Namasté

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Che idea di merda.

No, davvero, l'idea di sua madre di andare a fare yoga (come esercizio per liberare la mente, evitare la rabbia etcc, insomma quelle cavolate buddiste), era stata un'idea che dire pessima era un eufemismo.

Dovevano andare Lele e lei, solo che poi da brava vigliacca si era tirata indietro con una scusa banale del tipo: "Ho lavorato tredici ore, che dici, me lo merito un po' di riposo?" . Tancredi, poi, aveva scelto proprio quel momento per parlare un po' a telefono con Lele visto che tutti i Q4 erano a Roma per passare del tempo con le proprie famiglie. Sua madre, non appena aveva capito con chi stesse parlando a telefono suo figlio, si era subito rallegrata.

A: "Ma certo! Tancredi, accompagna Lele alla lezione di yoga di oggi, vi divertirete molto!" aveva esclamato Antonella strappando il telefono dalle mani di Lele e iniziando a parlare con Tancredi.

A quanto pareva a Tancredi non dispiaceva l'idea di fare yoga, visto che ultimamente aveva avuto problemi a dormire a causa dello stress causato dal lavoro. 

E quindi eccoli lì a fare yoga.

E avrebbe potuto essere anche divertente se solo non fosse che l'istruttrice era davvero fastidiosa. Lo rimbeccava ogni cinque minuti: la gamba più su, respira dal naso non dalla bocca, il braccio destro non quello sinistro. Insomma, a tutti capitava di confondere destra e sinistra, mica tutti erano perfetti, no? Non era come se a twister chiunque non dovesse pensarci sempre un pochino prima di capire qual è il piede destro e quello sinistro. 

Comunque la cosa più fastidiosa era l'istruttrice che non si staccava un attimo da Tancredi. 

Da quando Lele si era accorto di trovarlo effettivamente attraente, il mondo sembrava essersi messo d'accordo contro di lui: aveva cominciato a notare  come le cameriere indugiavano sempre un po' al loro tavolo per parlare con Tancredi o per fissarlo, come anche molti ragazzi lo squadravano dalla testa ai piedi. Tancredi era molto bello, e tutti lo sapevano, solo Lele ci aveva messo mesi per capirlo.  E forse sarebbe stato meglio non farlo, perché gli sarebbero venuti i capelli bianchi dallo stress.  Soprattutto quando l'istruttrice Jessica, lo toccava ovunque per fargli capire meglio le posizioni.

No, meglio non pensarla quella parola, perchè già non strapparle tutti i capelli era difficile, se poi arrivano certi pensieri non sarebbe stato in grado di controllarsi e, di sicuro, non si sarebbe limitato ai capelli. 

Và a fare yoga, Lele. Fa bene al corpo e allo spirito, dicevano.

J: "Espirate, inspirate" stava dicendo la brava ragazza mentre poggiava una mano sul petto di Tancredi, che aveva il tappetino proprio di fronte a quello di Lele (perché secondo Jessica Tancredi era un talento naturale e così Lele poteva seguirlo meglio nei movimenti). 

All'ennesima espirazione a Lele uscì un pesante sbuffo. Stranamente nessuno ci fece caso, a parte Tancredi ovviamente: vide lo sguardo di Lele puntato sulla mano dell'istruttrice ancora sul suo petto e un ghignetto soddisfatto ci mise quattro secondi a formarsi sul suo viso.

Il bastardo.  

T: "Non li senti i Chakra, Lele? Non li senti che si liberano?" gli chiese Tancredi, il sorriso sardonico ancora sulle labbra. 

X: "Io sì!" disse uno dei tre vecchietti presenti alla lezione, "o forse è un principio d'infarto"

Lele avrebbe voluto rispondergli che l'unico Chakra che conosceva era quello che in Naruto usavano per qualche tecnica di combattimento. E ora i suoi Chakra volevano solo strozzare Tancredi. 

Più Tancredi gli piaceva, più voglia aveva di picchiarlo. Era normale? 

J: "Ora preparatevi a fare la posizione del cane. È uno degli asana che compongono il Saluto al Sole. Ogni mattina i cani, una volta alzati,  mettono avanti le zampe superiori e piegano la testa, abbassano la testa e lasciando invece alzare il sedere. Questo fa sì che tutto il corpo si rivitalizzi. Farà bene anche a voi, per stiracchiarvi la schiena. Seguitemi" 

Os / TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora