Era il 31 Ottobre 2021 e l'incubo tornò, anche quella notte.
Elizabeth si svegliò in un bagno di sudore, urlando a squarciagola e toccandosi il collo.
Lei era sempre la protagonista del sogno e vi compariva sempre anche quell'orribile scarafaggio; epoche differenti, episodi diversi, ma la visione finiva sempre nello stesso modo: la sua testa veniva mozzata da una ghigliottina.
Questa volta era imbarcata su un vascello, battente bandiera inglese, e indossava abiti dell'epoca della guerra con le Colonie americane.
Il veliero era sprofondato in un enorme gorgo nel triangolo delle Bermuda e non era mai giunto a destinazione, ma lei era sopravvissuta; dopo il naufragio si era risvegliata in una capanna, stesa su una panca di legno e vestita solo di una tunica bianca.
Si era chiesta come fosse giunta in quel luogo e, come se l'avesse invocato, un enorme e orribile insetto nero era comparso all'ingresso della baracca.
Era un essere orripilante e sopra le mascelle pelose spiccava una specie di antenna luminescente.
Poi l'essere cambiò forma, era un mutante; si trasformò, con contrazioni e contorsioni, in un uomo, giovane e bello.
Elizabeth, ancora sconvolta e sudata dopo l'incubo, rammentò la voce gutturale che bofonchiava qualcosa in un linguaggio incomprensibile e due indigene entrare nella capanna con cibarie e una tagliola, che lui utilizzò per tagliare della frutta prima di offrirgliela.
Scosse il capo, come per scacciare il ricordo, poi un movimento la distrasse e lo vide.
Era seduto, in carne e ossa e in elegante doppiopetto blu, nella sua poltroncina preferita.
Elizabeth urlò.
«E' ora che vi dica la verità sul mio conto, mia cara. Io vi ho scelta, secoli fa, come mia compagna, ma non eravate pronta. Non potevate comprendere. Ho atteso a lungo questo momento, questo secolo, la vostra età matura, il vostro elevato grado d'istruzione. Ora potrete accettarmi, sono un mutante proveniente da un mondo lontano, da un'altra galassia. Ho vissuto secoli in attesa della vostra comprensione. Mille volte vi ho incontrata e ogni volta ho dovuto uccidervi, dopo avervi clonata per farvi rinascere in un'epoca successiva. Secoli, secoli e molte vite, avete dovuto percorrere, per diventare colei che vivrà con me per l'eternità e mi aiuterà a ripopolare il mio mondo.»
Elizabeth era basita. Non più spaventata, ma allibita. Come si era permesso quell'essere, quell'alieno, di usarla in quel modo per i suoi scopi? Che schifo, l'idea di ripopolare un mondo con uno scarafaggio!
Decise di fargliela pagare. Ricordava di avere una scatola di Avana nel comodino e la prese, ne estrasse un sigaro e chiese: «Mai provato il sigaro alla grappa?»
Poi immerse il cilindro di tabacco in una delle bottiglie che usava per i suoi esperimenti di dottoranda in chimica, e gliela offrì.
«Fumata per accordo matrimoniale?»
Lui sorrise e accettò il sigaro.
Quando lo accese, Elizabeth era già uscita dalla camera e l'esplosione distrusse solo quella stanza e parte del tetto.
Del mutante non rimase che cenere aliena.