ᴄʜᴀᴘᴛᴇʀ ᴛᴡᴏ: ᴇᴜᴘʜᴏʀɪᴀ

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ᴅᴀʏ ᴛᴡᴏ - ᴘᴀʀᴛ ᴏɴᴇ

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Le coperte avvolgevano il corpo di Jungkook come rampicanti spinati che stritolano un animale morente

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Le coperte avvolgevano il corpo di Jungkook come rampicanti spinati che stritolano un animale morente.
Le aveva strette intorno alla gola, intorno alle gambe, e non faceva nulla per liberarsene.
Il ruolo di animale morente gli si addiceva, forse perché infondo così tanto vivo non lo era mai stato.

Eppure, quella mattina era in qualche modo diversa, perché stavolta, nel mezzo dei rampicanti che lo soffocavano, c'erano di mezzo anche un paio di braccia sottili, delicate, che invece di soffocarlo lo avvolgevano, lo proteggevano. Le mani di Taehyung erano poggiate sul suo cuore.

Che posizione buffa, aveva pensato il ragazzo dai capelli corvini del nostro racconto. Taehyung voleva forse proteggere il suo cuore?
Forse non lo sapeva, Taehyung, che il suo muscolo cardiaco non ne valeva la pena, che amare ormai non lo sapeva fare più?

Ad amare ci vuole talento, come un attitudine, un po' come quando si suona uno strumento musicale.
O sei bravo e le corde, i tasti, sai sfiorarli per creare una sinfonia senza farti male, o invece viene fuori il suono più stridulo che si possa fare.

E che pateticità, pensava Jungkook ogni volta, spacciare quelle due note tremolanti per musica, cercando di venderle a qualcuno.
Che Taehyung avesse pessimo gusto musicale?

«Buongiorno, Kookie.»
Una voce roca gli sfiorò l'orecchio e Jungkook non potè evitare di arrosire.

«Hei.» Sussurrò in risposta il ragazzo, lasciando che Taehyung salisse su di lui, poggiando la guancia sul petto.

«Così riesco a sentire il tuo cuore che batte.»

«Ah, quindi funziona...» Jungkook ridacchiò, arruffando con la mano i capelli ondulati dell'altro, lentamente.

Una cosa che aveva capito di quello strano ragazzo era che non gli piaceva che i suoi capelli, in qualche modo, venissero toccati in maniera troppo rude.

Al tatto sembravano morbidi, troppo morbidi, come se fossero quasi finti.

Il viso di Taehyung era ciò che però aveva realmente attirato la sua attenzione.
Aveva delle leggere occhiaie, la pelle olivastra che sembrava morbida come pane cinese, le palpebre chiuse che trasmettevano un senso di pace.

«Certo che funziona.
Batte forte ora, dovresti sentire.
Sembra quasi che stia suonando una canzone.»

«Una canzone?» Mormorò a bassa voce il corvino, il nodo alla gola sempre più grande.

«Sì.»

«E che canzone starebbe suonando?»

Taehyung alzò lo sguardo, poggiando il mento sul petto dell'altro. Sorrise leggermente, mentre la mano destra scendeva lungo l'addome di Jungkook, fino all'orlo dei boxer.

«Una canzone tristissima.
La canzone più triste del mondo.
Una canzone che parla di un bambino solo che gira per i vicoli di Seoul con un violino con una corda sola.
Il bambino suona una musica bellissima, ma nessuno gli presta attenzione perché tutti pensano che stia imbrogliando.
Come sarebbe possibile suonare una sinfonia così dolce con un violino tutto rotto? Eppure è tutto vero.
Un giorno l'unica corda del violino si spezza e il bambino non suona più.
Nello stesso giorno sparisce.
Il bambino con il violino con una corda sola scompare, ma la gente non se ne accorge, perché non aveva nessuno, anche se aveva passato tutti i suoi giorni a suonare in attesa di qualcuno che gli dicesse che era bravo.
Il tuo cuore suona una canzone che parla di questo.»

Jungkook deglutì, lo sguardo al soffitto per non far scendere le lacrime, mentre Taehyung accarezzava la sua intimità dura al di sopra dei boxer.

«Posso, Jungkook?»

Il corvino si limitò ad annuire e il moro non aspettò molto prima di abbassare l'elastico e prendere tra le mani il membro duro dell'altro.
Dio, Jungkook era così duro che sarebbe venuto subito, ne era sicuro.

«Jungkook...» Taehyung strinse la mano, portandola su e giù. «Come ti vedi tra cinque anni?»

Il corvino gemette, la mano che stringeva il viso del moro, il bacino che accompagnava il movimento della mano sollevandosi ed abbassandosi.

«Tra cinque anni mi vedo in una stanza con una finestra sola. La stanza è piena di libri, sono tantissimi. Ma non così tanti da farmi sentire soffocato.
Il numero giusto per riempire le sedie ed il divano, così non mi accorgo di quanto sono solo, mentre guardo fuori. Fuori piove.»

Jungkook fece a malapena in tempo a finire la frase che venne, schizzando sul proprio ventre, il petto che si sollevava ed abbassava velocemente.

Taehyung leccò via lo sperma dalla sua pelle nivea, per poi lasciare un bacio al centro del suo petto, ritornando a poggiarsi su di esso, il sonno che ricompariva sul suo viso olivastro.

«Sono sicuro che tra cinque anni non sarai solo in quella stanza.
Ci sarò anch'io, te lo prometto.»

«Davvero?»

«Davvero.» Mentì il moro.

» Mentì il moro

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ᴇᴜᴘʜᴏʀɪᴀ

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 01, 2021 ⏰

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