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Alle sei suonò la sveglia, alle sette iniziava un nuovo turno in ospedale. La sua vita era un continuo svegliarsi di notte per paura di non alzarsi in tempo. Quando aveva il turno di mattina non dormiva quasi per niente, si svegliava alle tre e di scatto controllava l'orologio non riuscendo più ad addormentarsi. Ma pur svegliandosi molto prima del dovuto, non si alzava fino all'ultimo secondo, fino a quando quella maledetta sveglia non suonava, solo a quel punto decideva di affrontare la giornata. Dormiva talmente poco da non riuscire più a distinguere ciò viveva da ciò che sognava e ogni mattina pensava di saltare il tirocinio e rimanere a letto, ma alla fine si alzava sempre.

Odiava le mattine, perché doveva pulire i pazienti. E se c'era una cosa che proprio non sopportava era mettere le mani nelle feci degli altri o nelle loro parti intime. Ano, scroto, tristi peni pendenti e vagine appassite, questo gli riservavano le mattinate nel reparto di geriatria. Si sentiva stupido a farlo e pensava a quanto fosse un controsenso studiare per tenere il culo pulito agli altri. E non c'erano giorni buoni e giorni cattivi, erano tutti giorni di merda per Fulvio.

Come ogni mattina, fece tutto ciò che c'era da fare, senza batter ciglio. Verso le 10.30 andò a prendersi un caffè. Alle macchinette incontrò un uomo molto più grande di lui e non riuscì a fare a meno di notare il piercing che portava all'orecchio. "Sai dove sta chirurgia addominale?" chiese lui. La sua mente però era troppo concentrata su quell'orecchino, -questo ha l'età di mio padre e ha ancora l'orecchino- pensava.

L'uomo ripeté la domanda, molto più stizzito questa volta.

"Al secondo" rispose distrattamente.

"Ah, ma allora non sei muto!" e tirò a dritto col suo orecchino, sentendosi più forte, più sveglio e più giovane di Fulvio.

Il turno finì. Aveva imparato in fretta, Fulvio. Gli era bastato farsi uno schema mentale perché le attività erano sempre le stesse. Ma pur avendo imparato, sentiva dentro di sé una terribile angoscia che lo accompagnava per tutto il tempo che trascorreva dentro l'ospedale.

I giorni di VenereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora