Avete presente quei film americani dove ad un certo punto una ragazza si trasferisce nella città e durante il primo giorno di scuola fa colpo su tutti? Ecco. Io non faccio parte di quel film. O beh almeno solo in parte. È reale solo la parte che mi sono trasferita in questa nuova città, ma per il resto proprio no. Insomma, ieri è stato il mio primo giorno di scuola e nessuno ma proprio NESSUNO mi ha notata. E comunque come dargli torto insomma chi noterebbe una ragazza come me: capelli lunghi neri e intrecciati, pelle bianca di quelle proprio che fanno capire che vivevi in un posto freddo e che l'oceano non sapevi neanche cosa fosse; poi ho le lentiggini, beh si almeno quelle. Del mio fisico non mi lamento, mi è sempre piaciuto. Comunque il mio primo giorno ieri è andato più o meno così: sono entrata nella scuola e ho cercato il mio armadietto. Ovviamente per una studentessa entrata a metà del terzo anno avevano lasciato un armadietto con la serratura rotta, bah. Dentro c'era un volantino con i corsi e sono corsa a quello di biologia che era il primo che avevo.
Entrata in classe mi immaginavo la scena di quel film di prima dove tutti rimanevano a bocca aperta mentre l'insegnante presentava la nuova studentessa (che sarei io). Invece pensate un po', sono entrata, il prof ancora non c'era e tutti erano in piedi a parlare e a lanciarsi oggetti. Era rimasto un banco in terza fila e uno in prima fila vicino a un ragazzo di quelli che adorano la scuola, tipo quelli con gli occhiali i capelli con la riga in mezzo e l'apparecchio. Ho optato per la terza fila. Nessuno si è girato a guardarmi nonostante fossi nuova. Poi è entrato il professore. E ora. E ora si che viene il bello. PENSATE UN PO'. A quanto pare non ero l'unica nuova ragazza nella scuola e indovinate, SI, lei faceva parte di quel film. È entrata un po' in ritardo proprio mentre il prof di biologia (che tra l'altro è un figone) si stava sistemando l'orologio. Indovinate, SI. Era bella, sul biondo scuro con sfumature chiare (artificiali, comunque) e gli occhi azzurri e belli, MICA COME I MIEI CHE SONO QUASI NERI. E poi ragazzi, certo che aveva stile. Ed ecco che tutti hanno fatto una faccia stupita, si è presentata alla classe: «Ciao io sono Marline, ho sedici anni e frequenterò questa scuola». E IO. ANCHE IO ERO NUOVA. NESSUNO MI AVEVA NOTATA, NEMMENO IL PROF. Ma invece per lei si sono alzati tutti per farla sedere e lei rifiutava ringraziando. E indovinate. Qual era l'unico posto libero rimasto, sì, quello accanto a me, e indovinate dove si è seduta, sì, proprio lì. Era meglio sedermi in prima fila accanto al secchione, ahiela a me. Fatto sta che si è seduta, mi ha salutato e sorriso e anche se non volevo ho ricambiato il gesto. Poi mi ha chiesto come mi chiamassi e io:«piacere, mi chiamo Ginevra ma preferir...» ed ecco che un ragazzo si è messo a parlare con lei e neanche mi dava più importanza.
Comunque quello che cercavo di dirle è che preferisco essere chiamata Ginn.
La lezione è iniziata e era anche intelligente cioè quella ragazza era perfetta. Poi diciamo che le cose che lei sapeva le sapevo pure io, la differenza è che ovviamente se alzavo la mano e la alzava anche lei, il prof a chi faceva rispondere, sì, a lei ovviamente.
Per il resto del giorno le cose sono andate più o meno così. Nessuno si è avvicinato a me perché erano tutti troppo impegnati ad aprire l'armadietto a Marline e a portarle lo zaino o a scambiarsi il numero di telefono. Durante la mensa l'hanno fatta sedere in quello che deve essere il tavolo dei più popolari, insomma ragazzi fighi e ragazze ricche e vanitose e tutti lì ad accoglierla e a farle da leccaculo. Io mi sono seduta su un tavolo in disparte e poi delle ragazze mi hanno addirittura mandata via prima di finire perché volevano sedersi loro a parlare.
Poi finalmente sono tornata a casa. Mia madre mi ha chiesto come era andata e io le ho dato la risposta che voleva sentirsi dire, ovvero "bene". Ma no, non era andata affatto bene. E se volete sapere se mi manca la mia vecchia città? Beh, sì mi manca. Lì c'erano i miei amici ma soprattutto c'era Louis. Io e Louis ci conosciamo da quando siamo piccoli e siamo sempre stati migliori amici. È stata davvero dura separarmi da lui. È quel tipo di ragazzo perfetto, cioè bello, simpatico e affettuoso, e ha fatto un glow up pazzesco quindi piace a molte ragazze ma lui non è il tipo che va con tutte, aspetta quella perfetta. Comunque ora siamo distanti tipo 235km. Vorrei che fosse qui. Ad ascoltarmi, abbracciarmi e a farmi divertire. La mamma dice che forse tra un po' di settimane verrà a trovarci e io non vedo l'ora. Domani si torna a scuola e chissà cosa accadrà. Il mio obbiettivo è almeno trovare un amico.
Mi sta squillando il telefono, è Luois! Ora vado e gli racconto tutto. Solo lui riesce a capirmi. Gli voglio un mondo di bene.
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relocate
Teen FictionGinn, una sedicenne americana, si trasferisce in un'altra città, e dovrà così trovare nuovi amici in una nuova scuola e sperimentare nuovi amori.