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난 미치지만 넌 그게 좋아해 / sono pazzo, ma ti piace / I'm crazy but you like that
(I bite back)


–Non vedi come ti stanno controllando le tue emozioni? È quasi divertente.

L'espressione di Minho rimase la stessa, benché fosse cambiato qualcosa dentro di lui.

–Non ho tempo per questo. Dov'è lui? E cosa vuoi che faccia perché tu lo liberi?

–Patetico.– disse la donna, abbassando l'arma. –Mi piacevi quasi, ma ora sei così noioso.

–Anche se ti fossi piaciuto, cosa vuoi che m'importi? Stai cercando di minacciarmi o no?– chiese Minho, alzando un sopracciglio.

–Avrei lasciato un posto libero per te tra i nostri. Sembri intelligente.

Minho sorrise. –Cosa ti fa pensare che passerei dalla vostra parte? Mi hai letteralmente derubato. L'hai detto anche tu, sono intelligente, non come qualcuno qui.– disse Minho, alzando la sua mano, quella che non era ancora sul colletto della donna, e picchiettando un indice sulla sua testa.

–Perché non mi trovi intelligente? Sono ricca, ora.

Minho sbuffò, stanco dei giochetti perdi tempo. –Alla fine di questa giornata lo scoprirai, forse.– disse, lasciando andare la sua maglia e oltrepassandola, camminando in direzione dell'entrata del capannone.

–Hey hey, dove stai andando?

Minho chiuse gli occhi, cercando di restare calmo nonostante la presa sul suo braccio. –A riprendermi il mio amico.

–Anche se entrerai là dentro, non lo troverai.

–Non è qui?

La donna alzò le spalle.

–Se non la smetti giuro che ti uccido.

Minho fece di testa sua, entrando nell'edificio e guardandosi intorno. Era in un grande spazio vuoto. C'erano numerosi uomini lungo i bordi, verso le mura, ma di Jisung nemmeno l'ombra. Era tutto così silenzioso, fin troppo silenzioso. Lo scrutavano immobili, i loro occhi ghiacciati. Intuiva che tutti loro fossero probabilmente armati, non avrebbe potuto fare alcun passo falso o sarebbe finita male per lui. E per quanto fosse vero che non gli interessasse di sopravvivere, il solo pensiero di lasciare Jisung solo gli faceva male.

–Allora, ti piace ciò che vedi?– gli chiese la donna, raggiungendolo nel frattempo.

–Se lui non è qui, allora dimmi perché l'hai rapito di nuovo e cosa vuoi perché possa andarsene.– disse Minho, sforzandosi di restare calmo.

–Te l'ho già detto. Avete parlato alla polizia.

–Non puoi andare avanti a rapire gente ed aspettarti che tutti ti ascoltino come burattini.– disse Minho, fissando gli uomini nella stanza mano a mano che si spostava lungo le pareti.

–Di solito le persone hanno paura di morire. Non come voi due idioti suicidi.

–Manipolazione emotiva. Dovresti tenerti lontana da psicologia.– commentò Minho, facendo una smorfia non appena incontrò una zona del capannone illuminata da un raggio di sole, proveniente da una finestra in alto. L'aria era saturata da polvere, la quale scendeva lenta a terra come fosse neve.

–Non so di cosa tu stia parlando.

–Ovvio che non lo sai. Ignorante.– mormorò Minho, estendendo il suo sguardo il più lontano possibile, scorrendolo lungo delle casse poste verso il fondo del magazzino.

of these chains | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora