CAPITOLO 2

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《Buongiorno prof, scusate per il ritardo solo che non trovavo la classe e mi ero persa》
Scusa pensata al momento.
La professoressa stava per uccidermi con lo sguardo ma si limitó a ridurmi uno straccio con le sue solite frasi:《Se già ai primi giorni di scuola arrivi in ritardo immagginiamo gli altri giorni dell'anno. Se abiti lontano scendi prima, i tuoi compagni alle 8.00 precise sono giù e appena suona la campanella salgono senza fare storie》
Io facevo finta di ascoltare cercando tra i banchi Maddie, la mia migliore amica. La intravidi, era seduta vicino ad Ugo un ragazzo cicciottello che assomigliava ad un orso di peluche da abbracciare fortissimo fino a romperlo. Gli feci un cenno con la mano per salutarla e lei ricambió. Quando quella pazza finì di sgridarmi mi spostai tra i banchi ma erano tutti occupati tranne due vuolti al penultimo ed ultimo posto nella fila contro il muro.
《Perfetto》pensai.
Mi sedetti rivolta verso il muro e "buttai" lo zaino sulla sedia vicina.
Entrarono Paolo e Francesco a cui la prof fece la mia stessa ramanzina ma con una bella nota. Lo sguardo di Paolo vagava in cerca di un posto libero ed io gli indicai la sedia libera vicino alla mia. Lui mi guardò e mi venne vicino. Francesco rimase lì fissato da tutte le ragazze con la bava alla bocca. Poi si spostò e si mise nel banco dietro. La prof dopo l'interruzione cominciò a spiegare gli argomenti fatti l'anno precedente ed io presi appunti tanto per far vedere che facevo qualcosa. Ero distrutta, era un incubo dopo le vacanze ritornare a scuola.
《Saraceni Alessandra!》
L'urlo della prof mi fece svegliare dal mio coma scolastico.
《Dica prof》risposi con un sorrisino finto.
《Smettila di dormire. Cerca di seguire. La letteratura di quest'anno è difficile se non viene capita》ribattè la prof.
Sbuffai e annuii.
Mi sentii toccare la schiena mi girai e vidi due occhi blu che mi fissavano con intensità.
《Che cazzo vuoi?》chiesi sputando acido mentre giravo la testa verso di lui.
《Sei in quel periodo del mese. Sembri uscita dal manicomio》ribattè lui.
《Francè ma che vuoi?》dissi alquanto imbarazzata.
Mi sorrise e mi mise in mano un fogliettino.
Mi girai di nuovo in avanti appoggiai la testa al muro e lo aprii.

"Perché mi odi?"

《Non so perché ma mi da fastidio vederlo ogni volta con una ragazza diversa che usa solo per divertirsi》pensai ma scrissi:《Non lo so》
Lo buttai dentro non sapendo se l'avesse visto.
Dopo pochi minuti me ne arrivò un altro arrotolato come una pallina.
"Non puoi non saperlo, non puoi odiarmi senza un motivo. Qual'è?"
《Ma che vuole non lo so significa che non lo so》dissi sottovoce. Strappai il foglietto e lo buttai sotto il banco. Passai un'ora con le cuffie alle orecchie e la testa sul banco con gli occhi chiusi, ero stanca anche se ero sveglia da ormai più di 2 ore. I pensieri giravano nella mia testa per conto loro come foglie portate dal vento. Mi svegliai perché Paolo mi diede una spinta.
《Ale è già la seconda volta che ti addormenti》disse lui con tono serio.
《Vai in bagno e sciacquati la faccia》proseguì.
Ascoltai il suo consiglio ed alzai la mano.
《Prof posso andare in bagno?》
《Vai ma non starci troppo》rispose lei.
Mi alzai ed uscii dalla classe.
I bagni erano sempre uguali, mattonelle verde muschio per i muri e per il pavimento mattonelle bianche. Erano simili a quelli delle elementari solo che i bagni maschili erano divisi da quelli femminili. Per fortuna aggiungerei.
Mi piegai leggermente per sciacquarmi la faccia nel lavandino. Rimasi con gli occhi chiusi per qualche secondo poi mi rialzai e vidi la mia sagoma sullo specchio, non era sola.
C'era anche una sagoma maschile dietro di me. Mi girai e incontrai i suoi occhi.
《Francesco, che fai nel bagno delle ragazze?》
《Volevo parlarti》
《Perché?》
《Perché non mi hai risposto più al bigliettino, l'hai stappato》
《Ti odio basta non c'è un motivo》
《Cambierai idea se ti porto in bagno con me, ma se non sarà così dovrai perforza dirmi il perché non puoi scappare e siccome sei stressata un po di sano sesso ti farebbe sentire molto meglio》
《Primo tu non mi porti da nessuna parte, secondo non sono stressata e terzo ti odio perché ti odio, non c'è un motivo e se c'è non lo conosco》
《Non dire stronzate non si può odiare senza motivo, forse quello che provi non è odio ma amore e non c'è un motivo per quello》
Il silenzio per qualche secondo regnò sovrano.
《Non è vero, non esiste che mi piace un ragazzo come te》
《Hai esitato quindi quello che ho detto non è del tutto falso》
Lo guardai in silenzio poi uscii dal bagno per andare in classe senza girarmi dietro.
《Chi si credeva si essere》pensai.
Continuai a camminare ma sentii una stretta forte al braccio e mi girai.
《Non potrai negarlo per sempre》disse tra i denti.

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