Capitolo 2

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L'Oceano ha scelto te!

Oceania

DUE MESI PRIMA

Santa Monica, Los Angeles.

M

i sento soffocare, la mia casa mi sembra ogni giorno più piccola. Come se mi stesse per schiacciare, come se mi si attorcigliasse attorno al collo come un enorme boa constrictor. Mi manca il respiro. Ho quarantun anni e sono finito. La mia carriera è finita, la mia vita sentimentale è una merda, la mia famiglia non esiste. Se non bastasse il mio migliore amico nel giro di poco tempo si è sposato, ha messo su casa e si sta riproducendo alla velocità di un criceto. E io, che fino a poco fa credevo di sentirmi felice, appagato, mi ritrovo solo in questo posto che ora sento freddo e inospitale. È quasi un anno esatto che non scrivo, produco o dirigo nulla. Ho girato giusto un episodio di una serie tv. L'ho fatto per Martin, il mio manager, e per tener buona la stampa che sta iniziando a malignare sul mio blocco. Blocco che peraltro esiste, eccome. Veder raggiungere la felicità per quello che considero un fratello ha contribuito a spalancarmi gli occhi e mandarmi in depressione.

La mia vita fa schifo. Desidero solo allontanarmi da tutto e tutti. Dalle pressioni, da mia madre che mi chiede un erede, da mio padre che già festeggia la mia carriera finita ad appena quarant'anni, dalla mia solitudine. Fisso fuori dalla finestra. La spiaggia e l'oceano. Oceano che mi ha sempre calmato, aiutato a rilassarmi nei momenti di maggior tensione, ma che ora non mi dice niente.

Faccio zapping alla tv, cambio canale a ritmo di cinque secondi per volta finché non finisco su un programma di intrattenimento e di viaggi. Si parla dei luoghi più sperduti del mondo, difficili e quasi impossibili da raggiungere. E subito mi balza in mente un'idea malsana. Disintossicarmi da questa città nevrotica, immensa e dispersiva. Allontanarmi dalla civiltà per ritrovare me stesso.

«Al terzo posto abbiamo Bouvet, in Norvegia. Pensa, Jonathan, che il centro abitato più vicino è situato a duemila chilometri di distanza, pazzesco!»

No, non va bene. Decisamente troppo freddo. Non voglio le palle ghiacciate. Se devo farlo, voglio un luogo caldo.

«Al secondo posto le isole di Orba Co, situate in Tibet. Monica, la loro particolarità è che si trovano a più di cinquemila chilometri di altitudine.»

Anche questo è di sicuro da escludere. Ci manca che mi venga un'embolia celebrale.

«Al primo posto nella classifica dei luoghi più difficili da raggiungere l'isola di Rapa Iti, nella Polinesia Francese. Isola dalla natura incontaminata, è la più a sud delle isole australi. È sprovvista di aeroporto e l'unico modo per raggiungerla è una traversata in nave della bellezza di duecentocinquanta ore dalla meravigliosa Tahiti.»

Un viaggio non per tutti... Forse vedere l'oceano Pacifico da un'altra angolazione mi può far bene.

I soldi non sono un problema e se mi venisse l'ispirazione potrei sempre lavorare anche da là. Mi basta una presa di corrente, acqua e cibo. Una strana eccitazione mi monta dentro, segno che sono sulla strada giusta. Così decido di prendere il toro per le corna. In un attimo sono al laptop a controllare i voli per Tahiti. Non so ancora quanto starò via. Può essere una settimana come un mese. Chiamo al volo la mia agenzia viaggi di fiducia e in un attimo mi faccio prenotare l'aereo, tutto il resto sarà un'avventura. Stasera, ore 21.45, parto dal Los Angeles Airport per la Polinesia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 15, 2021 ⏰

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