N.d.A. Ricordo che questo è il sequel di Istantanee da San Pietroburgo (la trovate sul mio profilo), quindi eventi e personaggi raccontati qui fanno riferimento a cose di cui potete leggere lì.
1. Caffè, aperitivi e il senso della vita"Cause I don't wanna lose you nowI'm lookin' right at the other half of meThe vacancy that sat in my heartIs a space that now you holdShow me how to fight for nowAnd I'll tell you, baby, it was easyComin' back here to you once I figured it outYou were right here all along..."Mirrors – Justin Timberlake
Il bar della facoltà era affollato di studenti.
La pioggia del giorno precedente aveva lasciato spazio ad una bella giornata autunnale, quindi tutti i tavolini esterni al locale erano occupati, addossati uni agli altri, e Youri dovette faticare non poco per raggiungere il suo gruppetto di compagni. Erano in tre, si erano incontrati durante la prima lezione di Analisi Matematica, al primo anno di università, e con Youri erano diventati un quartetto di amici inseparabili. Inizialmente avevano formato subito un gruppo di studio, sfociato poi in uscite di sera, partite al calcetto, nottate sui libri, concerti, sessioni d'esame ansiogene e vacanze.
"Non ci sto capendo niente" esclamò Carlo, piegato a rivedere i suoi appunti zeppi di calcoli disordinati, vergati su diversi fogli spiegazzati sul tavolino del bar "Se non passo questo esame, abbandono gli studi".
Daniele sbuffò: "Non dire stronzate! E' il tuo ultimo esame. Hai pure la tesi praticamente già pronta".
Youri li salutò distrattamente e si sedette dopo aver fatto segno al barista di portargli il solito caffè. Inquieto, recuperò il pacchetto di sigarette, se ne accese una prendendo una lunga boccata e gettando la testa all'indietro, rilassato.
"Ragazzi" esordì Giulio "Quando Youri fuma una sigaretta prima di bere il caffè, vuol dire solo una cosa".
Carlo sollevò la testa di scatto e sollevò la penna: "Questa la so! Ha fatto sesso!".
"Quello che non sappiamo è con chi, dato che negli ultimi mesi si struggeva per la fotoreporter e le altre non esistevano" dichiarò Daniele, tamburellando due matite contro il bordo del tavolino.
Youri li guardò uno ad uno, senza smettere di sorridere: "Ho fatto l'amore tutta la notte con la donna della mia vita!".
Il boato degli altri tre sovrastò il baccano del bar, attirando l'attenzione degli altri studenti: "Che cazzo stai a dì?"
Youri rise di gusto; il caffè arrivò e il ragazzo posò la sigaretta consumata per metà nel posacenere. Prese lo zucchero, ci versò mezza bustina e prese a girare il cucchiaino, il tutto sotto lo sguardo in attesa degli altri tre. Gongolava, a metà tra euforia a stento contenuta e serenità d'animo finalmente ritrovata. Eppure continuò a restare in silenzio, intenzionato a incuriosirli.
"Il fatto è serio" mormorò Daniele dopo aver osservato l'amico.
"Molto serio" incalzò Carlo.
Youri prese un sorso di caffè, guardò l'interno della tazzina come se il senso della vita fosse concentrato tutto li dentro e finalmente parlò: "Flavia, è lei l'amore della mia vita".
Il secondo boato, stavolta, venne ignorato.
Carlo balzò dalla sedia: "La fotografa? Sul serio? Vi siete incontrati?".
Il ragazzo annuì e finì il caffè, gustando tra lingua e palato i granelli di zucchero che non si erano del tutto sciolti. Il sapore dolce e graffiante, unito al pensiero di Flavia e della notte trascorsa assieme a lei, lo fecero sospirare. Già gli mancava da morire.
"Sono innamorata di te come mai lo sono stata di nessun altro".
Gli angoli delle labbra di Youri si piegarono appena in un sorriso al ricordo delle parole di Flavia. Teneva ancora la tazzina nella destra; la porcellana era ancora calda e liscia contro il suo palmo, come la pelle della sua donna durante la notte appena trascorsa. Sospirò.
"Lei, sì. Ci siamo incontrati per caso in un posto... Non poteva essere un caso qualsiasi. Proprio quel posto! Va beh, non potete capire certe cose".
Daniele fece schioccare la lingua: "Grazie per la fiducia".
"Ci siamo ritrovati. Ci siamo dichiarati l'un l'altra. E abbiamo passato la notte assieme".
