Nightmare

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Giorgio pov

Saranno le 3 o le 4, non lo so. So solo che la mia fronte è imperlata di sudore e per poco non ho urlato. Guardo il soffitto e penso all'incubo che mi perseguita ormai da troppo. Sospirando lascio il letto, strisciando i piedi fino a camera tua, aprendo piano la porta, avendo paura di svegliarti, anche se è proprio ciò che stavo per fare.

"Alex... hey, Alex" ti chiamo, toccandoti la spalla con l'indice, per poi scuoterti un po', certo che hai il sonno davvero pesante.

Finalmente apri gli occhi e mi guardi interrogativo. Dopo pochi secondi però non perdi tempo a farmi spazio tra le coperte, abbracciandomi forte e accarezzandomi i capelli.

"Ancora quel brutto sogno?" Mi chiedi sotto voce, io mi limito a scuotere la testa e a stringermi a te.

"Ho sentito dire che raccontare i sogni li fa sembrare meno spaventosi, potrei aiutarti a non averlo più. Ti va di parlarmene?" Chiedi, lasciandomi un bacio leggero sulla punta del naso, abbastanza arrossata a causa del freddo di novembre.

"Non lo capiresti" dico, ridacchiando un po'.
"Vedi che non sono così stupido" ridi anche tu, guardandomi poi in modo dolce e comprensivo.

Prendo un respiro, facendo mescolare i nostri sguardi e iniziando a ricordare
"Ci siamo io e te, in macchina, fuori è un caldo tardo-pomeriggio di estate. Stiamo andando in riva al mare, come mi avevi promesso. Eccoci arrivati, stiamo sugli scogli fini a sera, poi decidiamo di ritirarci. Poi... ricordo solo una brusca frenata e i tuoi occhi spalancati".
Finisco di raccontare, non ti ho mai descritto il sogno fino a questo punto a causa delle lacrime, che si sono appena presentate. Tu le asciughi immediatamente, baciandomi ancora e ancora.

"Avresti dovuto dirmelo prima Gio, ti avrebbe fatto stare meglio. In ogni caso non ci pensare più piccolo, io sono qui. Era solo un brutto sogno" finisci di rassicurarmi mentre mi abbracci più forte, accarezzandomi la guancia.

"Già, solo un brutto sogno" ripeto io calmandomi, iniziando a riprendere sonno. Proprio prima di immergermi nel mondo dei sogni, una vocina mi fa aprire un occhio.

"Papino... perché sei di nuovo nella vecchia camera tua e di papà?"

"Stasera dormo con papà tesoro. A proposito, vuoi dargli la buonanotte?" Chiedo a nostra figlia. Tu la guardi aprendo le braccia, ma lei indietreggia e fa per uscire.

"Papino... quante volte te lo devo dire, non c'è... nessuno li con te" e dopo ciò chiuse la porta, andandosene.

Mi giro verso di te, ma improvvisamente non ci sei più. Porto al viso il cuscino che conserva ancora il tuo odore e riprendo ad abbracciarlo. Forse sei sceso a fare colazione o forse sei già andato a lavoro. Forse stai aspettando in macchina che la nostra piccolina finisca di prepararsi per accompagnarla a scuola, o forse sei andato a fare una passeggiata.
Forse sei un riva al mare a scattare qualche foto, o forse sei sdraiato sull'asfalto della strada poco più avanti, privo di sensi e coperto da pezzi di vetro, mentre tuo marito piange in modo straziante e chiama i soccorsi ormai inutilmente.

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