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너에 대해서 말해줄래요 / parlami di te /  tell me about you


Jisung era seduto sul letto, sommerso tra i vari cuscini, il peluche-gatto che era sempre stato presente sulle sue gambe, tenuto fermo mediante una mano. L'altra mano era alzata, sorreggendo il cellulare, sul cui schermo aveva passato vari minuti ormai a scorrere il dito.

Minho gli aveva detto che sarebbe tornato verso le quattro del pomeriggio, quindi Jisung aveva deciso di aspettarlo anziché uscire da qualche parte. Quel giorno era uno di quelli in cui voleva stare solo con il suo ragazzo.

Lasciò il cellulare sul comodino, una volta annoiato, e iniziò a giocare con le orecchie del peluche, tirandole delicatamente. Si domandò perché Minho avesse qualcosa del genere sul suo letto. Non si sarebbe mai fatto problemi rispetto a qualcosa di simile, era solo curioso. Aveva qualche significato, o forse era solo un altro dei regali di Felix?

Alzò la testa, trascinando lo sguardo sulle pareti e sui mobili ormai liberi dagli sticker che una volta vi erano stati appiccicati. Li aveva tolti, come gli aveva preannunciato quel giorno.

–E allora perché tu sei ancora qui?– mormorò Jisung, diretto al peluche.

Sentì la porta aprirsi e i passi di qualcuno camminare all'interno dell'appartamento, dopo aver richiuso l'entrata.

–Ah, sei qui?

Jisung spostò la testa, sorridendo al suo ragazzo. –Mh-mh. Ti stavo aspettando.

–Come mai?– chiese Minho, togliendosi le scarpe e lanciando le chiavi dell'auto sulla tavola, poi dirigendosi verso il letto su cui era seduto Jisung.

Alzò le spalle. –Volevo stare con te.– ammise.

Minho gli fece segno di fargli spazio, per quanto fosse possibile su quel letto, e poi gli si sedette vicino, lasciando che Jisung si accoccolasse a lui, il peluche ancora tra le sue braccia.

–Anch'io voglio stare con te. Sono stanco di andare in giro, studiare, camminare, ascoltare persone poco interessanti...

–Felix sta bene?– chiese Jisung.

–Mhm, sta bene. Sta migliorando.

Felix. Si era preso una brutta febbre nonostante fosse ancora fin troppo presto per ammalarsi, e Jisung aveva intuito che Minho fosse passato a trovarlo. L'ammalato gli aveva chiesto di restare a casa perché tanto qualcun altro gli avrebbe portato le medicine al posto suo, e il fatto che Minho si fosse trattenuto fuori casa piuttosto a lungo, gli aveva fatto credere di aver pensato bene. Ed evidentemente era proprio così.

–Minho.

–Dimmi.

Jisung alzò il peluche davanti agli occhi del ragazzo. –Questo?

Minho sorrise, afferrando il gatto. –Cosa vuoi sapere?

–Non lo so, è l'unico peluche nell'intera casa. Era un regalo?

Minho scrollò le spalle. –Beh, una volta lo era stato, un regalo, suppongo.– disse. –Ma è passato fin troppo tempo perché io possa ricordarlo. Era il peluche con cui  dormivo quando ero piccolo.– spiegò.

–Oh.– sussurrò Jisung, la sua mente immersa in scene immaginarie di come potesse essere stata l'infanzia di Minho.

–È un po' imbarazzante..– mormorò Minho. –ma avevo bisogno di questo gattino per dormire. Non riuscivo a farlo altrimenti. E non solo quando ero piccolo piccolo. Non so per quanti anni io abbia continuato a dormirci. Forse addirittura fino alle medie?

of these chains | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora