Capitolo 27

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Dovevano essere all'incirca le cinque del mattino. Gli occhi gli bruciavano nonostante fossero ancora chiusi. Era decisamente mattina. Si stropicciò gli occhi con i dorsi delle mani, aprendoli leggermente. Riconobbe subito la poltrona della sua camera da letto. Almeno sono a casa mia.

Si alzò sui gomiti, rendendosi conto di non essere solo nel letto. Benedetta. Benedetta? Cazzo Cazzo Cazzo. Si avvicinò al volto della ragazza, scostando appena le coperte. Constatò che fosse ancora vestita come la sera prima, nonostante il trucco le fosse colato lungo le guance ed il rossetto sulle labbra fosse leggermente sbavato ai lati.

« Benni. Hey, sveglia ». Il ragazzo le toccò piano la spalla scoperta, scuotendola appena. Federico era sempre stato un galantuomo e nonostante in quel momento si sentisse profondamente in colpa e volesse solamente averla fuori da quel letto, non avrebbe mai acquisito un comportamento violento nei suoi confronti. Si sentii ancora più in colpa quando pensò all'atteggiamento avuto con Beatrice un mese prima. Lo stomaco gli si chiuse in una morsa di dolore, proprio quando Benedetta decise ad aprire gli occhi.

« Giorno Fede, hai dormito bene? ». Si era alzata appena con gli occhi ancora semichiusi. I capelli arruffati la rendevano ancora più buffa. Era una bella ragazza, inutile negarlo. Se solo non fosse stato innamorato di Beatrice, lui e l'amica avrebbero formato una bellissima coppia.

« Ero così ubriaco, ho dormito come un sasso ». Risero entrambi di gusto. Federico faceva ancora fatica, dopo la sbronza della scorsa notte, la testa gli pulsava ad ogni gesto. Chiuse gli occhi, pensando a quei pochi ricordi della serata appena trascorsa.

« Non è successo niente, Benni, giusto? ». Si girò di scatto verso la ragazza che gli rispose con un sorriso sincero scuotendo la testa. Federico sospirò piano. Sapeva che quel gesto stesse ferendo la ragazza al suo fianco, ma non poté che essere sollevato dopo la conferma di esserle stato ancora una volta immensamente fedele.

« Però farei attenzione a cosa diranno le testate giornalistiche, dalle storie Instagram di ieri sera non si direbbe. Noi lo sappiamo, ma loro no ». Federico toccò a tentoni il letto, afferrando l'Iphone. Le storie postate facevano capire tutt'altro. Erano avvinghiati l'uno all'altra, con i visi a nemmeno cinque centimentri di distanza. Fronte contro fronte, Federico che la stringeva per il bacino e Benedetta con le braccia avvinghiate al suo collo. Non c'era decisamente nulla di casto in tutto ciò. Il calciatore si portò una mano sul viso stropicciandosi gli occhi. Se avesse avuto almeno un'ultima chance con Beatrice, adesso era definitivamente sparita nel nulla. La conosceva come le sue tasche, in questo momento la sua Bubi lo stava completamente cancellando dalla sua vita.

« Io andrei, se non ti dispiace. Devo portare fuori i cani ». Federico annuii, curandosi poco dell'amica. In quel momento l'ultimo dei suoi pensieri era Benedetta ed i suoi cani, seppur l'avesse aiutato a dimenticare Beatrice per un po'.

Federico si era alzato dal letto mettendosi una maglietta a caso trovata ai piedi del letto. Non si ricordava granché della serata, anche perché era iniziata con un solo scopo, quello di dimenticarla. Si trascinò al bagno per lavarsi la faccia per poi prepararsi dei cereali e sedersi sull'isola della cucina. È proprio una giornata di merda.

Aveva sbirciato un po' i social, che non avevano perso tempo a emettere sentenze sulla nuova relazione con l'influencer Benedetta Quagli, sbuffando annoiato ad ogni commento. La relazione con Beatrice era rimasta sempre nell'ombra, entrambi non si erano mai mostrati nei rispettivi social, a parte qualche scatto rubato, ma le foto dei paparazzi non erano di certo passate inosservate. Tutti sapevano della storia tra Federico e quella ragazza dai capelli ricci. E ovviamente non erano mancati i commenti di chi lo etichettava come il solito calciatore sciupafemmine. Il che non era assolutamente vero.

Rise al solo pensiero di essere stato a letto solo con una donna in ventitré anni di vita. Il che non era di certo frequente. Il calciatore non si era mai interessato agli scoop, sopratutto quando non erano veritieri. Si, se un critico calcistico avesse fatto una critica sul suo conto l'avrebbe di certo presa in conto, ma quei siti di poco conto non erano di certo di suo interesse. Che poi su ogni video in cui lo riprendevano sembrava sempre un po' svampito. Non sapeva nemmeno perché avesse quell'espressione ogni volta che le telecamere gli erano addosso. Rise da solo portandosi il cucchiaio colmo di cereali in bocca. Si trovò davvero triste. Lì a Torino da solo. Dopo una sbronza colossale, di fronte ad una ciotola di cereali ormai mollicci. Innamorato marcio di una ragazza di cui non voleva nemmeno più sentir parlare di Federico Chiesa il giocatore della Juventus.

Ma forse avrebbe voluto sentir parlare di Federico. Il ragazzo che aveva incontrato a Forte e di cui si era perdutamente innamorata. Come lui di lei. Doveva provarci, perché se in ventitré anni di vita gli avessero chiesto qual era la cosa più giusta che avesse fatto in vita sua, avrebbe risposto con Beatrice.

Prese il cellulare, di certo non sarebbe mancato a nessun fisioterapista della Continassa, componendo il numero della segretaria. Non sarebbe andato agli allenamenti quel giorno. Dopotutto era ancora infortunato.

Non sapeva cosa aspettarsi. Se da un lato Beatrice le mancava come l'aria, dall'altro aveva paura di ricominciare dopo tutto ciò che era successo. Ormai immesso nell'autostrada, si pentì per un secondo di star per fare quella bravata.

Federico era ormai adulto, un uomo. E l'ormai ragazzo emarginato era diventato un giocatore affermato a livello mondiale. Non poteva più lasciarsi distrarre da piccolezze. Sapeva benissimo quanto quest'ultime potessero incidere nel suo rendimento. Sia in squadra, sia in vista della qualificazione ai Mondiali. L'infortunio aveva fatto di contorno a tutto ciò che gli era successo dopo le vacanze, dopo l'Europeo. Ma c'era ben altro dietro.

Sapeva benissimo di aver gestito male le cose. L'euforia creata dall'amore per Beatrice aveva fatto passare tutti i problemi della vita in secondo piano. I primi giorni, le prime settimane, le cose gli erano sembrate così semplici. C'era lei e questo bastava. Ma con il passare del tempo, i vari impegni, il dividersi in quattro tra Beatrice, gli allenamenti, sé stesso e la sua vita sociale, aveva fatto scoppiare Federico. Lui che aveva sempre avuto il controllo su tutto. Che era sempre stato così puntiglioso con sé stesso. Adesso stava perdendo le redini della sua vita.

Prendendo in direzione di Firenze, sapeva di dover porre una fine a quella sofferenza, a quella relazione che ormai pendeva sul filo di un rasoio.

Federico sapeva che l'amore era tutto, ma forse era il nulla per due come loro che non sapevano ancora cosa volesse dire prendersi cura di qualcuno. Federico troppo focalizzato su sé stesso e Beatrice troppo focalizzata su di lui.

 𝐈𝐥 𝐦𝐮𝐫𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐦𝐞𝐫𝐚𝐯𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞 | Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora