OTTAVO CAPITOLO

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La notte stava giungendo, il cielo cominciava a riempirsi di piccole stelle luminose e c'era un piacevole e leggero vento nell'aria. Erano,ormai,le sette e mezza e nessun abitante si trovava al dì fuori della sua abitazione. Probabilmente nessuno voleva uscire di casa dopo l'accaduto.
Io e Jack camminavano fianco a fianco silenziosamente,ognuno immerso nei propri pensieri.Ero orgogliosa di me stessa perché in una situazione come quella di stasera ero riuscita a restare lucida ed a salvare la vita di Jack,grazie anche ad Avril.Chissà cosa le aveva sussurrato...
-Hey!Mi fermo e tu non mi aspetti?- mi girai e vidi che Jack era rimasto indietro di qualche passo. -Ah,e da quando devo aspettarti? Non ti ho chiesto mica io di accompagnarmi.- prosegui per la mia strada indifferente.Improvvisamente ero diventata stanca e triste,non avevo voglia di starlo a sentire anche se fosse stata una cosa seria. -Hoy!- mi raggiunse e mi prese per i fianchi. -Stavo scherzando,era un modo per rompere il silenzio...come ti senti?-. -Mi sento come ogni singola persona di questo paese:scioccata e spaventata.-sospirai -E le cose andranno peggio non appena giungeró davanti a mia madre.Non vuole che faccia tardi, specialmente quando accade qualcosa di...- mi fermai un attimo,non sapevo come definirlo. -Inaspettato?- mi consigliò lui.-Si e aggiungerei fuori dal normale.-. -Ma ci parlo io con tua madre.-scherzó. -Oh,certo. Lei ti adora!E scommetto che pensi di presentarti come mio ragazzo,giusto per renderla più contenta!- dissi in modo ironico. -Hey!Mica è colpa mia se tua madre è una bacchettona!- rise ed era così contagioso che cominciai pure io. -Mi mancava la tua risata,sai?- mi guardò sorridendo ed io ricambia.
-Senti,ti va di venire con me al rifugio stasera?Ho detto ad Avril di avvisare gli altri che stanotte ci sarebbe stata una riunione.- Ci eravamo seduti su una panca di legno;tanto ormai era tardi ed un minuto in più o uno in meno non avrebbe di certo fatto cambiare l'umore a mia madre. -Non so.Sto già tardando e passare una notte fuori senza dire niente farebbe andare su tutte le furie i miei,persino mio padre.- risposi tristemente perché ci tenevo a partecipare. -Si,posso capirlo e forse è meglio così.Non dovrei immischiarti in faccende del genere.- disse serio. -Sai che non ci riuscirai,sono curiosa di natura.Comunque,cosa pensi di dire stanotte?- gli chiese guardandolo. -Di preciso non saprei.Dovrò indagare su Paul,sul fatto della droga.Lui aveva smesso e anche se avesse voluto ricominciare non poteva,lo tenevamo sotto controllo.Non può essere stato lui...no,è stato qualcun'altro.- sembrava stesse riflettendo attentamente. -Tu credi che sia stato uno del villaggio?Può darsi che qualcuno sia riuscito ad entrare e...- -Come?-gridò-come ci sarebbe riuscito?!Il controllo alla frontiera è molto severo e meticoloso.Deve essere qualcuno all'interno.- era sicuro di quello che stava dicendo;bastava vedere il suo sguardo irremovibile.Sospirò -Scusa,non volevo alzare il tono- sospirò appoggiando i gomiti sulle ginocchia e passandosi una mano sulla fronte. -Tranquillo,sei ancora scosso e preoccupato. È normale.- lo bacia sulle labbra e lui ricambiò.
-Devo andare ora.- mi alzai e ci baciammo
ancora per qualche minuto.
Nel recarmi a casa ripensai a ciò che aveva detto Jack: è stato qualcuno all'interno...ma chi? Sono cresciuta con tutte queste persone,ci parlo ogni giorno e ci passo le giornata assieme.Nessuno di loro sarebbe in grado di uccidere in quel modo o almeno così credevo. Domani dovrò andare al rifugio per sentire cosa ne è venuto fuori;al momento però mi aspetta una bella ramanzina.

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