Capitolo II

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L'incontro con un anziano signore

Aveva ripensato a lei, ma non sapeva bene il perché; in quel bagliore vide l'intensità dei suoi occhi, l'intensità con cui brillarono la scorsa notte.

<< Erano incantevoli, sinceri. Sentivo fuggire le mie paure; neanche il bagliore di tutte le stelle sarebbe stato paragonabile a quello splendore.

Brillavano i suoi occhi di un immenso bianco.>>

Questo pensò Davee: Il sole, poi, non gli stava così antipatico, gli ricordava Sarah. Si sentiva bene in quel momento, decise di alzarsi e di guardare fuori dalla finestra della sua camera; quella finestra era tutto per lui, il suo modo di osservare il mondo, di starne fuori, di ammirare la varietà dei colori, delle forme e di stupirsi di far parte di quel caos, che è la sinfonia del mondo, la più grande orchestra del folle genio creativo. A volte passava ore a fissare il parco che stava proprio sotto casa sua, sentiva che lì sarebbe successo qualcosa di speciale e, forse, era già accaduto, aveva incontrato quella ragazza, aveva incontrato Sarah.

"Toc - Toc", qualcuno aveva bussato alla porta di Davee.

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Era il suo amico Carl, si conoscevano fin da piccoli, avevano un rapporto molto stretto.

<< Sì, ci sono. Prendo il cappotto ed esco.>> disse Davee mentre uscì dalla sua stanza.

Aprì la porta e iniziò a parlare con Carl.

<< Sono giorni che non ti si vede in giro, non rispondi ai messaggi, alle chiamate! Ti è successo qualcosa?>>

<< Sono successe un paio di cose, Carl. Camminiamo un po' e ti racconto.>>

I due amici incominciarono a camminare lungo il vialetto accanto al parco e il primo a parlare fu proprio Davee.

<< Sai Carl, l'altra sera ho conosciuto una ragazza, si chiama Sarah. Eravamo seduti su una panchina del parco sotto casa mia, era tardi e faceva un po' freddo; ero stanco, mi addormentai: Lei mi svegliò. Non mi sembrava vero, l'avrei fatto ancora; non abbiamo parlato molto, a dir la verità, però c'era qualcosa, qualcosa che sia io che lei sembrava conoscessimo già. Avevo paura, l'ammetto, e volevo scappare.>>

I due si erano seduti ad un tavolino di un bar non molto distante dall'abitazione di Davee e stavano prendendo un caffè.

<< Ora si spiega tutto! - rispose Carl. Da quanto mi hai detto, suppongo che tu sia rimasto colpito da questa "Sarah", giusto?

<< Sì! >> replicò Davee con voce pacata e non rispose altro.

Quella ragazza aveva stravolto la monotonia della sua vita, diventò il caos del suo silenzio. Era così, Davee aveva la maledetta abitudine di gridare con gli occhi e non con la voce; nessuno lo sapeva, nemmeno l'amico Carl. Le persone, per lui, erano attratte di più da ciò che comunicava la voce con la mente, che non gli occhi con l'anima e il cuore; eppure, Sarah l'aveva capito, aveva scrutato nel suo profondo.

<< Davee, sei ancora qui?>> esclamò l'amico ridendo.

<< Stavo pensando, nulla di chè!>>

Non era propriamente ciò che Davee stava facendo, in realtà era già da un pezzo che si stava guardando intorno, nella speranza che qualcosa attirasse la sua attenzione, quando in lontananza una figura femminile, per caso o per fortuna, gli sembrava essere Sarah.

<< Ma Davee, dove diavolo vai?>> disse Carl spazientito dall'atteggiamento dell'amico.

<< Devo andare Carl, non te la prendere! Ci si vede.>> rispose Davee di tutta fretta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 01, 2016 ⏰

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