Loki Into The Lokiverse

1. Cosa sarebbe successo se Thor non fosse stato esiliato su Midgard?

Loki uscì dal portale arancione alle sue spalle, il quale si richiuse su se stesso e svanì in un battito di ciglia. Il dio degli inganni si guardò intorno, speranzoso, aspettandosi di trovarsi nella buia e scialba sala d'ingresso della TVA, luogo che aveva sempre detestato anche se ora avrebbe dato qualsiasi cosa pur di tornarci. Doveva essere la sua TVA, però, con il suo Mobius che lo conosceva, che sapeva come gestire quella situazione catastrofica e che non lo riteneva un completo estraneo.

Loki aveva lasciato quella versione alternativa della TVA non appena si era reso conto di quanto pericolosa fosse, un universo dove Colui Che Rimane era vivo ed era ufficialmente riconosciuto come un dio. Non ci teneva affatto a fare di nuovo la sua conoscenza.

Tuttavia non aveva potuto fare a meno di avvertire quella Variante di Mobius del pericolo che tutti loro stavano correndo, spiegandogli il più frettolosamente possibile la situazione. Forse lui gli aveva creduto, forse no. Loki non aveva tempo per convincerlo: il Mobius che avrebbe saputo aiutarlo era da un'altra parte e lui doveva raggiungerlo il più in fretta possibile.

Aveva rubato un Tem-pad, uno qualsiasi: ormai la linea temporale era stata liberata, il confine tra i vari universi si era ridotto a un filo sottile, facilmente attraversabile. Con un Tem-pad e un piccolo aiuto da parte della sua magia sarebbe riuscito a tornare a casa (o almeno era quello che sperava).

Peccato che il Tem-pad fosse danneggiato. Già, nel rubarlo Loki aveva accidentalmente dato inizio a un piccolo scontro, conclusosi con la vittoria e la fuga del dio degli inganni ma anche con il guasto dell'oggetto in questione. Fu per questo motivo che, quando Loki uscì dal portale e si guardò intorno, ciò che vide non fu la sala d'ingresso della sua TVA, ma le familiari colonne e scalinate della sala dei trofei di Asgard.

Per un momento il suo cuore mancò un battito. Non avrebbe saputo dire se fosse più sconvolgente l'aver sbagliato destinazione (e probabilmente universo) o il ritrovarsi di nuovo a casa, dopo tutto ciò che gli era successo e la certezza che non avrebbe potuto farci ritorno mai più.

Loki si appoggiò con la schiena a una colonna, cercando di ricomporsi e fare mente locale. D'accordo. Doveva aver sbagliato qualcosa nell'inserire il tempo e il luogo d'arrivo. Controllò nuovamente il Tem-pad e dopo un'attenta analisi giunse alla conclusione che non era lo strumento ad essere danneggiato, ma l'incantesimo che aveva lanciato per potenziarlo e permettergli di viaggiare nel multiverso: il suo obiettivo era soltanto quello di ampliare il raggio d'azione, ma la sua magia doveva aver lasciato una traccia troppo potente, un marchio che lo strumento non era riuscito ad elaborare correttamente.

Trasse un respiro profondo. Non poteva rimediare a questo: come ogni stregone sapeva, una volta lanciato un incantesimo non lo si poteva modificare. Tuttavia Loki non si perse d'animo. Non era la fine del mondo, anzi: in qualche modo questo imprevisto restringeva il campo. Tutto ciò che doveva fare era indirizzare la sua magia in modo che lo portasse nel luogo, tempo e realtà desiderati. A quanto pareva, si ritrovò a pensare amaramente, l'anno trascorso al servizio di Thanos a studiare il funzionamento e l'utilizzo del Tesseract non era stato del tutto inutile.

Loki stava per fare un secondo tentativo con il Tem-pad, quando la sua attenzione venne attirata dal rumore del portone che si apriva lentamente. Una parte di lui gli diceva di andarsene all'istante prima di farsi trovare e causare ulteriori guai, ma l'altra, terribilmente tentatrice, era troppo curiosa di scoprire qualcosa a proposito della realtà o tempo in cui era finito.

Perciò Loki si nascose tra le ombre, in silenzio, osservando il portone che si apriva completamente e la figura che ne varcava la soglia, lenta, preoccupata, quasi spaventata. Il dio degli inganni trattenne il fiato, il sangue gli defluì dal volto e lui divenne più pallido di quanto già non fosse, ritrovandosi a indietreggiare ancora di più finché la schiena non premette contro il muro.