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La sveglia suona incessante come tutte le mattine. Odio davvero il suo suono. Assonnato mi metto seduto e mi stiracchio, stropicciandomi un occhio. Spengo la sveglia e guardando l'ora, 7:20.
Mi alzo e goffamente rifaccio il mio letto. Mi sento stanco sta mattina, sarà che sono andato a letto tardi.
Non pensandoci più vado in bagno per prepararmi. Opto per un maglioncino bianco a maniche lunghe ma non è troppo pesante e un pantalone beige.

Prendo dalla cucina una piccola brocca riempiendola d'acqua per poi ritornare in camera e aprire la finestra che porta al balcone. Vado verso i miei fiori e con cura inizio ad innaffiarli. Senza pensarci guardo in direzione della finestra di Jungkook e ci metto un po' a capire che ce la sua figura di schiena, con solo un asciugamano in vita.
Rimango un attimo spiazzato per poi girarmi velocemente imbarazzato.
Ma cosa sto facendo!? La sua schiena era davvero muscolosa e la sua pelle candida. Scuoto la testa per i miei stupidi pensieri e velocemente rientro in camera chiudendo la finestra.

Preparo le ultime cose prima di scendere in negozio ma l'immagine di prima non vuole lasciare la mia mente. Taehyung riprenditi sembri un ragazzino delle medie!

Prendo i libri e le chiavi, esco di casa chiudendo la porta e poi scendo le scale che portano al negozio.
Appoggio le mie cose sul bancone, vado verso la porta, la apro girando il cartellino con scritto "Aperto".
Torno al bancone, prendo il mio quaderno, posto nella mensola al di sotto, dove ho scritto tutti i prodotti che mi hanno chiesto i clienti per i prossimi giorni, sfoglio fino alla pagina di oggi pronto per lavorare.

Leggo il primo cliente.
- Insonnia dovuta dall'ansia.
Tisana. 9:00

Sono le 8, inizio subito a cercare la pianta giusta per questo cliente nel mio giardino.
La passiflora penso sia perfetta. Con delle forbici taglio due gambi di questo fiore e torno in negozio.
La porta si apre e Jungkook appare davanti a me.
«Buongiorno!» entra venendo verso di me.
«B-buongiorno!» l'immagine di prima mi torna in mente. Mi do un pizzicotto sulla mano per riprendermi.
«Già a lavoro?» annuisco.
«Che combini?» chiede curioso guardando i due fiori sul bancone.
«Ah, preparo una tisana per un cliente che soffre di insonnia dovuta dall'ansia.»,
«Wow, sei fantastico.» arrossisco mormorando un "grazie".

«Vai agli allenamenti?» chiedo guardando la sua borsa.
«Si. Senti Tae questo weekend sei impegnato?» quasi non mi affogo con la mia stessa saliva a quella domanda.
Mi schiarisco la gola.
«N-no, perché?» facendo finta di nulla inizio a preparare la tisana davanti agli occhi di Jungkook.
«Mi chiedevo se avessi voglia di fare qualcosa, qualsiasi cosa mi va bene.» deglutisco.
«Oh, si c-certo.» mi fermo guardandolo.
«D'accordo, allora ne riparliamo sta sera okey?» annuisco sorridendo.
«Ci vediamo!» mi saluta con la mano e stessa cosa faccio io prima che esca dal negozio.
Mi accascio sulla sedia, faccio un lungo respiro portandomi la mano al petto. Maledetto Jungkook...

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«Grazie ancora per la tisana.»
«Si figuri, mi faccia sapere se ha funzionato.» faccio un inchino salutando il cliente.
Guardo l'ora, sono le 10. Strano che la signora Cho non sia ancora arrivata.

Continuo con il mio lavoro fino alla pausa pranzo.
Mangio un Gyeran-Ppang poiché non ho molta fame, ho anche mal di testa.
Cerco di non pensarci e decido di telefonare alla signora Cho.
Dopo pochi secondi di attesa mi risponde.
«Pronto?» la sua voce gracile mi risponde.
«Pronto signora Cho, sono Tae
«Oh, TaeTae
«Scusi il disturbo, l'ho chiamata perché non vedendola oggi in negozio mi sono molto preoccupato.»
«Come sei caro, mi dispiace di non essere riuscita a passare, ieri ho preso una storta nel mio orto, per un paio di giorni non riuscirò a venire in negozio.» dice triste.
«Mi dispiace davvero tanto, sta bene?» chiedo preoccupato.
«Sisi certo, non ti preoccupare.»
«Se ce qualcosa che posso fare per lei sono disponibile.»
«Ti ringrazio, ma non devi preoccuparti di niente.» sento la sua voce più allegra.
«Se vuole posso portare io i fiori da suo marito e non si preoccupi, offro tutto io.» sento che tira sul con naso commossa.
«Sei davvero un bravo ragazzo.
Ti ringrazio profondamente.»
«Ma si figuri, a presto allora.» ci salutiamo per poi terminare la chiamata.

Riprendo il lavoro alternando lo studio nei momenti liberi.
Mi sento stanco e affaticato. Guardo l'ora, sono le 6. Decido di chiudere un ora prima così potrò portare i fiori al cimitero.
Chiudo a chiave la porta del negozio, girando il cartellino, e tenendo i fiori mi incammino verso il cimitero.
Il cielo inizia a riempirsi di nuvole e anche il vento si alza. Avrei dovuto prendere una giacca e l'ombrello.
Dopo un po' di minuti finalmente arrivo.
Appoggio i fiori delicatamente e faccio una piccola preghiera.
Una goccia d'acqua mi bagna la guancia, sta iniziando a piovere così aumento il passo per tornare a casa.

La pioggia inizia a scendere più abbondante e i miei vestiti a bagnarsi.
Cavolo non ci voleva. Inizio a correre sperando di arrivare a casa il prima possibile.
Mi fermo per riprendere fiato quando sento il rombo di una moto fermarsi di fianco a me.
Mi giro verso questa persona che contemporaneamente alza la visiera del casco.
«Taehyung! Che cavolo fai sotto la pioggia!» Jungkook? Ha una moto?
«È una lunga storia!» sento l'acqua scivolare lungo il mio viso e i capelli appiccicarsi. Mi fissa per alcuni secondi. (?)
«Salta su.» è bagnato anche se un po' meno di me.
«Non fa niente pos-» mi interrompe.
«Niente scuse sali! O ci bagneremo ancora di più!» con un sospiro salgo sulla moto.
«Reggiti a me!» stringo le braccia intorno al suo addome e il mio petto aderisce alla sua schiena.

Stringo gli occhi sprofondando con la faccia nella sua schiena. Purtroppo non ha un altro casco con se, è una fortuna averlo incontrato.
Il cuore mi batte all'impazzata, stare così con lui mi fa provare diverse emozioni, vorrei tanto che mi stringesse tra le sue braccia. Nonostante la pioggia riesco a sentire il calore del suo corpo e il suo profumo... o forse sono io che vado a fuoco.

Dopo pochissimi minuti arriviamo al negozio ma non si ferma, svolta l'angolo e si ferma davanti a un garage.
Spegne la moto e mi aiuta a scendere, apre velocemente il suo garage dicendomi di entrare. Dopodiché spinge la moto all'interno e lo chiude.
Ci fissiamo per alcuni secondi in silenzio e mi sento molto imbarazzato.
Scuote la testa riprendendosi.
Non capisco.
«Stai bene?» mi chiede.
«Si, sono solo un po' stanco. Grazie per il passaggio.» dico spostandomi una ciocca di capelli dalla fronte.
«Figurati, siamo vicini di casa non potevo lasciarti sotto la pioggia.» annuisco.
«Se vuoi puoi salire un attimo da me, giusto il tempo che smetta di piovere.» mi sta invitando ad entrare in casa sua!?
Tremo per il freddo e mi scappa uno starnuto. Ride e mi fa cenno di seguirlo. Imbarazzato lo seguo. Saliamo un paio di scale, arrivati davanti alla porta di casa sua prende le chiavi dalla sua tasca e apre la porta.
«Entra pure, scusa il disordine.»
«Assolutamente, scusa per il disturbo.» mi da un pizzicotto sulla guancia.
«Ahia!» dico col broncio.
«Smettila di preoccuparti, piuttosto...» mi afferra per un polso avvicinandomi a lui e..

Appoggia una mano sulla mia fronte. Che stupido ho pensato stesse per baciarmi. Arrossisco al pensiero.
«Stai bene? Sei caldo, perché sei diventato rosso all'improvviso?» ancora più imbarazzato mi allontano dal suo tocco.
«S-sto bene! Non preoccupnon faccio in tempo a finire la frase che un capogiro mi fa perdere l'equilibrio e quasi cadere, ma prontamente Jungkook mi afferra per la vita e da un polso, attirandomi a se.
«Dicevi?» dice quasi beffardo.
Appoggio una mano sulla fronte cercando di riprendermi.
«Tae, hai la febbre.» continua a tenermi stretto a lui e penso che potrei svenire da un momento all'altro.
«S-sto bene.» lo sento sospirare.
«Starai qui da me finché non smette di piovere, quindi non voglio sentire lamentele.» alzo lo sguardo su di lui.
«È meglio che torni a casa mia, potrei passarti la febbre.» mi tira di nuovo una guancia.
Tutto questo contatto fisico in così poco tempo mi sta facendo perdere la testa.
«Cosa ho detto? Se appena smette di piovere vorrai tornare a casa tua allora ti riaccompagnerò, fino ad allora starai qui.» dice con un tono che non accetta repliche.
Rassegnato, annuisco e lui mi sorride.

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