"Ma non era lei che t'aveva mollato? Ha cambiato idea?".
"Abbiamo parlato a lungo e ci siamo chiariti. Era confusa, si era lasciata da poco con uno quando ci siamo incontrati a San Pietroburgo... ve l'ho già raccontato, no? Inoltre c'è la questione dell'età, che per me non è mai stato un problema, ma dal suo punto di vista, lo era. Ora sappiamo che possiamo passarci sopra".
"Le trentenni sono fantastiche. Ma le quarantenni secondo me sono migliori" commentò sornione Carlo.
"E' una cosa seria?" chiese in tono poco convinto Daniele.
"Serissima!" dichiarò Youri.
"Vi siete incontrati in Russia e frequentati... per quanto? Venti giorni? Poi finisce di botto, tu ci stai di merda e non vi vedete più per mesi, fino a ieri".
"L'amore a prima vista esiste, o perlomeno è quello che è successo a me in questo caso" affermò lui "Venti giorni, poi, bastano a capire che si è innamorati di qualcuno mentre lo si sta conoscendo? Penso di sì. Inoltre, so bene cosa ho provato negli ultimi mesi e soprattutto cosa ho sentito quando l'ho rivista".
"Siamo filosofi o ingegneri? Cioè quasi dottori in ingegneria... ci sarebbe l'abilitazione..." prese a dire Carlo perdendosi nei suoi ragionamenti come era solito fare "Ad ogni modo, sei stato parecchio giù per questa storia, per non parlare di quella finita prima... Però se ora si è sistemato tutto e sei contento, lo siamo anche noi".
Youri sorrise sincero: "Le cose vanno finalmente nel verso giusto. Sono innamorato come non lo sono mai stato prima".
Pure il terzo boato venne ignorato dagli altri tavoli, anche perché più debole dei precedenti, dato che solo due voci su tre avevano partecipato.
Giulio era rimasto serio e fissò Youri negli occhi: "A proposito della storia precedente, ieri ho incrociato Laura".
Youri recuperò la sigaretta dal posacenere e si rilassò contro lo schienale di plastica. Prima, sentire quel nome, gli avrebbe provocato agitazione e disagio, ora costatò che non gli aveva suscitato alcuna emozione: "Come sta?" chiese.
"Bene, ha detto che sta bene, solita vita... Poi mi ha chiesto di te".
"Cioè?".
Il ragazzo parve in difficoltà e infilò i pugni stretti nel giubbetto nero con fare infastidito: "Mi ha chiesto come stavi... e se ti vedevi con qualcuna. Ho risposto di no, sta cosa che ti sei rimesso con la fotografa mica la sapevo".
"Giornata campale ieri..." borbottò Carlo, sbirciando con insofferenza i suoi appunti di studio.
"Infatti, come potevi saperlo?" giustificò Youri "Non capisco, però, perché te l'abbia chiesto".
"Non lo so" fece spallucce l'amico "Ho pensato che volesse farsi viva con te".
"Se così fosse, come la mettiamo con l'amore della tua vita?" intervenne Daniele.
"Assolutamente niente" commentò Youri accartocciando il suo mozzicone "Quella è una situazione oramai chiusa da tempo, anche prima di...".
S'interruppe per alcuni secondi cacciando l'ultima boccata di fumo dalle labbra. I suoi amici sapevano di cosa si trattava e rimasero in silenzio.
"Se mi dovesse cercare, spiegherò come stanno le cose. Ora devo andare. Ho appuntamento con il professore per le correzioni della tesi e nel pomeriggio ho da fare a casa".
"Stasera ci sei?" gli chiese Carlo.
Youri gli fece un sorriso che andava da un orecchio all'altro e non rispose.
"Quindi mentre tu scopi alla grande io dovrò studiare da solo?".
"Te le ho spiegate tre volte quelle funzioni! Per una sera puoi fare a meno di me?".
Il biondo si congedò e corse via, sotto lo sguardo degli altri tre.
"Ho una brutta sensazione. Non solo per l'esame".
"Io so solo che è andato via senza lasciare i soldi per il caffè" specificò Daniele.
Giulio prese il portafoglio e mise sul tavolino una banconota da cinque euro, chiedendosi se avesse fatto bene o male a non raccontare a Youri i dettagli della sua conversazione con Laura.
"Allora? Voglio sapere tutto! Anche ogni più piccolo e insignificante particolare!".
Flavia sorseggiò il suo aperitivo e guardò l'orologio. Tutta la sua giornata era trascorsa così: a guardare l'orologio che aveva al polso, l'orologio della cucina, l'orologio del cellulare, gli orologi degli uffici, nella lunga e logorante attesa che arrivasse il momento di rivedersi con Youri. Qualche commissione, alcune telefonate di lavoro e la revisione di molte foto al pc. Il tutto scandito dalla costante misurazione di quante ore mancassero. Mancava sempre troppo.
Lei fece spallucce: "E' successo per caso, o meglio... davanti all'Apollo del Belvedere ai Vaticani, quindi non posso definirlo un semplice caso. Il destino?".
L'antico dio nella sua posa ieratica, la nostalgia dolorosa dei giorni intensi a San Pietroburgo e poi Youri, i suoi occhi cristallini, il ticchettio della pioggia.
"Mi sono innamorato di te quando ti ho vista aggrappata alla cancellata del monumento di Piazza Dvortsovaya, col poliziotto incazzato nero che cercava di tirarti giù. E sono innamorato di te ancora adesso".
Flavia avvertì nuovamente il suo cuore accelerare i battiti.
Mary emise un gridolino e i suoi ricci tremolarono, emozionati quanto lei: "E' tutto così romantico! Questa è la dimostrazione di quanto tu sia stata una gran testona".
"Ero confusa!" obiettò lei "Mi stavo godendo quei giorni con Youri nella più profonda incoscienza! Poi è arrivato Stefano..."
"Per favore, non me lo nominare! Che mi fai andar di traverso le patatine!".
"Insomma, in quel momento mi sono resa conto che prima di iniziare una storia non mi ero fermata a riflettere su me stessa e su cosa volevo davvero fare. Inoltre, Youri era così giovane e ho capito che con lui non era un semplice storiella da vacanza, ma una cosa seria...".
Mary sghignazzò: "Beh, dopo quello che ho visto stamattina, io le cose le avrei prese seriamente da subito! Giuro che non scarterò più i ragazzi più giovani! Quindi dimmi, questa notte com'è andata?".
"Non te lo dico, non voglio farti soffrire!" rispose lei con sguardo malizioso.
"Donna crudele!" la ragazza s'imbronciò e anche la sua capigliatura parve intristirsi assieme alla sua padrona "Fammi sognare un pochino! Con Maurizio ...".
Il viso di Flavia si fece serio: "Parli del diavolo...".
"Mary!".
Un uomo non molto alto, bruno e con un'espressione da cane bastonato era entrato nel bar e camminò verso di loro, trascinando i piedi con fare deciso, come un soldato stanco della guerra ma che, nonostante tutto, si avvia speranzoso verso l'ennesima battaglia.
"Colpa tua!" bisbigliò Mary all'indirizzo dell'amica.
"Mia?".
"Sì, tua. Perché non mi hai portato come souvenir un bel biondone come il tuo ragazzo e perché veniamo sempre nello stesso bar dove sono facilmente rintracciabile!".
Maurizio si avvicinò e Flavia lo guardò con affetto: "Ciao Maurizio, come stai?".
"Flavia cara, come dovrei stare? Con la tua amica è impossibile ragionare".
Mary spalancò gli occhi e anche i suoi ricci parvero infervorarsi: "Ma sentilo! Meglio che sto zitta!".
"No, no, parla pure" fece lui.
Flavia succhiò in fretta dalla cannuccia quel che rimaneva del suo aperitivo poi si alzò: "Avete bisogno di chiarirvi da soli, vi saluto".
I due la salutarono superficialmente, presi dall'imminente discussione, e lei uscì dal locale. Si avviò verso casa, lievemente stordita dall'alcol bevuto velocemente. Si accorse della bicicletta che le sfrecciò a fianco suonando il campanello solo l'istante prima che arrivasse, giusto in tempo per evitarla. Ciò però le fece perdere l'equilibrio e avrebbe rischiato di sbattere contro i sampietrini della strada se due forti braccia non l'avessero sostenuta, impedendole di cadere.
Sollevò il viso verso il suo salvatore e dovette sbattere più volte le palpebre per essere sicura che non avesse le allucinazioni.
"Stefano!".
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Istantanee da Roma
RomanceSequel di "Istantanee da San Pietroburgo" Roma, Ottobre 2013 Flavia, trentunenne fotoreporter, quando finalmente sembra stia ritrovando il giusto equilibrio tra la sua vita professionale e quella privata, capirà che per raggiungere la felicità dovr...