Capitolo 6

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Jimin era agitatissimo.

In meno di mezz'ora, BunnyMignotta avrebbe bussato alla sua porta.

C'era l'eventualità che fosse un assassino, ma aveva pregato a lungo in quei giorni per far sì che tutto andasse bene.

Doveva mantenere salda la fede di fronte a quella sfida che gli era stata mandata dall'alto.

Il suo compito era quello di redimire quell'anima persa, non avrebbe fallito.

Proprio mentre continuava a fare su e giù per l'appartamento, il suono del citofono spezzò il silenzio circostante, facendogli perdere un battito.

Per un breve secondo, pensò di tirarsi indietro e di non procedere oltre, ma poi si disse che era stato educato per fare del bene ed aiutare il prossimo.

Con quella consapevolezza stampata in mente, si fece coraggio ed aprì la porta.

Davanti a lui c'era un ragazzo, con i capelli neri come la notte, lunghi fino al collo e disordinati. Alle orecchie aveva più piercing di quelli che una persona normale avrebbe dovuto avere e, inoltre, ne aveva anche uno sul sopracciglio destro e sull'angolo del labbro inferiore. Dalle maniche alzate del maglione nero che indossava si poteva intravedere un avambraccio tatuato.

Jimin deglutì, spaventato.

Quel giovane era il doppio di lui, sia di altezza che di corporatura.

All'improvviso, quell'opera di carità non gli pareva più così geniale.

"BunnyMignotta?" Sussurrò, sotto shock, oramai consapevole di aver invitato un delinquente in casa.

L'ospite, ancora sul pianerottolo, lo stava studiando con i suoi occhi scuri e grandi, finché una scintilla di consapevolezza li attraversò.

"Tu sei il figlio del reverendo." Disse in tono piatto, riconoscendolo.

"Ecco io..." iniziò a dire il più grande, nel panico.

"Mi hai ingannato."

"Non è come sembra..."

Sul volto di BunnyMignotta comparve un ghigno sinistro, che non prometteva nullo di buono

"Vieni con me." Ordinò, trascinando il biondino all'interno dell'appartamento ed entrando a sua volta.

"Cosa fai?" Chiese timoroso Jimin, quando l'altro si chiuse la porta di casa alle spalle.

"Faccio quello per cui mi hai fatto venire." Rispose candidamente, facendo un sorriso finto che gli scoprì i denti bianchi. "Ti scopo."

Il biondino fu attraversato da un brivido di terrore.

"Ma io non..."

"Mentire non è forse peccato?" Lo incalzò il corvino. "Ti sei finto un'altra persona per ingannarmi."

"Ma l'ho fatto per una buona causa."

"Non me ne frega un cazzo della tua buona causa. Tu mi hai promesso che avrei potuto fotterti oggi alle ore sedici. E non puoi rimangiarti la parola." Spiegò con calma glaciale, spingendo Jimin con la faccia contro il muro e portando una mano a coppa sul suo sedere. "Hai un culo perfetto."

"Ti prego." Iniziò a piangere il più basso.

"Di cosa mi preghi, hyung?" Lo prese in giro BunnyMignotta, passandogli la lingua sull'orecchio. "Devi prenderti la responsabilità delle tue azioni, mentire è peccato."

"Per favore io... scusami. Ma, non lo fare." Supplicò, mentre i palmi aperti del corvino gli risalivano le cosce con indolenza.

"Non fare cosa?" Incalzò, spingendogli il membro coperto dai pantaloni contro un fianco. "Non vuoi che io mi prenda la tua verginità? Forse avresti dovuto pensarci prima di dare ad uno sconosciuto il tuo indirizzo di casa con la promessa di dargli il culo, non credi?"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 04, 2021 ⏰

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Il diavolo e l'acqua santa || JIKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora