SPAZIO AUTRICE:
Ecco il primo capitolo per il concorso "piccole carpette" di Atena99.
Protagonista: strega (anche se nella mia storia si chiamerà in modo diverso)
Luogo: sulla terra
Tempo: futuro non troppo lontano
Spero che la storia vi piaccia :)Una sfera nera. Non la vidi arrivare e mi colpì sul braccio destro facendomi volare per tre metri. Quando toccai il suolo strisciai sulla schiena per un altro metro. Avevo battuto la testa sull'asfalto di via Luigi X, una strada rovinata in un quartiere malfamato di Roma.
Da quella posizione vedevo il tetto del condominio sulla mia destra e quello del condominio a sinistra, e in mezzo a questi una fascia di cielo grigio invernale.
Avevo i capogiri, a causa della rovinosa caduta. Alzai la testa per cercare di intuire la prossima mossa del mio aggressore.
Nonostante avessi la vista offuscata distinsi bene una seconda sfera nera dirigersi verso di me. Ma questa volta ero pronta.
Rotolai sul fianco e la sfera si schiantó contro un cassonetto dell'immondizia creando un solco prima di dissolversi.
-oyuna- dissi utilizzando le poche forze rimanenti nel mio corpo. Mentre il mio aggressore lottava per riuscire a liberarsi dal campo di forza, corsi verso casa, stringendomi il braccio colpito dalla sfera nera.
Ero troppo debole per volare o trasportarmi e anche per curarmi la macchia nera che si stava espandendo partendo dal gomito, però dovevo riuscire a resistere almeno fino casa, dove Mary mi avrebbe medicata.
Passando per le vie disabitate finalmente la raggiunsi. Abitavo in un enorme condominio in centro a Roma, insieme a mia sorella maggiore Mary e i nostri due genitori adottivi Marcus e Rosa.
Presi l'ascensore e raggiunsi il quarto piano. Uscita dall'ascensore mi trovai in un grande corridoio, l'ultimo appartamento sulla sinistra era il mio.
Cercai le chiavi nella stanca dei jeans e, con fatica, aprí la porta.
Mi venne in contro Mary con un espressione tra lo stupito e il preoccupato. Mentre correva a sorreggermi i suoi lunghi capelli color cioccolato fondente si muovevano a destra e a sinistra.
-Angelica sei tornata?- mi chiese Rosa dalla cucina.
-non deve vederti in questo stato o le verranno dei sospetti, riesci a teletrasportarti?- mi sussurra Mary all'orecchio.
Non avevo nemmeno la forza di parlare, come facevo a teletrasportarmi?
Negai scuotendo la testa.
-allora ti teletrasporto io... Kemente Porta- in un battito di ciglia mi ritornai in camera mia, poi mia sorella ripetè la formula e scomparse lasciando dietro di se, per una frazione di secondo, solo un bagliore bianco.
Mi stesi sul letto cercando di rilassarmi e recuperare le forze. Dopo una decina di minuti la porta della mia stanza si aprì. Con un balzo mi sedetti sul letto.
-ho detto a Rosa che tu non sei ancora tornata, ma cosa ti è successo?- mi chiese Mary chiudendo la porta dietro di sè.
-ho incontrato un demone- le risposi.
-lo hai ucciso?-
-no- dissi con un po di vergogna -mi stava battendo- mi tolsi la felpa e la maglietta mostrando il braccio ferito.
-devi fare più attenzione, dov'era il tuo Protettore?-
-ci ho litigato- risposi mentre le mostravo il braccio come per dire: hai intenzione di curarmi o vuoi che mi trasformi in un ammasso di cenere?
Mary andó alla parete difronte al mio letto -sei l'unica Salvatrice che litiga col sul Protettore- fece un sorriso, poi tracció sul muro un rettangolo grande quanto una porta -kumpa- disse sottovoce.
Il muro scomparse lasciando posto a una specie di dispensa incavata nella parete, formata da tanti scaffali e due cassetti in basso.
Prese da uno scaffale una boccetta bianca e venne verso di me.
-ha sempre da ridire su tutto, dopo un po scoccia- dissi sulla difensiva.
Mary fece cadere sulla macchia nera due gocce bianche dalla boccetta. Al contatto strinsi i denti per non urlare, le gocce stavano lentamente corrodendo il nero lasciando il posto al rosa della mia pelle.
-ha da ridire per il tuo bene, se non ci fosse stato lui saresti già stata catturata dalla Lega- Mary ripose la boccetta sullo scaffale e fece ricomparire la parete dicendo "avuele"
-fai pace con Erik per il tuo bene, non uscire dalla stanza, o se lo fai non farti vedere da Rosa, altrimenti saremo costrette a cancellarle la memoria e riposati per recuperare le forze- stava per uscire, ma la fermai.
-Mary e col demone cosa si fa?-
-ci penso io, dov'era?-
-via Luigi X-
Dopo questo chiuse la porta dietro di se e rimasi sola nella stanza.
****
Dei colpi mi svegliarono. Non mi ero nemmeno accorta di essermi appisolata.
Osservai la stanza vigile. Un altro colpo. Veniva dalla finestra.
Balzai in piedi preoccupata. Avevo recuperato le forze, ma non ero sicura di poter resistere a un altro combattimento.
-mi apri testa dura?- disse una voce. Mi calmai. Andai alla finestra e feci entrare Erik che, in quel momento, aveva assunto al forma di un gabbiano.
-sei venuto a scusarti?- gli domandó mentre noto che il processo di trasformazione è in atto.
Il gabbiano Erik si allungó e cambió colore fino a diventare un essere umano.
-scusarmi? E per cosa?- si avvicinò alla mia scrivania aprì il cassetto e prese una caramella Goleador. Lasció cadere tutto il suo peso sulla mia poltrona in velcro rosso e distese le gambe poggiando i piedi sul tavolo.
-forse per gli insulti? O forse perché mi dici sempre quello che devo fare?- dissi retorica.
-è il mio lavoro-
Erik finì la sua caramella poi, passandosi una mano nei bianchi capelli, si alzó e si mise a qualche centimetro di distanza dal mio volto.
I suoi occhi viola mi fissavano mettendomi in soggezione, ma abbassare lo sguardo significava sottomettersi e non gli avrei mai dato quella soddisfazione.
-come Salvatrice hai il compito di liberare la terra dai demoni e io, nelle vesti di tuo Protettore, ho il compito di insegnati come fare. Se pensi di non essere all'altezza del compito, la strada per arrivare al Concilio la conosci. Se invece ci tieni a questo tuo ruolo allora sarà meglio che chiudi un pó la bocca e ascolti me. E adesso renditi invisibile che sta arrivando Rosa-
Mi affrettai a pronunciare la formula -yabon sua-
Giusto in tempo. La porta si spalancó ed entró Rosa che prese il bidone nella mia stanza per svuotarlo. Erik non dovette preoccuparsi di nascondersi perché i Protettori potevano essere visti solo dalla Salvatrice a cui erano assegnati.
Una volta uscita di nuovo tornai visibile -come sapevi che Rosa non doveva vedermi?-
-ho casualmente incontrato Mary e Fred e mi hanno raccontato tutto-
-dove?- iniziai ad insospettirmi.
-fuori dalla porta del vostro appartamento-
-vedi come fai? Non puoi lasciarmi in pace un secondo? Devi sempre starmi attaccata come un cagnolino? Io ho bisogno della mia intimità-
-ti sto sempre attaccato perché se ti succede qualcosa sono io che devo rispondere al Concilio e tu non puoi nemmeno immaginare in cosa consistono i loro metodi punitivi- ebbe un brivido.
Quasi mi aveva convinta, mi stavo addolcendo, ma mi venne in mete un altra cosa -quindi eri con me anche durante lo scontro con il demone?-
-non proprio, diciamo che ero sul tetto del condominio di destra che osservavo dall'alto il vostro combattimento- accompagnó la parola "combattimento" facendo, con le dita, due virgolette nell'aria, poi riprese -ho notato molti tuoi errori, sul combattimento dobbiamo lavorarci...-
Mi sentì avvampare -io rischiavo al vita e tu te ne stavi buono sul tetto a osservare la scena?-
-sbaglio o sei stata tu a dirmi di togliermi dai piedi durante la litigata di stamattina?-
-si però...- non sapevo più come controbattere.
Erik mi guardó vittorioso.
Una fitta alla tempia mi indicó che qualcuno mi stava chiamando. Liberai la mente pronta ad accogliere il contatto mentale.
Pronto? Pensai
Angy ho bisogno del tuo aiuto ti mando la mia posizione Era stata Mary a chiamarmi telepaticamente.
Chiusi gli occhi e nella mia mente comparve la mappa della città.
Come uno zoom, l'immagine si avvicinó sempre di più riducendo la scala della mappa finché non si fermó.
-dove sono?- mi domandó Erik che probabilmente aveva utilizzato di nuovo la telepatia. Odiavo quando ascoltava i miei pensieri senza il mio permesso.
-in viale Vittorio, davanti alla rosticceria abbandonata- dissi riaprendo gli occhi e facendo svanire la mappa.
-hai le forze per il teletrasporto?-
-dovrei... Kemente Porta- dissi e in un baleno ci ritrovammo in mezzo a viale Vittorio.
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Oyuna: formula per creare una barriera invisibile protettiva.
Kemente porta: formula del teletrasporto
Kumpa: formula per creare aperture o passaggi attraverso muri, tetti, pavimenti.
Avuele: contro-formula di Kumpa. Fa riapparire ciò che la formula Kumpa ha fatto scomparire
Yabon sua: formula dell'invisibilità (livello base)
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Demons Run
FantasyEx Concorso di scrittura di Atena99 Ho intenzione di continuare questa storia appena avrò terminato tutti gli altri progetti che ho iniziato :) Copertina realizzata da @JennyKravenn