Antipasto

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L'odore di disinfettante impregnava l'aria nel bagno, il naso le pizzicava ad ogni inalazione.

Era sicura di non poter più sentire le dita della mano destra, una volta tremanti, con cui aveva dovuto tener premuta una busta di funghi congelati contro il viso.

Dalla sua posizione, seduta a terra, sulle mattonelle del bagno, con la schiena poggiata contro il supporto che il muro stava fornendo, allontanò il sacchetto dalla faccia e lo scartò di lato sul pavimento. Fletté le articolazioni della mano, lo sguardo vacuo fisso sul colore bluastro che avevano assunto i polpastrelli della dita. Le agitò per un pò e poi premette due di quelle stesse dita sulla parte alta del ponte del naso inclinando il capo all'indietro. Con un braccio allungato all'indietro stava tentando di aggrapparsi a qualcosa e una volta riuscita ad acquisire una presa sul bordo frastagliato del lavabo, si tirò verso l'alto, arrampicandosi fino a quando non si mise in posizione eretta.

Afferrò e girò con successo la manopola dell'acqua. Il getto d'acqua, che aveva usato per coprire il rumore patetico dei suoi singhiozzi, si era lentamente fatto più breve, fino a quando l'unica cosa rimasta a scandire i suoi pensieri, erano le piccole gocce che picchiettavano contro il marmo freddo.

Inspirò profondamente e allontanando la mano dal viso, ebbe finalmente il coraggio di guardare la sua immagine riflessa allo specchio. Aveva smesso di tentare di aggiustare il danno tempo prima, quando con mani tremanti si era ritrovata a dover premere un impaccato gelato contro il viso.

Tirò sul con il naso e dando un'ultima occhiata allo casuale allo specchio, fece una smorfia "Non è niente, è stata colpa mia -"

-


"Sei in ritardo." Sentenziò Maria picchiettando con le dita sul quadrante dell'orologio.

"Lo so, lo so", Sabrina si arrampicò su per i gradini, in cima a cui la bionda la stava aspettando a braccia incrociate "c'era traffico."

Maria chiuse gli occhi e lasciò che la bruna le premesse le labbra sulla guancia destra "Tu non guidi."

"Ma il cristiano che m'accompagna tutti i santi giorni, si."

"Perché porti quelle?"

"Quelle cosa?"

La bionda allungò un dito per toccare l'asta degli occhiali scuri che la bruna teneva saldamente sul viso.

"Queste, queste."

Sabrina si passò una mano fra i capelli e iniziò a camminare in direzione dell'ufficio dell'altra donna "C'è il sole."

"Siamo al chiuso."

"La moda, Marì."

Maria la superò per aprirle la porta "Ma -"

"Aò! Te vesti bene tu?", la bruna la squadrò con uno sguardo, che poteva solo presupporre fosse indignato "Non me pare, quindi, statte zitta e cammina che voglio mangiare."

"Sei te che sei in ritardo, come al solito."

"Aridaje- " sbuffò scivolando fra il corpo della bionda e l'entrata, prendendosi un momento per affondare, lentamente, l'angolo del gomito fra le costole dell'altra.

Maria fece una smorfia con le labbra e gemette sommessamente "Ohu ..."

"Cosa?" Sabrina inclinò la testa e si voltò a guardarla da una spalla "ti sei fatta male?"

Maria aggrottò le sopracciglia e fece un passo in avanti, allungò un braccio e con la mano spinse la spalla della donna più bassa, facendola inciampare sui suoi passi.

"Marì!" La bruna strillò.

"Che c'è?"

Sabrina strinse le labbra e le puntò un dito contro "Ti giuro Marì ... "

La bionda le mostrò entrambi i palmi delle mani ridacchiando allo sguardo indignato dell'altra.

-


"Cos'hai li?" Maria si concentrò sul puntellare i resti del suo pranzo, la domanda rivolta alla donna che imitando le sue azioni, se ne stava appollaiata sul lato opposto del divano.

"Un incidente."

Maria inarcò un sopracciglio, lasciò cadere l'aria disinteressata che aveva sfoggiato e puntò lo sguardo sul livido scuro che macchiava la palpebra superiore della bruna "Cosa, sei caduta di faccia?"

Si pentì del tono di voce con cui era venuta fuori la frase, non appena notò le labbra dell'altra donna assottigliarsi in una linea sottile.

"Ho sbattuto su una porta mentre venivo qui, se proprio vuoi saperlo. Sentiti libera di prendermi in giro però."

La bionda avrebbe riso, in altre circostanze, perché era quello che facevano, quello che avevano tra loro. In quel momento, però, c'era qualcosa che non andava. Non le piaceva come si sentiva, come si sentiva l'intera situazione.

Maria le rivolse uno sguardo sinceramente confuso "Una porta? Quale porta?"

Sabrina sbuffò e girò il viso di lato "Pare che n'hai mai visto na porta ... "

"Una mia porta?"

Gli occhi della bruna scintillarono di divertimento e le labbra minacciarono di inclinarsi verso l'alto "Una mia porta", scimmiottò.

"Quella sarei io?" Maria mise da parte il contenitore e la guardò con la testa inclinata.

"No, è tu madre", la bruna alzò gli occhi al cielo quando l'espressione dell'altra non cambiò "si, si, se tu."

Maria inclinò un angolo delle labbra verso l'alto "Per prima- "

"Marì, lascia perdé."

"Sì", non lo stava completamente bevendo "Sei solo ... goffa."

"O e porte tue so fatte male."

Maria ridacchiò, sperava che suonasse sincera. "Guarda dove cammini la prossima volta"

"Non te rispondo guarda ... "

"Vieni qui," batté gentilmente sullo spazio del mobilio non occupato.

"Cosa? Perché?" Sabrina si agitò sul divanò.

"Il tuo occhio, lascia che lo guardi. Dai,"

Gli occhi della bruna si dilatarono e per un attimo riuscì a vedere il panico nascosto dietro la finta spensieratezza, ma poi, era stato un attimo, avrebbe potuto essersi sbagliata.

"T'ho detto che sto bene", Sabrina si mise in piedi, si allungò per prendere la borsa che aveva portato con sé, sul tavolino, e rimise la montatura scura al suo posto sul ponte del naso "devo scappare, ci vediamo un'altra volta."

Maria riuscì a dire qualcosa, solo dopo che la bruna si chiuse la porta dell'ufficio alle spalle, lasciandola sola nella stanza.

"Ci vediamo ... "


Note dell'autrice:

(sto capitolo sta qui bello e caro nelle bozze da più di un mese) Salve a tutti, avevo in mente di scrivere qualcosa di nuovo da un e quest'idea è rimasta dimenticata qui perché non ho mai trovato il tempo di scrivere. Spero che qualcuno apprezzerà quello che ho scritto. Non mi querelate gentilmente, che qua già chabbiamo problemi con la pula.

Ps. Ovviamente le miei fanfic sono sempre abbastanza tristi.

Ps del Pa. RICORDO, CHE QUALSIASI MENZIONE RIGUARDO A VIOLENZA DI OGNI GENERE, È FRUTTO DI FANTASIA (almeno spero)

 ...And the Woman Clothed in SunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora