L'armadio di Pugsley

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Gli Addams erano veramente una famiglia strana; forse strana era dire poco, però erano tutti molto gentili con Mano. Quello che era abbastanza chiaro a Mano, era che la famiglia non fosse al completo. Si sentiva parlare di uno zio in vacanza in uno dei luoghi caldi del pianeta, località che il resto degli Addams ignorava completamente. Effettivamente Mano aveva notato, sullo stesso corridoio al primo piano dove c'era anche la sua camera, una stanza chiusa con una targa in ottone inchiodata sulla porta e questa citava: "Zio Fester". Se questo zio fosse stato bizzarro anche sola la metà del cugino Itt, allora Mano aveva da temere il suo ritorno, o forse no.

Una mattina, Mano era sceso al piano terra. Era la fine di novembre, viveva lì da poche settimane, e quando entrò nel salone principale notò il camino acceso; Morticia era seduta sulla sua poltrona di vimini intenta a sbrogliare una matassa di lana e Gomez se ne stava comodo su una poltrona di velluto rosso, anch'esso vicino al camino. Nessuno dei due udì Mano arrivare, e Mano non fece in modo di farsi sentire.

«Te lo hanno pubblicato, tesoro?» chiese Morticia in quel momento, continuando ad arrotolare la lana sbrogliata su una mano.

«Mmm... Vediamo... Sì!» Gomez sembrava sorpreso e raggiante.

«Molto bene!» La voce della donna era ferma, ma il tono era caldo.

«Cercasi urgentemente domestica o domestico per aiuto casalingo h24. Offriamo vitto e alloggio e un giorno libero a settimana.»

«È molto preciso, caro» disse lei, con voce strascicata e la solita dolcezza nel rivolgersi a marito.

«Ce la faremo, Tissi?»

«Ma certo Gomez, ma non mandiamo la mamma alla porta questa volta, se dovesse suonare il campanello... Lo sai, tende a spaventare le persone.»

L'uomo assentì, continuando a cercare tra gli annunci.

«Hai ragione, cara. Andrò io la prossima volta. Ti ricordi quando ha accolto quella donna con una rana stecchita in mano?!» disse, aggiustandosi i baffi neri con due dita, poi voltò la pagina del giornale.

In quel momento suonò il campanello e Gomez balzò in piedi.

«Tissi, per favore... potresti salire dai ragazzi? L'altra volta quella dolcissima signora si è spaventata quando abbiamo detto che l'esplosione che aveva sentito era solo Pugsley che giocava con gli esplosivi che gli avevamo regalato a Natale.»

Morticia si alzò. «Hai ragione caro. Vado subito, tu non farla aspettare.»

Mano si nascose sotto la poltrona di Gomez per non farsi vedere e godersi la scena quando l'uomo avrebbe aperto la porta. Quale governante avrebbe accettato un lavoro in quella casa? E se lo avesse fatto, quanti giorni sarebbe durata? Gomez era già arrivato al portone d'ingresso, controllò che la moglie fosse sparita su per le scale, poi si decise ad aprire. Quello che vide, in attesa sul portico, avrebbe fatto sbiancare il volto di Mano, se solo ne avesse avuto uno. Di certo quello di Gomez era impallidito ancor più del normale.

*

«Tisssssiiiiii...» urlò Gomez in direzione delle scale. Sembrava un urlo terrorizzato ma Mano notò un sorriso sghembo apparire sulle labbra dell'uomo; un baffo nero più alto dell'altro. «Tisssssiiiiii...» urlò ancora, la sua voce era stonata.

Morticia corse giù per le scale e Mano si sporse di più da sotto la poltrona.

«Gomez!» La donna portò le mani alla bocca.

Un uomo alto, che dico, una bestia d'uomo dalle spalle larghe più di un metro sovrastava Gomez e sembrava riempire l'intero spazio del portone aperto. Era gigante e come aprì bocca disse: «Chiamato?»

The Addams family and the tales of HalloweenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora