Adam capì subito che c'era qualcosa che non andava.
La prima cosa che fece non appena le guardie lo riportarono alla sua gabbia fu cercare con lo sguardo lo zaino di Charlie, accanto alla roccia che spuntava dal suolo lì vicino. Ma quello non c'era. Ed era un problema. Anche se non comprendeva ancora bene la natura di Charlie, era certo che l'Almanacco fosse fondamentale per lei. La osservò, per un secondo. Era ancora immobile, sul fondo della gabbia, nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata. La pelle bianca pareva perfino più pallida di prima, e le efelidi che le ricoprivano braccia e spalle risaltavano fra le balze rosse del suo abito da ballo.
Le guardie lo spintonarono dentro la gabbia e fecero per chiudere il cancello dietro di lui, quando, d'un tratto, una voce li fermò.
«Tu!»
Adam si voltò di colpo, giusto in tempo per vedere un trungo caracollare aggressivamente verso di lui. Era basso, alto almeno la metà del ragazzo, e brandiva uno scettro di radici antiche ricoperto di ragnatele. Adam ci mise poco a riconoscerlo: era quello che l'aveva colpito quando erano stati catturati.
La creatura avvicinò lo scettro avvelenato al suo mento. Adam si immobilizzò.
«Ztai vlontano ta Lady Morchella.» minacciò.
Adam boccheggiò.
«N-non sono stato io.» tentò. «Io l'ho solo difesa...»
Lo scettro velenoso si avvicinò pericolosamente al suo naso. Gli occhi vitrei del trungo parevano volerlo fulminare sul posto.
«Non zso ke jioco ztai jocando. Mba liei eeè mia.»
"Lei è mia". Adam sgranò gli occhi, iniziando a scuotere violentemente la testa.
«Cosa? No, amico, guarda che non hai capito.» farfugliò. «Io non voglio... insomma non... ew.»
E Adam capì troppo tardi, osservando lo sguardo oltraggiato del trungo, che forse "ew" non era il commento migliore da fare.
«Ci hanno detto "vivi o morti". Io dico, morti sia.»
E per la prima volta da quando apriva bocca, Adam non ebbe alcun problema a capirlo.
Fece un salto indietro, abbastanza svelto da evitare il colpo del bastone. Non fu una delle sue idee migliori, a dire il vero. Sentì subito le spalle scontrarsi con le sbarre in fondo della gabbia. Il trungo gli rivolse un ghigno tronfio e si fece avanti. Con le dita tozze roteò lo scettro sopra il cappello da fungo e tentò un nuovo affondo. Adam fu più svelto. Afferrò saldamente le sbarre della gabbia sopra la sua testa e si sollevò di peso. Dondolò indietro e, prendendo velocità, colpì il trungo in faccia con entrambi i piedi. La creatura ruzzolò via con un gemito.
Adam fece per uscire dalla gabbia, ma subito le guardie che lo avevano scortato lì – e che fino a quel momento erano rimaste immobili a osservare la scena – si fiondarono su di lui con le punte delle lance brandite nella sua direzione. Era in trappola, non c'era modo in cui avrebbe potuto tenerli a bada tutti.
Il trungo alla sua destra menò la lancia nell'aria. I suoi occhi vuoti si assottigliarono su di lui. Adam poteva vedere le gocce del veleno di cui la lama dell'arma era intrisa colare lungo il manico di legno. In un secondo, la creatura assestò il colpo. Il ragazzo chiuse gli occhi, inerme, incapace di fare altro...
E nulla accadde.
Quando risollevò le palpebre, Adam si ritrovò di fronte ad uno spettaccolo talmente assurdo che dovette stropicciarsi gli occhi un paio di volte per essere sicuro di non starselo immaginando. Le due guardie si erano allontanate da lui di colpo, e ora... stavano combattendo l'uno contro l'altro.
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Le cronache di Counterearth - Il risveglio della fiamma
FantasySecondo volume della saga. Charlotte Clarke è ufficialmente fottuta. Quando riapre gli occhi, dopo aver attraversato il portale, la sua testa è un caos completo. Non sa dove si trova. Non sa cosa fare. Non sa che giorno sia. Non sa dove siano April...