Capitolo 8

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Cesare si era diretto al suo solito bar.
T-tesoro lo sai che ho la ragazza, devi trovarti un'altra scopa-amica
C-voglio solo distrarmi
T-lo vedo, ma non contare su di me per farlo. Perché non vai in palestra?
C-per fare cosa esattamente?
T-non so, tira pugni al saccone, così ti sfoghi.
C-devo immaginare la faccia di Nelson o la mia sul saccone?
T-...ok, pessima idea...
C-ascolta Tali, lo so che stai cercando di darmi una mano.... ma io adesso ho bisogno di una sola persona, di Nelson, e lui è l'unico su cui ora non posso contare.
Talitha si avvicinò a quel ragazzo così abbattuto e lo abbracciò. Lo sentiva il suo dolore, la sua sofferenza. Lo stavano lentamente divorando dall'interno, insieme a quell'amore così bruciante e appassionato che lo stava distruggendo e ustionando.

Erano passati diversi giorni e per Nelson la situazione diventa sempre più pesante. Da quando Cesare si era dichiarato, lui aveva combattuto una lotta incessante contro le sue emozioni per riuscire a capirsi.
E in parte ci stava pure riuscendo!
Si era reso conto che i suoi sentimenti per il suo migliore amico andavano ben oltre l'amicizia, ma non sapeva come definirli: erano più forti di una cotta, ma non era paragonabili all'amore vero.
Sapeva di provare qualcosa però, e questo era già un bel passo avanti!
Si era deciso: sarebbe andato da Cesare e non sarebbe ritornato a casa finché.... finché..... non c'era una vera condizione.... lui non voleva tornare a casa, non senza Cesare.

Tonno era esausto, non capiva cosa stava succedendo tra i suoi due amici.

Nelson più volte era arrivato davanti a casa di Cesare ma mai aveva avuto in coraggio di entrare, fine a quel venerdì. Aveva preso coraggio e si era fatto aprire. Ci aveva messo un po' ma alla fine era entrato. Cesare era seduto sul divano con quella ragazza del bar.
Ne-Cesare...io...disturbo?
T-oh no no tranquillo io me ne stavo giusto andando
C-ma se sei appena arrivata?!
T-ho il turno al bar Cesare, devo scappare! Ciao Nelson!
C-ma sono le sette di sera...
Ne-emm ciao?

Talitha corse via con un sorrisino complice stampato in faccia.

C-perché sei qui.
Nelson sospirò e si sedette da parte al suo amco sul divano.
Cesare si immobilizzò. Non voleva fare nulla di compromettente.
N-ho pensato parecchio in questi giorni e ho capito che noi... che io...
C-....
N-è complicato da dire....
Nelson si guardava le mani e Cesare aveva lo sguardo puntato sulla televisione spenta.
Ne- io penso di provare qualcosa
Cesare rimase immobile a quell'affermazione ma il suo cuore iniziò a battere all'impazzata.
N-io non so esattamente cosa provo, ma so che è più dell'amicizia. E sarei pronto per stare con un ragazzo, per stare con te....
C-allora cosa ti blocca?
Ne-io non lo so. Forse è il fatto che è una cosa nuova, forse è il fatto che sei proprio tu....forse sono tutte e due messe assieme.
Cesare si girò per guardare il suo migliore amico. Non lasciava trasparire nessuna emozione.
C-Nelson devi iniziare a capirti. A capire i tuoi sentimenti.
N-Cesare....
Nelson iniziò ad abbassare lentamente gli occhi sulle labbra del suo amico.
Cesare cercava di trattenersi, non lo avrebbe baciato, non gli avrebbe messo fretta. Non lo avrebbe nemmeno sfiorati finché Nelson non avesse capito ciò che provava

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