Capitolo 2
Se avessi una moneta per ogni volta
che un fungo gigante ha provato a sedurmi
avrei due monete, ma è strano che sia successo due volteQualcuno stava bofonchiando qualcosa sopra di lui.
«Mbeli zono gnimubani. Kusto ie unio imbrido.»
Ibrido. Questo fu tutto quello che Adam riuscì a capire. Il suo corpo formicolava, segno che stava iniziando a riprendere sensibilità. Cercò di riaprire gli occhi, ma le figure che lo circondavano erano ancora troppo sfuocate.
Poi sentì delle dita sfiorargli la schiena.
Si alzò di colpo, con la testa che gli pulsava talmente tanto che era sicuro di essere sul punto di svenire di nuovo. Indietreggiò, strisciando con il sedere sul terreno polveroso. Si tastò il petto, ancora intorpidito, e fu così che si rese conto di essere senza maglietta.
Strizzò gli occhi, e finalmente le figure acquisirono un senso.
Due ragazze lo osservavano inginocchiate di fronte a lui. Si scambiarono uno sguardo ammiccante e un risolino. Adam ci impiegò un paio di secondi a rendersi conto che non erano ragazze.
La pelle di una era rosa confetto, mentre quella dell'altra azzurrino pastello. Avevano braccia e gambe ricoperti da bozzi bianchi, e indossavano dei vestiti corti e trasparenti fatti di muschio, che a stento coprivano loro il seno e l'inguine. Adam distolse lo sguardo, arrossendo, concentrandosi sui loro volti. Gli occhi verdi privi di pupille lo osservavano da dietro delle lunghe e spesse ciglia colorate. In testa, dei cappelli di fungo.
Esemplari femminili di trungo.
Il ragazzo si sfiorò la schiena nel punto in cui le dita delle trunghe lo aveva toccato e sentì con i polpastrelli le cicatrici che gli percorrevano la pelle. Strinse le labbra e strappò la camicia che la trunga rosa reggeva fra le dita, per poi rinfilarsela velocemente. I suoi movimenti bruschi dovettero spaventare le due creature, che subito si alzarono in piedi e corsero via, chiudendosi la pesante porta della gabbia alle spalle.
Gabbia. Adam era in una gabbia.
Si guardò attorno. C'erano altre due gabbie affianco alla sua. In una c'era Jeanne, priva di sensi alla sua sinistra, e nell'altra c'era Charlie, nella stessa situazione. Erano in una specie di caverna, ma il soffitto era così alto che Adam non riusciva a scorgerlo, e degli alberi parevano spuntare dalle pareti. Solo dopo alcuni secondi, quando i suoi occhi iniziarono a mettere bene a fuoco le figure in lontananza, si rese conto che quelli non erano alberi, ma funghi alti decine di metri, le cui lamelle apparivano quasi fluorescenti nel buio che li circondava. Le uniche fonti di luce oltre a quelle erano delle lucciole che vagavano libere attorno a loro. Con la coda dell'occhio, Adam vide lo zaino di Charlie, abbandonato accanto ad una roccia ad una decina di metri da loro.
Jeanne si lasciò sfuggire un lamento basso.
«Jeanne, ehi, svegliati.» tentò di richiamarla il ragazzo, sporgendosi verso di lei attraverso le sbarre della gabbia.
La figlia del fuoco aprì lentamente le palpebre. Aveva gli occhi rossi e la pelle era ancora troppo verdognola.
«Che... che succede?»
Si guardò attorno, sfiorò le sbarre e sbuffò.
«Ah. Capisco.»
«Pensi di potere... che so... sciogliere i lucchetti con il fuoco o qualcosa del genere?»
«Credi che se avessi potuto usare il fuoco non avrei ridotto in cenere questi figli di puttana prima che potessero avvelenarmi?» ribatté dura. «Ho perso i fiammiferi nel portale.» sbuffò.
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Le cronache di Counterearth - Il risveglio della fiamma
FantasySecondo volume della saga. Charlotte Clarke è ufficialmente fottuta. Quando riapre gli occhi, dopo aver attraversato il portale, la sua testa è un caos completo. Non sa dove si trova. Non sa cosa fare. Non sa che giorno sia. Non sa dove siano April...