"Ha detto così?" Chiese Isaiah.
Anne annuì e sorseggiò il suo caffè nero. Aveva raccontato allo stregone il problema che era insorto ultimamente, tra lei e Callum. Era stato imbarazzante, ma aveva bisogno della sua prospettiva. Anche Layla era presente e ascoltava attenta, mentre beveva un the freddo.
"Non so cosa fare..." Sospirò. "Non voglio essere una di quelle ragazze che ignora i segni e gli amici e finisce male."
Isaiah tossicchiò... No, aveva mascherato uno sbuffò. Le streghe lo guardarono male.
"Sai già cosa penso, lui non è mai stato un buon partner."
Anne si strofinò le braccia a disagio.
"Adesso lui è convinto di aver risolto tutto con la morte di Aaron come se lui stesso non fosse stato abrasivo durante il corso della vostra relazione. E aggiungo che definirlo abrasivo è un eufemismo."
"Odio ammetterlo, ma ha ragione." Ammise Layla stringendosi nelle spalle. "Poi trovo davvero insensibile che sia cosi' insistente."
"Se ti amasse come dice, non ti farebbe pressioni. Camille, non sei nel torto, anche se ci dovesse volere un secolo, dovrebbe aspettare e basta."
Isaiah non sapeva i dettagli del suo soggiorno con Aaron, ma Layla sapeva e il modo in cui la guardava le spezzava il cuore e allo stesso tempo la faceva vergognare. Non voleva la pietà di nessuno, ma non poteva incolparla, era sua amica e ovviamente era preoccupata e dispiaciuta per lei.
"Che cosa posso fare per migliorare la mia situazione?"
"Provate a comunicare meglio, dirgli tutto quello che pensi e provi. E soprattutto sottolinea che è stato lui a provocare questa valanga di situazioni sfortunate." Propose lo stregone. "L'unico con cui può prendersela è se stesso."
"Sono d'accordo" rispose Layla. "Certo uccidere Aaron è stato di grande aiuto, ma non vuol dire che devi accettare tutto. E tornare a essere come prima subito dopo."
"Grazie ragazzi, penso che farò così."
"Puoi sempre lasciarlo, quella sarebbe la cosa più facile." Isaiah fece le spallucce.
"Piantala." Layla gli lanciò un'occhiataccia.
"Tu invece come stai Layla?"
"Hai presente il mio ragazzo fae? Beh, si sposerà una fata."
Isaiah sgranò gli occhi. "Cosa?"
"Già, non hanno voluto me perché sono una strega e il sangue reale non va diluito."
"Layla mi dispiace..." Anne le prese la mano.
"Non esserlo." Layla sorrise. "Sto uscendo con uno dei cavalieri adesso, e sta impazzendo di gelosia. So che è immaturo, ma gli sta bene."
"Vuole che tu diventi una suora e stia li' a struggerti per lui, mentre lui si sposa?" Camille era indignata. "Non penso tu sia immatura."
Isaiah rise. "Però come fai ad andare nella loro dimensione adesso?"
"Viene lui qui, Il principe mi ha bandita e per un po' vietava al mio ragazzo di vedermi, poi la sua famiglia se ne accorta e gli ha ricordato che ha dei doveri verso un'altra donna."
"Si è preso l'impegno quindi basta giochetti adesso." Disse lo stregone.
"Ora sono così libera, è bello liberarsi dello stress e dei drammi della corte. E comunque il cavaliere è più bravo a letto."
Anne quasi sputò il suo caffè. "Onesta." Rise. "E tu Isaiah? Quali sono le tue pene d'amore? Escludendo me ovviamente."
"Se escludo te, niente. Vado in giro e mi diverto." Ghignò.
"Uhh, questo è lo spirito giusto." Gli disse Anne.
Le streghe ridacchiarono.
"Sai c'è la leggenda di un re che dopo essere stato respinto dalla sua amata ha continuato a sposarsi e divorziare senza mai essere soddisfatto. E aveva decine e decine di concubine."
"Ora sei la concubina di decine di persone." Disse Anne e insieme a Layla scoppiarono in un risata che fece girare gli altri presenti. Anche Isaiah si unì a loro.
* * *
"Dove sei stata?" Chiese Callum quando Anne varcò la soglia.
"Sono uscita con Layla e Isaiah per bere qualcosina e chiacchierare." Appese la giacca, la borsa e si tolse le scarpe.
"Ah, certo." Disse con un sorriso ironico.
La strega entrò e lo raggiunse. Non le piaceva il tono che stava usando, insinuava qualcosa. "Che c'è?"
"Ogni volta che abbiamo un problema, corri da lui. Vi siete baciati questa volta?" Il sorriso ironico non lasciò il suo viso mentre incrociava le braccia.
"Sì e ho baciato anche Layla già che era lì." Alzò gli occhi al cielo. "Ma che diamine ti prende?" Anne andò a controllare il calendario, la luna piena non era vicina quindi non aveva scuse.
"Come fai a biasimarmi dato che lo hai fatto davvero in passato?" Si avvicinò torreggiando su di lei. "Mi sbaglio?"
"No." Abbassò lo sguardo, si vergognava ancora per quel tradimento e si sentiva in colpa come se lo avesse tradito quello stesso giorno. "Non ti sbagli, mi dispiace. Non ho fatto niente del genere questa volta."
Callum le mise due dita sotto il mento e le alzò la testa. "Davvero?"
La strega annuì. "Era solo un'uscita tra amici."
Callum sorrise, questa volta con sincerità. "Ti credo." Si allontanò e andò in cucina a versarsi una bevanda fredda.
Anne lo seguì. "Dobbiamo parlare di ieri."
"Non mi va..." sospirò appoggiato al ripiano e bevendo. "Non penso sia necessario, lasciamo perdere."
"Io invece penso che dobbiamo affrontare l'argomento. Se non vuoi rispondere va bene ma ascoltami." Si sedette. "Premessa: non voglio che ci lasciamo, davvero."
"Ma?" L'espressione di Callum s'indurì
"Ma dopo la tua insistenza ieri, penso che tu possa... Ecco... Perdere il controllo... di nuovo."
Il lupo alzò il sopracciglio. "Eh?!"
"Sì insomma..." Anne farfugliò. "Sai cosa intendo."
"Non ne ho idea!" Disse a denti stretti.
"Ho paura che tu mi costringa." Sbottò. "Prima che tu cominci ad arrampicarti sugli specchi, lo hai fatto davvero. Più di una volta."
Il bicchiere tra le mani di Callum andò in frantumi, Anne sobbalzò.
"Mi sbagliò?" Camille scimmiottò il tono di Callum.
Lui respirava profondamente per calmarsi. "No, non ti sbagli."
Anne pulì i frammenti sparsi per terra e gli curò la mano con la magia.
"Lo faresti di nuovo?"
Callum non rispose, continuò a respirare lentamente.
Anne continuò a parlare. "Le mie paure non sono infondate. Aaron è morto, e tu sei ancora qui, per fortuna. Ma anche tu sei una minaccia certe volte." Quando finì se ne andò, e quella notte si chiuse a chiave nella stanza degli ospiti.

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Full Moon Night
WerewolfDopo essere scappata dal suo Alfa dopo un brutto litigio, Camille si ritrovò nella macchina di un completo estraneo, nemico naturale del suo Alfa, un vampiro. Investita dalla rabbia non ci fece caso, se ne fregò e accettò il passaggio verso l'ignoto...