L'inizio

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L'INIZIO

Non era semplice avere a che fare con William Santoro. Era un ragazzo solare, sveglio e intraprendente. Ma anche ficcanaso, sfrontato e poco rispettoso delle regole e suo Padre, non perdeva mai un occasione per farglielo notare.

-William, ne abbiamo già parlato. Non sfidarmi!-

William drizzò la schiena per lo spavento e del cibo gli cadde dal cucchiaio. Il ragazzò sbuffò. Insomma, possibile che suo Padre dovesse urlare sin dal mattino?!:

-Padre, non fate così. Ho fame!-

L'uomo strinse la tovaglia fra le mani per la rabbia, una figura femminile al suo fianco intervenne dicendo:

-Caro, non vi affaticate. Sono certa che vostro figlio stava solo scherzando.-

-Madre...-

Sua Madre gli fece cenno di tacere, dopodichè gli lanciò un occhiata che suggeriva di chiedere subito scusa a suo Padre. Ma William, sbuffò. La donna alzò gli occhi al cielo in segno di resa, mentre l'uomo riprese a mangiare come se nulla fosse.

Il silenzio piombò in quella sala all'istante e nessuno seppe più cosa dire.

William non voleva saperne di andare in Cina. Per anni gli era stato detto che, per diventare un vero sovrano, avrebbe dovuto superare un periodo di prova. E, questo periodo di prova, si sarebbe tenuto proprio in Cina siano a quando sarebbe stato necessario, per la crescita prosperosa della famiglia reale. Ovviamente questo riguardava tutte le casate reali. Non solo la sua. Ma per quanto lui sapesse, per quanto si rendesse conto che doveva andare, non voleva abbandonare i piaceri che aveva ad Arcadia: la sua fidanzata, i suoi amici, la sua libertà, e soprattutto, la sua casa, dove si sentiva davvero se stesso. Temeva che, se fosse andato via da lì, sarebbe cambiato tutto. E non voleva, no. Lui non voleva cambiare:

-William.-

Fu sua Madre a rompere quel silenzio:

-William!-

William scosse la testa, non si era reso conto di aver viaggiato troppo con i pensieri:

-Ditemi Madre.-

-Chiedi scusa a tuo Padre.-

Quando sentì quelle parole, strinse prima la mascella e poi i pugni, continuando a guardare verso il basso. Non sopportava di dover chiedere scusa per una cosa del genere, ma non sopportava neanche la troppa disciplina. Quindi, decise di fare quello che gli veniva più facile. E cioè sorridere, usando l'ironia per sentirsi meglio. Del resto, gli veniva così naturale:

-Allora?-

Insistette sua Madre:

-Madre. Ma per quale ragione ci stiamo scaldando tanto?-

Disse il ragazzo sorridendo e alzandosi d'un tratto dalla tavola:

-Non dovremmo essere così seri, no? Voglio dire, potrei imparare anche qui. Per quale ragione tutta questa fretta?-

-William hai 17 anni. Alla tua età dovresti già saper adoperare la spada correttamente. E invece, pensi solo a divertiti con quella serva e i suoi amici. Dovresti voltare pagina.-

William non prestò troppa attenzione a quelle parole, non voleva sentirle. Così si chinò verso il basso, fino a raggiungere il viso di sua Madre:

-Madre, quando siete diventata così bella? Dovreste avvertirmi.-

La donna non potè far a meno di sorridere. Conosceva suo figlio e, quando faceva così, sapeva che significava solo una cosa: non voleva affrontare l'argomento:

Your light and your darknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora