SPAZIO AUTRICE:
La canzone mi ha fatto provare un misto tra paura e rabbia, non chiedetemi il perché ahah-dove sono?- mi domandò Erik.
-non lo so, il luogo è qiesto- osservai la rosticceria abbandonata sul lato della strada. Dov'era Mary? Non sapevo perché, ma avevo una terribile sensazione.
-MARY DOV...- il mio urlo mi si spezzò in gola quando Erik mi mise una mano sulla bocca.
-stai zitta e chiamala mentalmente-
Annuii è lui mi lasciò libera di respirare.
Chiusi gli occhi ed eliminai ogni pensiero dalla mia mente.
Mary dove sei?
... A... An... Angy... Mi sembró che facesse fatica a parlare.
Cosa ti è successo? Mandami la tua posizione
Non ricevetti nessuna risposta
MARY RISPONDIMI qualcuno mi afferrò per un braccio distraendomi dal contatto mentale e riportandomi alla realtà.
-forse sarebbe meglio che pensassi prima a loro- mi disse Erik indicandomi tre uomini dalla pelle chiara e con gli occhi coronati di nero che stavano uscendo da dietro la rosticceria. Erano demoni.
La paura si impossessó di me. Non ero riuscita ad ucciderne uno, come potevo pensare di batterne tre?
-Erik cosa faccio?- il battito cardiaco era aumentato provocandomi affanno.
-stai calma, le formule le conosci, non le sai applicare proprio per niente, ma le conosci- mi disse lui.
-sei molto d'aiuto, davvero-
Mi misi in posizione di difesa.
I tre demoni avanzavano verso di me, ma senza attacare.
Cosa aspettano? Pensai.
-probabilmente non sono interessati a te- mi disse Erik. Mi aveva letto di nuovo nel pensiero, ma questa volta non mi dava alcun fastidio. Lui poteva parlare liberamente, tanto lo sentivo solo io, se invece io pronunciavo qualcosa i demoni avrebbero potuto sentirmi.
E allora perché si avvicinano? Mi spostai in posizione di attacco.
-Angelica non farlo, non vedi che camminano e basta, lasciali andare- poi scandì le parole -non... Muovere... Un... Muscolo-
Era facile parlare per lui, nessuno lo poteva toccare, la gente gli passava in mezzo come se fosse un fantasma, ma chiedere a me di stare immobile in un momento del genere era come chiedere a uno che ha paura delle api di non muoversi quando una di queste gli si appoggia sul braccio.
Chiusi gli occhi e seguì il consiglio del mio Protettore.
Dopo un po sentì qualcuno avvicinarsi al mio orecchio -BUHHH- urló.
Riaprì gli occhi di scatto e feci un salto in dietro inciampando in un buco nell'asfato è cadendo rovinosamente a terra.
-Cortina- urlai alzando la mano destra verso un punto a caso. La sfera viola si schiantò contro una casa diroccata poco più avanti scalfendola leggermente.
Erik era difronte a me che si piegava in due dalle risate.
-brutto bastardo- mi alzai in piedi gridando quando capii che era stato lui a provocarmi quel mezzo infarto.
-la tua caduta è stata troppo buffa- riuscì a dire tra una risata e l'altra.
Mi stavo togliendo la polvere dai jeans quando mi ricordai di... -Mary...- dissi correndo dietro la rosticceria. Appoggiata al retro di questa c'erano tre cassonetti dell'immondizia e contro l'ultimo c'era, in un lago di sangue, Mary.
Mi portai le mani alla bocca per soffocar un urlo, gli occhi si riempirono di lacrime, troppo pesanti per rimanere al loro posto; iniziarono a scendere senza sosta lungo le mie guance. Non avevo il coraggio di avvicinarmi. Le ginocchia non ressero più il peso del mio corpo e cedettero facendomi cadere a terra in ginocchio.
Attorno a me non percepivo più nulla, sentivo solo la rabbia e il dolore che scavavano dall'interno del mio corpo per cercare di uscire e liberarsi. Ero così presa dai miei pensieri che mi resi conto più tardi che qualcuno mi stava chiamando battendo sulla mia spalla.
-Angelica non serve a nulla rimanere li in ginocchio a piangere, usa le formule di guarigione finché riesci, poi dobbiamo portarla all'ospedale- il tono di Erik era compassionevole.
Mi porse una mano per aiutarmi ad alzare.
Cercando di ricacciare in dietro le lacrime mi avvicinai con fare incerto alla mia unica sorella.
Era stesa con un braccio davanti agli occhi. Questo era diventato di un colore violaceo/nero. Da dietro la tesa usciva tutta la viscida sostanza rossa che imbratta l'asfalto.
Il colore del braccio era dovuto alla magia nera tipica dei demoni, che aveva colpito anche me quella mattina, per quello nessun medico poteva fare qualcosa, dovevo curarglielo io. Per fortuna mi ricordavo qual era la boccetta che Mary aveva usato su di me quella mattina.
La alzai di peso e me la caricai sulle spalle, non pensavo al sangue che mi imbrattava i vestiti, nemmeno a come fosse possibile che riuscissi ad alzarla senza troppa fatica, pesavo solo a teletrasportarci nella mia stanza.
-Kemente porta- in un secondo mi ritrovai circondata dalle quattro accoglienti pareti della mia camera da letto.
Stesi Mary sul mio letto e feci scomparire il muro in corrispondenza al nascondiglio di medicine.
Presi la boccetta che aveva utilizzato Mary quella mattina e feci cadere due gocce del liquido bianco sulle macchie nere che sembravano lividi. Questi scomparvero in poco tempo, ora potevo portarla all'ospedale perché per la ferita dietro alla nuca non sapevo proprio cosa farci.
Mi teletrasortai nel retro dell'ospedale, portandola con me.
***
-so a cosa stai pensando, vuoi vendicare Mary uccidendo i tre demoni che le hanno fatto questo, ma non sei ancora pronta- mi disse Erik mentre attendevamo una qualunque novità.
-Rosa, Marcus, io vado in bagno un secondo-
I miei due genitori adottivi erano stati chiamanti dalla segretaria appena mi aveva vista entrare dalla porta dell'ospedale. Avevano abbandonato tutto e ora aspettavamo con me nella sala d'attesa. Non potevo rispondere a Erik davanti a tutti, avrebbero pensato fossi pazza a parlare da sola.
Giunti in bagno dissi -non mi impedirai di vendicarla, sai come sono fatta, torveró quei demoni e gli daró la peggiore morte esistente-
-ho parlato un po con Fred, mi ha raccontato cosa è successo durante il combattimento-
Sgranai gli occhi, non ero sicura di essere pronta a ascoltare quel racconto, ma poteva aiutarmi per quando avrei combattuto contro di loro.
-cosa?- domandai dopo un po.
-all'inizio era solo uno, lo stesso che hai incontrato stamattina, poi questo, vedendo che Mary lo stava sconfiggendo ha chiamato i rinforzi e sono arrivati gli altri suoi due simili. Mary aveva quasi esaurito le forze, ma era riuscita a creare una barriera abbastanza potente da proteggersi giusto il tempo per chiamarti telepaticamente. Appena il vostro contatto mentale è terminato uno dei demoni ha estratto un oggetto dalla tasca del mantello, a sentire Fred sembrava una bottiglietta nera alta quanto un dito mignolo, la ha aperta ed è uscita una nube nera che ha avvolto Mary distruggendo la barriera che la proteggeva e togliendole ogni potere. Non aveva modo di difendersi ne di attaccare, uno dei demoni l'ha colpita con la sfera nera, loro simbolo, e l'hanno scaraventata contro il cassonetto sul quale ha sbattuto la testa provocandosi quella terribile ferita-
-da quando i demoni combattono usando degli oggetti?-
-non l'hanno mai fatto, è questa la cosa che più mi preoccupa, sta cambiano qualcosa, e questi cambiamenti non porteranno nulla di buono-
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Cortina: formula che crea una sfera viola. (Livello base)

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Demons Run
FantasyEx Concorso di scrittura di Atena99 Ho intenzione di continuare questa storia appena avrò terminato tutti gli altri progetti che ho iniziato :) Copertina realizzata da @JennyKravenn