EMILY E WILLIAM.

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EMILY:

Emily fece per prendere il suo cucchiaio ma gli sfuggì inevitabilmente dalle dita, era troppo sovrappensiero. E non riusciva a mangiare. Il fratello se ne accorse e gli disse:

-Sorella, va tutto bene?-Le mani della ragazza presero a tremare, non riusciva a capire perché si stesse sentendo in quel modo. Ma solo una cosa era certa, doveva assicurarsi che William stesse bene, doveva chiedere più informazioni:-Sorella.-La ragazza si girò di scatto sorpresa. Da quanto tempo la stava chiamando?:-Jonas, scusami. Sto bene. Devo solo...riposare, ok?-Disse lei guardando altrove e sperando che il fratello non si accorgesse del suo strano stato emotivo.L'altro le prese la mano e annuì. Dopodiché riprese a mangiare. Emily sospirò, pensando che non c'era altro che potesse sgranocchiare se non quello, fino a domattina. Così, anche se non aveva un particolare appetito, per via delle circostanze, decise di sforzarsi e mangiare lo stesso. Oppure più tardi, ne avrebbe risentito il suo stesso stomaco.Improvvisamente, la porta della loro casa si spalancò e tre loschi figuri incappucciati entrarono. Emily sgranò gli occhi, sapeva benissimo chi fossero, ma non si aspettava minimamente una loro visita. Per giunta, dopo il tramonto:-C-cosa siete venuti a fare qui?-Disse lei sorpresa.Il più alto andò verso la ragazza, mentre gli altri due presero a sghignazzare alle sue spalle:-Ciao Emily.-Disse l'uomo con una estrema calma nella sua voce. La ragazza socchiuse gli occhi, cercando di capire quali fossero le sue intenzioni. Mentre Jonas li guardò terrorizzato, tant'è che il cucchiaio gli cadde a terra per lo spavento. E cominciò a tremare:-Oh. Povero ragazzo. Forse dovrebbe andare a dormire. Queste, sono cose da adulti, no?-Disse l'uomo con un ghigno stampato sul volto.Emily deglutì, capendo perfettamente tra le righe e disse a Jonas di andare a dormire e che poi lo avrebbe raggiunto. Il ragazzino, non se lo fece ripetere due volte che sgattaiolò via da lì in fretta e furia, chiudendosi la porta della cucina alle spalle:-Bene. Sei molto intelligente.-Prese a dire l'altro continuando a sorridere:-Che cosa vuoi Igor, sei venuto a fare il leccapiedi del tuo padrone?-Disse Emily con un espressione divertita sul suo volto. L'ultima cosa che voleva era mostrare la sua paura al nemico. Così si fece forza e continuò a mantenere quello sguardo. L'altro fece per annuire, ma poi con uno scatto buttò via le ciotole dal tavolo, così come i bicchieri e le posate, facendo un estremo rumore. Subito dopo la prese per il collo spingendola verso il tavolo. La presa, era molto stretta:-Ti diverti biondina? Non ci hai pagati questo mese! I debiti di tuo Padre, non sono mica finiti.-Le mani della ragazza afferrarono il braccio dell'uomo, cercando di tirarlo via. Ma era troppo forte per lei. Improvvisamente Emily sentì la porta della cucina aprirsi nuovamente. Era Jonas che, preoccupato, si era precipitato subito da lei esclamando il suo nome. Ma la sorella gli fece cenno di no, e l'altro indietreggiò spaventato:-Torna in camera Jonas.-Disse la ragazza, cercando di nascondere l'agitazione nella sua voce, poi proseguì dicendo:-Ci penso Io qui. Non temere, andrà tutto bene, te lo prometto.--Ti conviene ascoltarla ragazzino.-Intervenne l'altro facendo un ghigno. Il ragazzino indietreggiò impaurito. Ma non voleva andarsene di nuovo dopo aver visto ciò che l'uomo stava facendo a sua sorella. Doveva fare qualcosa:-Jonas, ti prego.-A quelle parole però Jonas, con molto dolore, decise di ascoltarla e richiuse la porta dietro a sé, senza aggiungere nulla.Emily sorrise, ma solo per poco. Poiché l'altro tornò a sbatterla ancora più forte contro il tavolino, provocandole anche un colpo sul ginocchio. Poiché quella stretta, le aveva fatto muovere anche le gambe, che avevano inevitabilmente sbattuto contro lo spigolo del tavolo:-Allora? Dove sono i soldi?-Esclamò Igor, stringendo ancora di più le mani attorno alla gola della ragazza:-Se mi farai del male, credi che te li darò? Te lo puoi anche scordare. Uccidermi, non è la soluzione ai tuoi problemi.-Disse Emily bleffando.Igor la lasciò improvvisamente, tornando ad osservarla poco dopo:-Che stai dicendo, donna? Dove sono i nostri soldi?-Emily si guardò intorno disorientata. Osservando gli oggetti disordinati nella sua cucina e pensando ad un modo per mandarli via. Dove poteva dire di averli nascosti? Nella credenza o forse sotto il letto, nella sua camera? Oppure, ancora meglio, poteva guadagnare tempo:-Domani, ve li porterò. Al tramonto.-Prese a dire a Igor, riprendendo ad osservarlo con una finta sicurezza che non fu affatto facile per lei da esternare. Poi l'altro socchiuse gli occhi e si voltò verso gli altri due, che fecero spallucce. Non riuscendo minimamente a consigliargli se c'era da fidarsi o meno di quella ragazza. D'un tratto però, Igor si tolse il cappuccio e il suo aspetto da uomo di mezza età si palesò davanti a Emily, che non poté far a meno di fissarlo. Non era la prima volta che lo vedeva in volto, ma difficilmente si mostrava agli altri senza cappuccio, e lo sapeva. Dato che conosceva le maniere di quegli uomini. Così come il loro stesso Padrone. Aveva frequentato per anni la loro locanda, per gli affari loschi e poco puliti di suo Padre, quindi si rendeva perfettamente conto di avere a che fare con degli strozzini. E non strozzini qualunque, quegli uomini erano proprio dei professionisti del male. Se osavi solo contraddirli o sperare di farla franca, ti uccidevano senza battere ciglio.Emily deglutì, cercando si sviare la mente da quei pensieri, per evitare che l'uomo potesse anche solo intuire un pochino che cosa gli frullava in testa. Igor si avvicinò ancora di più scrutandola dalla testa fino ai piedi. Quel lungo naso, era la cosa più inquietante che Emily avesse mai visto, così come quelle sopracciglia folte e quella pelle ruvida. Sembrava di stare guardando una creatura viscida e inebriante. Distolse lo sguardo improvvisamente e finta di nulla. Poi prese a guardarsi in giro, aspettando una risposta da parte di Igor e dei suoi scagnozzi:-Che ti prende biondina, sono il tuo sogno erotico?-Le disse lui avendo notato da un pezzo gli strani sguardi della ragazza e, girandosi verso i suoi compari, scoppiò a ridere insieme a loro divertito. Lei strinse i pugni. Non accettava di farsi prendere in giro da quelle bestie e, nonostante sapeva di non poter competere contro di loro, non riuscì a trattenersi ed esclamò:-Ma come osate?-I tre cessarono subito di ridere a quelle parole e presero a fissarla, curiosi delle intenzioni della ragazza:-Non solo vi presentate in casa mia, minacciando me e mio fratello, vi permettete anche di offendermi con le vostre sporche deduzioni su di me? Vi ho già dato un risposta, avrete i vostri soldi. Riferitelo al vostro Padrone da strapazzo, e ora andatevene!-La guardarono fisso per qualche secondo, poi presero a guardarsi tutti e tre scoppiando di nuovo a ridere. Emily li guardò allibita, chiedendosi che cosa avesse detto o fatto di sbagliato per risultare così divertente ai loro occhi. Ma la verità è che non c'era un motivo. A quei tipi piaceva così, poco importava il suo parere, il parere di una donna, per giunta schiava e con genitori morti da anni. Quale miglior occasione potevano avere quei tizi per divertirsi un po'?:-Emily, Emily, Emily...da quando sei diventata così disobbediente?-Disse l'altro accostandosi così tanto a lei, da ritrovarsela praticamente sotto il naso. La ragazza provò a spostarsi ma venne fermata dall'uomo che la prese per il colletto del suo vestito lercio e pieno di cucitore, facendola appoggiare inevitabilmente contro il piccolo mobiletto, dove erano rimaste delle patate, cotte poco prima da lei per la cena:-Lasciami Igor, vuoi uccidermi?-Gli disse Emily con un tono caparbio e nervoso. Purtroppo un difetto della ragazza era proprio quello di essere talmente intransigente, da non riuscire a controllarsi in certe situazioni. Non che non conoscesse il pericolo e non sapesse quando tacere, ma le era estremamente difficile a causa della sua testardaggine:-Se non ti uccido seduta stante è solo perché il mio Padrone me lo ha ordinato, piccola sgualdrina.-Le disse spingendola verso il basso e facendola cadere a terra. Alcune patate caddero con lei, rompendosi irrimediabilmente sul pavimento freddo e sporco della cucina.Emily non potè far a meno di guardarle, sentendosi così una delle persone più insignificanti della terra. Non riusciva neanche a mettere al sicuro del semplice cibo per lei e suo fratello, come poteva pensare di proteggere quest'ultimo? Una terribile rabbia la assalì, ma sapeva di non poter fare nulla in quel momento. Doveva solamente aspettare che quei tipi se ne andassero e farsi umiliare, poi avrebbe pensato a come agire:-E quello il tuo posto, in mezzo al marciume. Domani torneremo e, se non ci darai i soldi, sarà il tuo fratellino a pagarne il prezzo, hai capito?-Li osservò con un terribile sguardo di sfida, Igor fece per andare nuovamente verso di lei ma uno dei suoi uomini, precisamente quello alla sua sinistra, lo prese all'istante per la spalla e disse:-Igor, forse è meglio che non esageri. Se il Padrone scopre che sei stato tu a ridurla così, non ti perdonerà e ti darà in pasto ai cani.-L'uomo fece cenno ai due tagli della ragazza, uno alla gamba e l'altro al collo, che probabilmente le era stato fatto quando l'aveva afferrata con forza dal colletto, per poi spingerla verso il pavimento.Igor guardò l'altro. Sapeva che effettivamente il suo compagno, non aveva tutti i torti. Il loro Padrone, sapeva essere più crudele di loro quando ci si metteva.L'uomo fece un respiro profondo e guardò di nuovo il suo amico, così come l'altro che era rimasto dietro di loro ad osservare in silenzio, ma sempre con sguardo crudele e divertito. Poi tornò a guardare la ragazza e disse:-Ma sì, non ne vale la pena. Infondo è quello il posto di una donna, a pelare le patate. Andiamocene.-E fecero per girarsi andando verso l'uscita, ma uno dei tre uomini lanciò un ultimo calcio a una delle due sedie del tavolino prima di andarsene, sempre con un grandissimo ghigno in volto, poi raggiunse gli altri due continuando a ridere a crepapelle.Fu in quel momento che Jonas uscì e si precipitò per aiutare sua sorella ad alzarsi. Era rimasto tutto il tempo dietro la porta della cucina ad ascoltare, non si era mai veramente precipitato in camera sua. Come avrebbe potuto? Infondo, I suoi genitori avevano detto anche a lui di essere responsabile nei confronti della sua sorella, nonostante fosse il più piccolo. Quindi non avrebbe mai girato del tutto lo sguardo di fronte al pericolo, se c'era lei di mezzo. No, mai:-Sei stato bravo Jonas...-Le disse la ragazza abbracciandolo e lo sentì singhiozzare nella sua spalla, ciò la distrusse dentro. Doveva trovare un modo per farsi rispettare, per far sì che suo fratello venisse rispettato. Così una lampadina le si accese nella testa. Forse in oriente la situazione era diversa, forse lì le donne venivano rispettate alla pari degli uomini, e avrebbe potuto farsi strada diventando qualcuno o qualcosa?:-Ascolta.-Prese a dirgli Emily, chinandosi verso di lui e prendendolo per le spalle. Poi gli asciugò le lacrime e continuò dicendo:-Non permetterò a nessuno di farti del male, intesi? Ce ne andremo.-Jonas si accigliò, non capendo per niente le parole della sorella:-Eh? Ma dove? Questa è la nostra casa sorellina.-Emily sapeva quanto era importante per lui quella casa, ci era cresciuto ed era ancora troppo piccolo per capire certe dinamiche. E non gliene faceva di certo una colpa. Anzi era stato fin troppo coraggioso sino ad ora, dopo tutto quello che avevano passato. Ma non potevano più restare. Quegli uomini sarebbero arrivati il giorno dopo e lei, a quel punto, non avrebbe più potuto fare nulla per impedire che le facessero del male o che prendessero Jonas e lo portassero via. Quindi, prese a dire a suo fratello:-Jonas, tesoro. Domani quei tipi torneranno e se restiamo qui non potrò difenderti. Dobbiamo usare i nostri risparmi per andarcene.-Il fratellino mise il muso e distolse subito lo sguardo dalla sorella. Ma la ragazza con un mano gli prese il volto e lo girò verso di lei dicendo:-Fidati di me, ti prego.-Jonas la guardò per un pò prima di annuire, poi tornò ad abbracciarla con forza:-Andrà tutto bene, fratellino. Ti fidi di me?-Emily lo sentì dire:-Si, certo sorellina.-La ragazza sorrise, contenta di essere riuscita a convincerlo e pensò:"Sto arrivando William, sto venendo a cercarti."

Your light and your darknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora