevitabile porsi simili domande, ed è interessante immaginare cosa sarebbe stato delle nostre esistenze se non ci fossimo trasformati negli individui che siamo adesso. Cosa avrei potuto fare se non fossi diventato un'artista? Quale altra professione avrei potuto scegliere? Psicologo? Dentista? Avvocato? Mia nonna aveva sempre sperato che diventassi medico, ma purtroppo non sono riuscito a realizzare il suo sogno. Fin dal momento in cui ho capito cosa volevo fare di me stesso, mi sono applicato infaticabilmente a fare in modo che il mio sogno si avverasse. Ma continuo a chiedermi cosa sarei diventato se avessi seguito il consiglio di mia nonna, o se avessi scelto qualche altra strada. Per esempio, a 18 anni, ho sostenuto un'audizione per la Tish School alla New York University, una delle più rinomate scuole di arte drammatica del paese. Pochi mesi prima che cominciassero le lezioni, tuttavia, invece di frequentarle sono andato in Messico a trovare alcuni amici, e li sono approdato - per via di una incredibile coincidenza, non c'è altro modo di vedere la cosa - al teatro. Cosa sarebbe accaduto se avessi continuato a frequentare la NY University? Che direzione avrebbe preso la mia vita se avessi avuto successo nella recitazione invece che nella musica? Il mio itinerario sarebbe stato senza dubbio differente. Mi piace tuttavia pensare che sia che avessi scelto la recitazione, la musica o la danza, sarebbe comunque stato un percorso che alla fine mi avrebbe fatto sentire felice e appagato. La verità è che non conta tanto quello che fai: quello che conta è che ti piaccia e che cerchi di farlo al meglio delle tue possibilità. La passione è un elemento vitale della mia esistenza. Mi considero un sognatore realistico, e la mia vita è piena di intense emozioni. Vivo e sento intensamente. Qualcuno può pensare che è sbagliato vivere in modo così passionale, ma la verità è che, fin da quando ero bambino, è stata la passione che mi ha spinto lungo la straordinaria traiettoria della mia vita, quindi non vedo per quale motivo dovrei smettere. Se non avessi seguito il mio istinto quando ero molto giovane, penso che non sarei mai arrivato a quello che sono oggi. Secondo me, parte della bellezza dell'infanzia risiede nel fatto che è un periodo di sensazioni estreme: quando siamo felici, si tratta di una felicità assoluta, e quando siamo tristi, il dolore è devastante. La vita a quell'età è molto intensa, ma allo stesso tempo e anche completamente pura e genuina. Man mano che cresciamo, impariamo ad attenuare le emozioni che rischiano di sopraffarci e, anche se ho dovuto anch'io crescere almeno fino a un certo livello, mi sono sempre sforzato di mantenere il contatto con il bambino che c'è in me, quel bambino appassionato, energico e felice che non ha mai avuto paura di niente.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 23, 2015 ⏰

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