·'¯'·-> 𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 32 🖤

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(LOUIS)

N: tutto bene Lou? Mi domanda Niall mettendomi una mano sulla spalla preoccupato.

L: eh? Si si tutto bene. Stai tranquillo Ni.

N: sicuro? Ti vedo molto pallidino... ma soprattutto silenzioso, e a volte parli fino a scassare le palle.

L: non ho nulla Ni, sediamoci al tavolo dai, almeno siamo comodi.

Il cameriere vedendoci, viene da noi e ci invita a seguirlo in modo da arrivare al nostro tavolo senza perderci per strada.

X: prego signori, accomodatevi. Mi chiamo Roger e sarò il vostro cameriere per questa sera. Posso iniziare a portarvi qualcosa intanto che attendete?

N: solo acqua intanto grazie. Ti va bene Lou?

L: si si va benissimo anche per me.

X: passo tra poco a prendere le vostre ordinazioni. Vi lascio i menù così scegliete.

Io inizio a sentirmi la testa girare, non mi sento tranquillo, c'è qualcosa che non va.

N: Louis ora mi dici cosa-

X: eccomi qua, cosa posso portarvi ragazzi?

N: un risotto alla milanese per me.

L: a me una pasta con panna e funghi.

X: perfetto, di secondo invece?

N: cotoletta di pollo impanata e patatine fritte.

L: lo stesso anche me grazie.

X: va bene, tra poco sarà tutto pronto. Da bere cosa vi porto?

N: coca cola e acqua, dividiamo.

Io e Niall iniziamo a parlare del più e del meno, e mi racconta cosa ha fatto in questi giorni.

Mi racconta delle sue gite in Irlanda, di suo nipote piccolino e delle nottate in discoteca ubriaco fradicio.
Io ascolto e cerco di guardarmi intorno intanto.

Ho paura.

N: massi, e poi le ho detto che non-

X: ecco qua, risotto e pasta per voi. Prego. Ci dice il cameriere lasciandoci i nostri piatti.

Ringraziamo educatamente e iniziamo a mangiare.

Va tutto bene col cibo, o almeno così credevo.

Inizio a stare male poco dopo, ma cerco di nasconderlo, e dico a Niall di aspettarmi al tavolo che sarei dovuto andare al bagno.

N: non metterci troppo eh. Ti conosco. Mi dice tornando a mangiare.

Appena entro in bagno un ragazzo mi spinge contro il muro e mi mette una benda per coprirmi la bocca.

Un altro ragazzo pensa a bloccarmi i polsi con delle corde.

Era tutto programmato...

X: Dio, è così bello...  guardate che bel faccino.

X: già, peccato. Avrei voluto sentire la sue vocina.

X: aww piccolo omega, ti senti solo per caso? Ti manca la mamma magari? Ah giusto, è sparita vero?

Ora li ammazzo.

X: ehi Lou, ti ricordi di me vero? Oh si che ti ricordi di me, sei il piccoletto che mi ha fatto sbattere la testa su un sasso. Oh tesoro. Io invece tra poco ti sbatto e basta.

Non posso dire nulla, ho la bocca chiusa ma sono piuttosto umiliato.

È lo stesso lupo che ho steso pochi giorni fa.

Cerco di ripetere a me stesso che non sono debole, ma per un attimo smetto di crederci anche io e lascio che una lacrima di paura e dolore sfugga sulla mia guancia.

X: cucciolo, ora piangi? È così che siete voi omega vero? Femminucce? Guardatelo ragazzi. Debole.

X: già. Inutili se non a letto, almeno servono a qualcosa no? Vero Louis? Una principessina sei.

X: tesoro cosa aspetti? Non lo chiami il tuo Harry? Non chiami il tuo alpha? Oppure non ti ha ancora marchiato perché gli fai schifo?

A quel punto non ci vedo più, non dalla paura o tristezza, ma dalla rabbia e dall'umiliazione.

Io i piedi in testa non me li faccio mettere da nessuno, non sono uno zerbino.

Ma soprattutto, non devono nominare Harry.

Con un calcio al polpaccio spingo via uno dei due alpha e con un altro colpo metto a terra l'altro.

I miei occhi bruciano di rabbia, così spacco le corde disintegrandole, togliendomi la benda che mi chiudeva la bocca.

L: ora basta. Sono veramente infuriato, e i miei occhi da blu diventano bianchi, come se fossero fatti di ghiaccio.

In quel momento avrei potuto ucciderli, ci avrei messo poco: so esattamente quali punti mirare, ma mi viene in mente Harry, che odia la violenza se non è strettamente necessaria e solo per difendersi.

Un alpha si rialza di colpo e mi ferisce al fianco, lasciandomi dei tagli profondi che iniziano a sanguinare copiosamente.

Cado a terra inerme, per pochi secondi credo di essere spacciato ma poi mi ricordo che quei bastardi potrebbero avere mia madre e tanto mi basta per ritrovare le forze.

I miei occhi diventano sempre più terrificanti e sento gli artigli cambiare.

Sono diventati più lunghi, ma il dettaglio spaventoso e terrificante è che sono fatti... d'argento.

I due alpha mi guardano spaventati.

Riesco a percepire l'odore della paura e di sorpresa.

Mi avvicino a loro lentamente e li vedo indietreggiare.

L: io di voi non ho paura. Ora se sapete dove si trova mia madre ditelo subito. O preferite avere la gola a pezzi?

Li tiro su per il colletto e li sbatto al muro.

X: n-noi non sap-sappiamo nulla.

L: TU MENTI! MA CREDI CHE IO SIA STUPIDO COME TE?

X: io non- non posso. Ti ucciderà Louis. Lui ti ucciderà prima o poi.

LUI CHI.

Sento qualcuno bussare alla porta e li lascio cadere a terra e scappano via di corsa..

Io torno con gli occhi normali e faccio tornare dentro gli artigli, cercando di mettere una mano sulla ferita profonda e ancora sanguinante.

Fa male, malissimo, e io mi sento debole ora.

HE-HE-HEY,
IF TOMORROW YOU WA-
no ok,
Hey,
Ecco qui il capitolo, spero che vi piaccia.

Domanda seria,
COME È ANDATO IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA?
*trauma*

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Grazie,
Buona continuazione e buona lettura.
-Nog 🐺

𝐌𝐲 𝐖𝐢𝐥𝐝 𝐒𝐢𝐝𝐞 - 𝐓𝐞𝐧𝐬𝐢𝐨𝐧 | 𝓛𝓪𝓻𝓻𝔂 𝓢𝓽𝔂𝓵𝓲𝓷𝓼𝓸𝓷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora