capitolo1

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Ho pianificato questa fuga per

due settimane, è troppo presto, non l'ho fatto

programmato di lasciarlo presto. Io non

abbi una scelta, questa è la vita o la morte

e, naturalmente, voglio vivere,

Kyle ha lasciato l'attico trenta

minuti fa, il che mi dà

tempo per andare fuori di qui. Il solo

problema:

I suoi fottuti uomini. sono stati

sotto l'ordine rigoroso di tenermi dentro.

Nessuno di loro si piegherà al mio

volere, sono leali e a malapena mi conoscono.

Sono passati due mesi da allora...

da quella notte, e no ne sono affatto fuori.
da...

Flashback....

Erano quasi le dodici di sera, io

stavo camminando vicino al molo per passare

il tempo. Sapevo che non potevo andare.

casa: infatti, non avevo dove andare.

Le luci brillanti creavano grandi

ombre tra le file di

carico enorme. La mia mano correva

sul lato di un'enorme cassa d'acciaio.

che solo Dio sa cosa è. Il freddo, sensazione di metallo ha attraversato le mie punta delle dita, facendo sì che il mio corpo abbia un brivido.

Ho portato un borsone posto sulla mia spalla destra,

che conteneva tutti i miei oggetti preziosi, tutto ciò che conteneva la mia ex camera. Voglio dire,

devo ammettere che è un po' infantile

vivere con i tuoi genitori per

venticinque anni, ma ora non era importante tutto questo,

l'importante era trovare un lavoro stabile

e un posto dove dormire.

Prima mio padre era furioso

con me, ma non era niente di nuovo.

Andava sempre su tutte le furie

dopo che si è sballato. Ho pensato

niente di tutto ciò. Mi aveva solo colpito una dozzina di volte, il che è decente per la quantità di eroina e coca cola aveva preso. Comunque sono tornato a casa

dopo il mio ultimo giorno alla tavola calda (era stato licenziata). Una volta arrivata a casa mi ha dato un pugno, dicendomi "prendila tua roba, ed esci da qui".
Ad ogni modo

Tornando alla storia, quindi ora, lo ero

senzatetto, senza lavoro, senza famiglia.

al freddo, trovandomi a girovagare per circa due ore dopo il mio
sfratto.

Prima che mio padre diventasse un drogato, ha spostato scatole sulle navi
qui. A volte mi portava a lavorare con lui.

Erano i giorni migliori...

Camminavamo su e giù,
per il porto, mentre nelle pause portavano il carico che doveva essere braccato sulla nave. Se siamo fortunati, un marinaio ci permetterebbe sulla loro barca. In quelle opportunità, io e mio padre ci comporteremmo come dei pirati in un viaggio tempestoso attraverso l'Atlantico.

Correre con suo figlio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora