•1 summer paradise

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l'estate era quasi finita, lo diceva tutto: il sole si stava schiarendo, i fiori stavano perdendo colore, l'idea di dover tornare a scuola stava smorzando l'entusiasmo in tutti i ragazzi; tutto si incupiva un po'... Ho sempre amato le stagioni fredde e il loro arrivo mi trasmette tranquillità contro la frenesia del caldo ma questa estate era passata troppo in fretta, ero stata bene e volevo avere ancora un po' di tempo per abituarmi al cambiamento, infatti non mi rendo ancora conto che sia ormai iniziato settembre, e con lui tutto il peso della routine indaffarata della mia vita. era stata un estate di cambiamenti, sopratutto di nuove amicizie: i campi parrocchiali come al solito non
avevano deluso, nonostante la mia fede in Dio sia pressoché inesistente se non addirittura nulla, ma gli amici come sempre lo hanno fatto pesare meno. Sono finita per caso in camera con due ragazze, che conoscevo certo, ma con cui non avevo mai avuto a che fare più di tanto: Daisy e Tris. Non eravamo solo noi certo ma con loro ho legato. Tra loro ho imparato a capire che non corrono buoni rapporti, almeno non in entrambe le vie: Tris non aveva mai visto di buon occhio Daisy per la sua relazione con Max, di cui era innamorata, ma non l'ha mai dato a vedere; a parte a me. non so come mai, ma un giorno, durante la camminata sotto le stelle limpide in montagna Tris ha fatto il tragitto al mio fianco, a parlare... Io non mi sono esposta per un po', finché non mi ha chiesto di me. Sapevo di non riuscire a raccontare tanto, non mi sono mai aperta con nessuno completamente; penso che se qualcuno sa tutto di me io sono vulnerabile. E io non posso permettermelo; ma le raccontai un po' di ciò che penso, della mia vita... È rimasta colpita da me; diceva che ero la sua nuova scoperta, che nonostante avesse sfasciato le sue amicizie una volta deciso che non me facevano bene, aveva trovato qualcuno. Lei è così: ha giudizi precisi e irremovibili per ogni persona, ma solo io li so... io e Miriam. Tris è molto insicura, fragile e codarda ma ha un gran cuore, sa ascoltare e pensare; cosa che non è facile trovare. Daisy invece è l'opposto: è una persona aperta, amichevole e molto dolce, cerca di fare di tutto per gli altri fino a consumare lei, non sa arrabbiarsi insomma; è mediocre quando fa la depressa a volte, ma fa parte del suo modo di essere aperta, e quando soffre lo lascia vedere a tutti... cosa che io non sarei in grado di fare.
Loro sono così, diverse, ma sono le amiche a cui tengo di più.

Poi ci sono stati i grest... oh quelli si che sono stati una scoperta! pesavo fossero uno stupidì modo per perdere tempo, ma i miei amici mi hanno costretta a partecipare, almeno una settimana, per provare; mi sono rimangiata tutto! È stato divertente, si balla si fanno giochi e gite... ma soprattutto so conosce gente: tipo lui...
Al ritorno dalla gita al lago ero in pullman in fondo in mezzo ai casinisti di cui a volte faccio parte, mi piace divertirmi, seduta tra Clary e David, che mi stringeva in una morsa fastidiosa per tenermi vicina e convincermi a andare da lui. Mi aveva messo in chiaro i suoi sentimenti un giorno al campo da baseball, dove io e Elen eravamo andate per vedere giocare il suo ragazzo, ma ero stata chiara dicendo che lo consideravo un amico, nulla di più. Evidentemente non aveva afferrato. La situazione stava diventando insopportabile e dovevo assolutamente uscire; cercai di sgomitare per fargli male per poi sgattaiolare più avanti in qualche sedile vuoto. Stavo per riuscire nel mio intento, ero ormai uscita dalle sue braccia e mi stavo alzando.... andando a sbattere contro un petto maschile e ricadendo seduta sulle gambe di quel maniaco che mi blocco le braccia
"ti ho ripresa" esultò
Il ragazzo si era girato verso di me e mi lanciava occhiate di scuse, avendo capito di aver bloccato la mia fuga, mente io lo fulminavo con gli occhi mente tiravo gomitate a David
"lasciala in pace" era stato lui a parlare, sembrava minaccioso e era un animatore per cui David mi lasciò andare subito alzando le mani alla testa; sospirai finalmente libera e andai a sedermi in un posto libero due file più in là. Stavo tirando fuori l'iPod quando sentii una voce:
"scusa per prima non volevo bloccarti" era quel tipo
"fa niente anzi grazie di avermi liberato da.. quello" gli ero debitrice, forse per un po' David mi avrebbe lasciata stare
"ma figurati... è solo uno scemo"
"già ..."
"se hai bisogno basta chiedere."
"grazie"
alzai gli occhi. I suoi mi sorridevano, erano sinceramente gentili con me ma ci vedevo qualcos'altro... si era pietà
gli facevo pena
sostenni il suo sguardo, ma mi feci più seria
"grazie davvero ma me la cavo da sola" era vero, avevo i miei amici, e non avevo bisogno di essere aiutata da un animatore che voleva fare buone azioni
"non ho dubbi era solo per dirtelo in caso ti infastidisse ancora e qualcuno dovesse mettere le cose in chiaro"
" in chiaro cosa scusa?" mi stava innervosendo, cosa stava facendo, mi prendeva a cuore?
"che non ti tocchi"
"e a te che importa?" si stava intromettendo troppo
"scusami.. ma non te la prendere, non voglio farmi i fatti tuoi ma penso non debba permettersi" aveva centrato il punto. abbassai gli occhi, ero stata troppo acida, in fondo voleva solo darmi una mano..
ora era seduto accanto a me
"Hey è occupato questo posto?"
"non credo"
"ti dispiace se rimango?"
"tranquillo" in fondo non mi aveva fatto nulla di male...
"oh Lollo vieni a animare un po' la gente?"
"Anna torna qua stiamo cantando Ed!"
i nostri amici ci avevano chiamato entrambi
"grazie ragazzi ma lo sto ascoltando anche io" sorrisi e mostrai le mie cuffiette, volevo stare un po' da sola, alzarono le spalle capendo di non dover insistere
"sto bene qui raga semai vengo dopo" Lorenzo, era così che si chiamava allora, aveva detto di voler rimanere con me, ancora non capivo
"per te va bene?" mi chiese preoccupato
"certo" ero decisa a capire le sue intenzioni
"allora ti chiami Anna! che bel nome, ma ti starebbe meglio Isabella..."
"perché?" sorrisi
"perché in latino vuol dire guerriera e hai degli occhi che uccidono"
mi misi a ridere, ho dei semplici occhi marroni....
" ti ho fatta ridere" disse entusiasta
era vero. Gli sorrisi
"raccontami di te, mi tranquillizzano le storie"
e inizio a parlare, io mi annotai a mente tutto quello che diceva: ama leggere, come me, scrive poesie ogni tanto... gli piace disegnare e guardare film... e mentre parlava lo guardavo, non lo avevo notato, ma era bello: aveva i capelli mossi corti, rossi-marroni schiariti dal sole; gli occhi verdi, o marroni o grigi ho imparato col tempo per via del meteo, una spruzzatina di lentiggini sulle guance, e un sorriso infernale, da chi fa lo stronzo, di chi sa di essere bello e lo dimostra.
"che c'è perché mi guardi?"
"niente è che abbiamo tanti interessi in comune"
"davvero? quali?" era sinceramente curioso
" anche io disegno, e amo l'arte in generale adoro letteratura e poesia, e suono il piano; ah e amo leggere, ho un amore incondizionato e immenso per i libri" era incredibile che amasse tutto questo
"quale libro stai leggendo?"
"leggo di tutto, in questo momento un fantasy"
"titolo?"
"Percy Jackson"
"non ci posso credere li ho letti anche io!"
"e a te sono piaciuti?"
"si, tu come li trovi?"
"belli, interessanti"
"ah io ti sposo!"
mi misi a ridere, era divertente parlare con quel ragazzo.
"voglio sapere tutto di te ora!"
"non amo parlare di me" dissi spostando gli occhi foto dal finestrino, era vero, anche se mi ispirava fiducia era troppo presto per diventare amici
"e poi siamo quasi arrivati" notai
"salvata dal tempo!" scherzò
"la prossima settimana sarai ancora ai grest?" mi chiese
"no... vado in vacanza" papà aveva prenotato la settimana sbagliata, avrei perso i grest e il concerto degli Arctic Monkeys!
"vorrà dire che mi dovrai dare il tuo numero!"
"345... " iniziai ridendo
"oh aspetta!" disse affrettandosi a prendere il cellulare
"non lo d'oro due volte!" scherzai
•••
"torna presto"
eravamo sul piazzale della chiesa, era l'ultimo giorno e domani sarei partita per una vacanza al mare
"lo farò" gli sorrisi
"non vedo l'ora" bisbigliò prima di farmi un veloce bacio sulla guancia; mi girai in fretta sperando che non mi vedesse arrossire e andai vedo casa.

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