capitolo 1

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(T/n) pov

"Chissà un giorno ci rivedremo, forse..." faccio quel sogno da ormai 3 mesi se non di più "Forse. . ." replicavo sempre io a quel ragazzo sul ciglio della strada.
Ogni volta il sogno si interrompe sempre subito dopo.

Era un sabato abbastanza soleggiato, quindi mi alzai e andai in cucina, trovai un bigliettino colorato di giallo sul frigorifero sul quale c'era scritto: "io e papà dovremmo tornare da lavoro questa sera, per favore se non hai ancora terminato i compiti delle vacanze gradirei che li finissi quest' oggi", girai il foglio per vedere se c'era altro: "passa anche l'aspirapolvere e porta fuori la spazzatura, grazie"

Sbuffai di malavoglia, per fortuna i compiti li avevo già finiti la settimana scorsa, mi cambiai e feci colazione, poi decisi di fare quelle 2 faccende di casa.
Passai l'aspirapolvere sia al piano di sotto che quello di sopra e dopo mezz'oretta lo finii di passare in tutta la casa, dato che non era una casa troppo piccola mi ero stancata un po' quindi decisi di riposarmi 5 minuti sul divano.
Ne passarono 10 invece, non appena vidi l'ora mi alzai subito, presi la spazzatura e mi avviai verso la porta ma non appena la aprii vidi il postino davanti che stava per suonare il campanello

Postino: "Oh è stata veloce"

Cercò qualcosa nella sua borsa a tracolla per qualche secondo poi tirò fuori una lettera

Postino: "Per la signorina (Tuo/cognome) (Tuo/nome)"

(T/n): "Si, sono io"

Postino: "Ecco a lei"

Me la diede in mano, sentii che c'era qualcosa di più duro oltre ad un foglio di carta.
Subito dopo tirò fuori un foglio

Postino: "Potrebbe firmare?"

(T/n): "Eemmh. . ."

Avevo la lettera nella mano sinistra e la spazzatura nella destra, stavo per posare la spazzatura quando il dolce postino mi fermò

Postino: "Glie la butto io non si preoccupi"

(T/n): "Grazie mille"

Diedi la spazzatura al postino e presi in mano la penna, poi firmai il foglio che mi aveva gentilmente dato.

(T/n): "Arrivederci, e grazie ancora"

Postino: "A lei"

Chiusi la porta e mi buttai sul divano per vedere di che si trattava, la girai e lessi l'indirizzo... ERA DELLA UA.
La scartai velocemente e cadette per terra un pezzo di plastica, partì un ologramma di All Mait dove mi spiegava alcune cose ma ero talmente in ansia che di quel breve discorso, che per me era durato anni, capii solamente "Dunque sei stata ammessa al liceo UA" inutile dire che feci i salti di gioia, era da anni che sognavo di entrare in quella scuola.
Corsi al piano di sopra, nella mia camera, e presi il cellulare, digitai immediatamente il numero di mia madre e la chiamai.
Dopo qualche minuto mi rispose.

(Nome/madre): "Amore sono molto impegnata, ho scritto quello che devi fare su un fogliettino di carta"

(T/n): "certo mà, VOLEVO DIRTI CHE SONO STATA AMMESSA ALLA YUEI MI E' ARRIVATA LA LETTERA 5 MINUTI FA'"

(N/m): "Oh, è fantastico tesoro"

(T/n): "Allora perché non mi sembri molto entusiasta?"

(N/m): "Scusa è che ho da fare, ti prometto che sta sera prima di arrivare a casa io e papà ti prenderemmo una torta e festeggeremo insieme"

(T/n): "Va bene, grazie cia-"

Mi buttò la chiamata in faccia.

(T/n): "O- vabbè provo a chiamare papà..."

Mio padre invece, come credevo, non mi rispose neanche.
Non erano cattivi genitori, gli volevo un sacco di bene, erano semplicemente... assenti, il che li rendeva pessimi genitori.

 Decisi di riguardare il video di All Mait per intero, ero in parte delusa, per la reazione dei miei genitori, in parte emozionata, perché finalmente sarei potuta andare della migliore scuola per heroes del Giappone.
Lessi anche la lettera che era d'entro la busta che mi aveva dato il postino, avrei incominciato gli studi i 15 giorni successivi.

Alla prova d'ammissione avevo conosciuto una ragazza dalla pelle e capelli completamente rosa, era stata lei ad attaccare bottone con me chiedendomi in cosa consisteva il mio quirk.

(T/n): "Scusa ma tra poco, quando quelle porte si apriranno ed avrà inizio l'esame, io e te diventeremo rivali, se ti dicessi il mio quik potresti usarlo per avvantaggiarti"

Asido: "Anche se ti dicessi che non è vero non me lo diresti comunque, ci ho provato, me lo dirai dopo l'esame"

(T/n): "Perché insisti tanto?"

Ashido: "Sinceramente sembri l'unica con un po' di stile"

(T/n): "Oh beh, grazie"

Poi sentimmo una voce urlare urlare "Everybody, are you ready?", subito dopo si aprirono le porte e le persone iniziarono a correre verso l'interno, così feci anch' io

Ashido: "Buona fortuna"

(T/n): "Non mi serve"

Riuscii ad abbattere una quarantina di robot almeno e non appena uscirono i risultati della prova pratica scoprii che mi avevano dato ben 21 punti salvataggio dati dai professori.
La scuola sarebbe iniziata i 15 giorni successivi.

Scrissi alla "ragazza rosa", che a fine prova mi diede il suo numero, se anche lei fosse passata.
Purtroppo dopo aver terminato l'esame non abbiamo avuto modo di parlare molto dato che dovevo tornare immediatamente a casa, anche se in quei giorni a grosso modo ci eravamo tenute in contatto.
Mi rispose che la lettera non le era ancora arrivata e che non sapeva nulla sui risultati dell'esame, mi dispiacque molto perché in qualche modo le andai a sbattere il fatto di essere passata, ma lei mi tranquillizzò dicendomi che non era niente.

Il pomeriggio passò e si fece presto sera, stavo aspettando i miei genitori già da una mezz'oretta poiché mi avevano detto che sarebbero tornati per le 19:30 (sette e mezza), così li chiamai.
Come sempre chiamai mia madre, anche perché c'erano poche probabilità che mio padre mi rispondesse.

(N/m): "Amore sono imbottigliata nel traffico, tra un quarto d'ora o poco più sarò di ritorno a casa"

(T/n): "Va bene, invece sai qualcosa di papà"

(N/m): "Ah si, resta a dormire fuori dato che domani deve essere lontano da casa a lavorare"

(T/n): "Mmmhh ok, almeno la torta sei riuscita a prenderla?"

(N/m): "No mi dispiace, però nella dispensa ci dovrebbe essere qualche muffin"

Riattaccai il telefono salutandola, iniziai a preparare già la cena.
Mia madre rientrò a casa verso le 8 di sera, cenammo immediatamente, però anche se ero a tavola con lei mi sentivo come se fossi da sola.

Mia madre andò a letto subito dopo, sfinita, io invece restai in salotto a guardarmi un film, thriller, al piano di sotto.
Poi me ne andai a dormire anche io e come ogni notte sognavo quel ragazzo, che mi sembrava piuttosto famigliare, dirmi "Chissà un giorno ci rivedremo, forse..." e io, come ogni volta, ripetergli "Forse. . ."

Gli opposti si attraggono - Dabi X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora