Magnate [Jeon Jungkook]

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Il lunedì mattina era il mio giorno libero settimanale dato che il Magnate Café chiudeva.
Il weekend era stato bello impegnativo e dopo che Jungkook e Jimin erano andati via la sera precedente, Heejin aveva faticato a prendere sonno e noi con lei, per cui quella mattina il mio unico piano sarebbe stato quello di poltrire nel mio letto fino a quando la mia schiena non avrebbe gridato 'dolore'. La casa era silenziosa e vuota dato che Heejin e Soomin erano rispettivamente all'asilo e a lavoro, quindi mi sarei riposata nel migliore dei modi, ma ben presto il mio piano fu letteralmente rovinato quando una superstar mondiale con gli occhi a cerbiatto ma allo stesso tempo maliziosi, mi chiamò alle 9.30 del mattino.
Nonostante fossi sorpresa da quella chiamata, decisi di rispondergli immediatamente per via della curiosità.

"Pronto?"

"Buongiorno Ara-ssi, sto passando a prenderti."

"Cosa...perchè? Io voglio dormireee.."

"Dai, devo fare una cosa e ho bisogno di un parere femminile. Non metterti la gonna o un vestito."

"Aspetta, cosa dobbiamo fa-..."

Tuttavia, non ebbi neanche il tempo di finire la frase che Jungkook aveva già riattaccato.
Il panico, due secondi dopo, prese possesso del mio corpo facendomi frullare in testa venti domande al minuto: perché aveva chiamato me? Cosa dovevamo fare? Cosa dovevo indossare?
Ancora più confusa, mi alzai velocemente dal letto e mi fiondai in bagno per una doccia veloce. Come aveva detto Jungkook, non misi né gonne né vestiti, ma un semplice jeans e una maglia nera abbinata ai miei stivaletti del medesimo colore. Feci giusto in tempo a mettermi un po' di mascara e prendere la mia borsa che il corvino mi fece uno squillo, facendomi intendere che fosse giù.

Quella mattina si rivelò una giornata di continue sorprese poiché oltre a non aspettarmi di vederlo, non mi aspettavo neanche di ritrovarmelo vestito completamente di nero con jeans stretti e giubbotto di pelle, appoggiato ad una moto. Una maledetta moto nera. Probabilmente per non farsi riconoscere non aveva tolto il casco, ma lo rendeva solo più misterioso e affascinante.

"Buongiorno!" mi disse con una voce ovattata per via del casco.

"Bella moto!" gli sorrisi.

"Tieni, salta su." mi rispose, porgendomi un secondo casco che indossai immediatamente. Le moto mi piacevano da matti.

In ogni caso non me lo feci ripetere due volte e una volta salita, non mi feci neanche molti problemi a stringere le mie braccia intorno alla sua stretta, ma muscolosa vita.
Il fatto che Jungkook fosse famoso e desiderato in tutto il mondo insieme ai suoi sei amici, non mi toccava per nulla. La sua fama non mi interessava, ma soprattutto non mi interessava fare colpo su di lui.
Certo, non potevo non ammettere che fosse un bellissimo ragazzo, ma il mio passato aveva cambiato la mia vita e ancora influenzava le relazioni del mio presente, quindi al momento non avevo intenzione di uscire sentimentalmente con ragazzi, soprattutto con superstar che vivevano a 4 ore di distanza.
Sperai solo che fra noi potesse nascere una bella e genuina amicizia poiché in sole poche ore si era rivelato una ragazzo molto gentile ed educato, ma soprattutto con la testa sulle spalle.

Da quella splendida moto e con il vento fra i capelli, riuscì a godermi ogni strada di Busan che percorremmo, ma il tragitto purtroppo non durò a lungo, circa 20 minuti grazie al traffico scorrevole dovuto sicuramente all'orario.
Il corvino si fermò in un quartiere abbastanza lussuoso della città, dove grandi e nuovi grattaceli ed il mare a pochi isolati da noi facevano da cornice alla splendida giornata.

"Vieni, dobbiamo salire in questo palazzo." mi disse Jungkook, che rimase ancora con il casco indosso.

Io ingenuamente lo tolsi, pentendomene quando notai come il ragazzo -prontamente- adagiò sul mio viso degli occhiali da sole e subito dopo una mascherina nera.