Capitolo 6

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La mattina dopo Cesare non si presentò in studio, e lo stesso fece Nelson. Tonno iniziava a preoccuparsi. Non aveva idea di cosa fosse successo ma qualcosa sicuramente era accaduto.
Mentre Tonno chiamava Nelson per avere delle spiegazioni, Cesare si sedeva nel suo solito bar.

Ta-hey Cesi! Solito cappuccino?
C-hai della birra?
Ta-ma sono le dieci di mattina!
C-...cappuccino....
Ta-Cesare? Che è successo? Hai gli occhi rossi e delle occhiaie da far paura...
C-ho fatto una cazzata. Gliel'ho detto.
Ta-e lui come ha reagito?
C-Mi ha guardato, si è girato e se n'è andato.
Ta-è impossibile....
C-tu credi?
Ta-lo hai richiamato?
C-ho il telefono a casa. Spento. Non lo voglio sentire.

Talitha si sedette davanti al suo amico e gli prese le mani tra le sue.
Ta-ascolta... non ti voleva far star male, ne sono sicura. Gli serve tempo per capire cosa prova per te.
C-tu la fai semplice...
Talitha aveva effettivamente ragione. Nelson quella mattina aveva già chiamato 4 volte. Si pentiva del suo comportamento.

Nelson aveva passato tutta la notte sveglio a pensare a ciò che era successo. Ci aveva pensato talmente tanto che ormai non sapeva nemmeno più cosa sentiva nei confronti di Cesare. Non aveva mai provato nulla per un ragazzo.... oppure.... era possibile che il sentimento di affetto, di attaccamento e di protezione che sentiva nei suoi confronti fossero le basi per qualcosa di più dell'amicizia? Certo che era possibile.... ma lo erano davvero? O erano solo il risultato di un'amicizia durata per anni? Non ci capiva più niente.
Quella mattina aveva provato a chiamarlo già 4 volte ma partiva sempre la suoneria... doveva aver spento il telefono. Dove poteva essere? A casa? In studio? Al bar? Da suo fratello? Era deciso a parlare con lui, a chiarire.

Nelson prese la macchina e se diresse a casa di Cesare dove vide il posto della moto vuoto, era uscito.
Si diresse in studio ma li non trovò più nessuno.
Provo a vedere quel bar dove Cesare era sempre.
Entrò tutto trafelato e al bancone chiese di una certa Talitha.

T-sono io
N-ciao, mi chiamo Nelson,  ho bisogno di un favore
T-si lo so... riguarda Cesare?
N-si... a parte, tu come lo sai?
T-siediti. È meglio.

I due si sedettero a un tavolo libero.
N-è stato qui?
T-si
N-dov'è andato?
T-non è il caso che tu lo sappia
N-perché?
T-ascolta... lui ieri ti ha detto ciò che provava e tu te ne sei andato senza dire una parola
N-ma tu come lo sai?
T-cosa credevi venisse a fare qui Cesare tutte le mattine? Non veniva certo perché era cotto di me.
N-cos...? Aspetta... ti chiedeva davvero consigli?
T-non erano consigli....sperava sempre di riuscire a calmarsi prima di doverti vedere
N-io....
T-tu sei un ritardato se non te ne sei accorto.
N-ma...
T-senti, non sono io che ti devo parlare dei suoi sentimenti. E tu prima di parlare con lui dovresti capire i tuoi di sentimenti.
N-io non so cosa provo....
T-si vede. Molto. Senti, accetta il mio consiglio: datevi un po' di tempo. Tu cerca di capire ciò che provi e quando ci sarai riuscito parla con lui.
Nelson respirò rumorosamente e chiuse gli occhi.
N-d'accordo. Grazie.
Il ragazzo si alzò dal tavolo e si diresse verso l'uscita. Talitha rimase a guardarlo con compassione: aveva 27 anni ma in quel momento sembrava un quindicenne per la prima volta alle prese con l'amore

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