2. Coniglio di pezza

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Tipo: Oneshot
Ship: Kakucho x Izana
Prompt: Il racconto dimenticato.
Rating: Giallo

Non capisci ciò che hai fino a quando non lo perdi
Non capisci di volare fino a quando poi non cadi
Sono sul tetto del mondo
Sembrate così piccoli visti da qua in alto sopra la città
Avrei potuto fare di meglio
Ma sono sempre stato più grande rispetto alla mia età
Ho una forza incredibile nell'andare avanti
Riuscire ad essere invisibile agli occhi degli altri
Un cuore di ghiaccio e una fiamma nel petto
Ho quattro superpoteri ma non riesco ad essere me stesso

Il quartiere di Shibuya era sempre stato tra i più affollati di Tokyo, gremito di persone a qualsiasi ora del giorno e anche della notte.
Quella sera in particolare -nonostante il vento gelido che fischiava- non aveva fatto eccezione.
Forse se fosse stato un altro giorno, la cosa avrebbe infastidito terribilmente Kakucho, ma in quel momento tutto il casino dei locali notturni, sembrava l'unica cosa in grado di non fargli sentire i suoi pensieri.
"Cazzo, oggi è proprio il giorno più freddo dell'anno!" Le imprecazioni colorite dei clienti che entravano nel locale per scaldarsi, affollavano la stanza, mentre il moro ancora si chiedeva cosa ci facesse là quella sera.
Kakucho ormai aveva diciassette anni e per ognuno di essi gli sembrava di aver accumulato talmente tanti problemi, da averne perso il conto.
Fece cenno al barman di versargli un altro bicchiere e questi afferrò velocemente la bottiglia di brandy, versandone una generosa quantità senza mai guardarlo in faccia.
Kaku lo aveva capito da subito che se la stava facendo sotto e d'altronde non se ne stupiva, perché il suo aspetto -soprattutto grazie alla cicatrice che gli attraversava l'occhio cieco- era ben diverso da quello di un ragazzino.
A dargli la conferma del fatto che sembrasse ben più grande della sua età, fu l'arrivo di una ragazza più grande di lui, che si sedette proprio al suo fianco.
Era bella, aveva i capelli tinti di biondo e gli occhi scurissimi, portava un vestito a fiori e non sembrava il tipo da frequentare certi postacci.
"Sei solo per caso?" Gli chiese lei.
"Vedi qualcun altro?" Rispose lui abbastanza scocciato.
"Non sembri molto contento."
"Si può sapere cosa vuoi?" Sbottò abbastanza irritato, era l'unica sera in cui aveva scelto di stare solo e non vedeva perché dovesse essere disturbato.
"Il mio ragazzo mi ha mollata e quindi pensavo che-"
"Non sono in vena." Tagliò a corto.
Contro ogni sua aspettativa, la ragazza rimase a guardarlo nonostante il suo rifiuto, addolcendo lo sguardo e cercando un contatto con il suo.
"Guarda che non volevo mica quello, pensavo solo che avremmo potuto parlare un po', visto che anche tu mi sembri avere il mio stesso problema." Kaku allora si voltò a guardarla per la prima volta.
"Ma io non sono stato lasciato!" Sbottò, ma un conato di vomito improvviso lo colse di sorpresa, costringendolo a voltarsi dall'altra parte.
"Ci sei andato giù pesante con l'alcool."
"Non ho bisogno della predica." Ribatté ancora lui irritato.
"Speravo di poter spendere una serata con te, ma adesso non mi sembra più il caso." Si lamentò la ragazza.
"Perché sono troppo ubriaco?" Chiese lui ironico.
"Perché stai pensando a qualcun altro." E dopo quella frase rimase così stupito, da non avere più niente di cui ridere.
"Approposito tieni, prendi questa." Saltò su lei all'improvviso, poggiandogli di fronte un piccolo anello con una pietra viola che all'apparenza sembrava anche costosa.
"Che dovrei farci? Guarda che non sono un mendicante." Chiese Kaku senza fare una piega, facendole segno di riprenderlo, tuttavia la sua proprietaria non sembrava accennare a farlo.
"Guarda che il mio non è un regalo, è un modo per sbarazzarmene. Me l'ha regalato il mio ex."
"E io cosa dovrei farci?"
"La pietra che c'è sopra è un quarzo ametista, la leggenda dice che impedisca alle persone di ubriacarsi. Quando uscirai da qui dentro puoi anche buttarlo, ma cerca almeno di reggerti ancora sulle gambe." Detto questo il moro non ebbe più modo di obiettare, perché quella strana ragazza se ne andò via veloce come era arrivata, mollandogli quello stupido pezzettino di vetro.
Lo guardò per qualche secondo, soffermandosi prima sulle dimensioni, constatando che le dita della biondina dovevano essere proprio sottili in confronto alle sue e poi sul colore, di un bellissimo viola chiaro, che gli sembrava di non vedere da anni.
Immancabilmente l'immagine degli occhi di Izana Kurokawa si dipinse nella sua mente e a quel punto gli sembrò di piombare nel silenzio.
Non c'erano più le voci degli altri clienti, non c'era più la musica o il suono delle bottiglie di vetro, l'unica cosa che sentiva erano gli spari di quella notte.
Strinse i pugni cercando di mantenere la calma: nonostante fossero passati due anni, quel ricordo continuava a fargli male come un marchio inciso con i carboni ardenti sul suo cuore.
"Maledetto bastardo." Ringhiò a bassa voce, imponendosi di non pensarci e svuotando l'ennesimo bicchierino tutto d'un fiato, ma i ricordi di quel tempo passato non tardarono a tornare, affollandogli la mente e portandolo sull'orlo di una crisi di nervi.

||The story of the Pierrot and the Reaper|| TR One ShotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora