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(piccolo salto temporale)

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18:57

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18:57

ha risposto alla tua storia:
Esausta, ma bella!💘

amore miooo!

E anche la seconda settimana di
lavoro è finita!🎉

già! questo venerdì è stato
tremendo

calcola in studio c'era una vecchietta
fissata con l'inter insieme a
sua nipote, non immagini
quando la ragazza mi ha
riconosciuto

Foto?

troppe amo😂

finito l'allenamento? pronto
per domani?

Ho fatto adesso la doccia,
tra poco arrivo a casa!

Carichissimo!💪🏻

Anche perché domani c'è
qualcuno di speciale allo
stadio🍀

uhm vero? e chi sarebbe?

La vecchietta che era
oggi allo studio, mi sembra
scontato

tu ci scherzi, ma domani
sono veramente allo stadio
quella signora con la nipote

Allora speriamo che mi
portino fortuna anche loro🤞🏻



Avevo appena acceso il gas per la moka quando sentii suonare il campanello.

«Amore mio» disse Nicolò non appena aprii la porta per baciarmi.
«Ciao anche a te amore» sorrisi sulle sue labbra.

«Guarda cosa ti ho portato!» disse con una bustina dell'inter.
«Una maglia di Lautaro?» chiesi ironicamente.
«Cosa?» dissi ricevendo un occhiataccia.
«Amore lo sai che scherzo» risi abbracciandolo.
«Io ormai mi sono offeso» disse buttandosi sfinito sul divano.

Mi avvicinai al divano e mi sedetti su di lui per baciarlo delicatamente.
«Potrei averti perdonato» disse lui baciandomi di nuovo.
«Allora?» chiesi. Lui mi guardò confuso non capendo.
«Certo che hai una memoria schifosa - risi - cosa c'è nella busta?»
«Oh giusto!» disse lui facendomi alzare della sue gambe per riprendere la busta che aveva precedentemente poggiato sul tavolo.

«Aprila» disse passandomela.

Presi la busta e con un sorriso enorme presi la maglia all'interno, Barella 23.

«È un modo per dirmi che domani devo venire allo stadio con la tua maglia?» chiesi sorridente alzandomi e mettendomi direttamente la maglia.

«Mi sembrava scontato - rise lui - mio dio, sei ancora più bella adesso» disse mettendomi le mani sui fianchi per baciarmi.

«Ho una domanda» dissi e lui mi fece segno di parlare.

«Sei consapevole che dentro questa casa ci sono all'incirca altre dieci maglie tue?» chiesi.

«Sì - rise lui - con la quale ho sudato talmente tanto che anche se sono lavate è meglio non rimetterle»

«Cos'è questo odore?» chiese poi.

«Cazzo, il caffè» dissi correndo in cucina per spegnere la moka.

«Il caffè a quest'ora?» chiese lui appoggiato allo stipite della porta.

«Non ci sono orari per il caffè!» dissi e lui alzò le mani in segno di resa.

«Senti - disse avvicinandosi a me lasciandomi bloccata davanti il bancone - che ne dici di ordinare la cena?»
«E cosa vuoi ordinare?» chiesi cercando di girarmi.
«Non saprei, pizza? Sushi? Indiano?» disse interrompendo ogni parola con un bacio sul mio collo, e ad ognuno partiva un brivido diverso.

«Indiano» dissi girandomi verso di lui per poi mettergli le braccia attorno al collo e baciarlo con passione. Lui mi prese per le cosce e mi fece sedere sul bancone.
Legai le mie gambe sulla sua vita e continuammo a baciarci.

«Direi di sbrigarci ad ordinare prima che mi scordi» disse lui staccandosi un attimo dal bacio.
«E chiama - gli baciai la mascella - cosa stai - gli baciai il collo - aspettando?»

«Fanculo il cibo» disse lui baciandomi per poi prendermi in braccio e portarmi un camera da letto.

«Fanculo il cibo» disse lui baciandomi per poi prendermi in braccio e portarmi un camera da letto

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𝐈𝐍𝐒𝐓𝐀𝐆𝐑𝐀𝐌, nicolò barellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora