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TIED TO YOU - 10


TIED TO YOU - 10

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«L'apparato muscolare è responsabile del movimento del corpo umano. Attaccati alle ossa del sistema scheletrico ci sono circa 700 muscoli, ognuno di loro è un organo formato da...». 

700 muscoli. 

Sono troppi, se ci riflettiamo bene. Eppure sono tutti dentro il nostro corpo che si tendono, si contraggono, si rilassano,  a seconda delle circostanze. 

Ecco, ad esempio, i miei si contraggono ogni qualvolta in cui ripenso a quell'abbraccio con Aaron. In realtà, tremano completamente, dalla testa ai piedi e non basta più pensare che Daniel sia qui a leggere nuovamente questo paragrafo, per  farmi smettere di provare questa sensazione. È stato travolgente seppur si tratti di un semplice abbraccio di pace. Un abbraccio del tutto innocente.

È successo ormai tre giorni fa, ma ovviamente non ne abbiamo più parlato; Aaron non è il tipo sentimentale che da' valore a queste sciocchezze, perché per lui sono – appunto – sciocchezze.

Non voglio definire il gesto: per me è stato un abbraccio di tregua, pace, chiarezza. È stato dettato solo dalla situazione, dallo stress e ciò non ha cambiato nulla. Certo: parliamo più civilmente, non ci indispettiamo e riusciamo a sopravvivere nella stessa casa senza aver ancora distrutto nulla. Questo per me è già un grosso passo in avanti. 

Eppure non riesco a togliermi la sensazione del suo profumo addosso e della sua presa calda e premurosa alla base dei miei capelli. 

«Pensi basti come risposta?». 

La voce di Daniel mi catapulta alla realtà con un sobbalzo, perché non mi ero nemmeno resa conto che il mio stato di trance fosse solo un momento spento del presente. Sbatto quindi le palpebre e schiudo le labbra, non ricordando un accidente di ciò che abbia letto. 

«Ehm... credo di sì», biascico cercando di sembrare abbastanza convincente. 

Lui mi guarda e poi riposa lo sguardo sul libro davanti a noi. Lo ispeziona e sembra solo molto concentrato e pensieroso riguardo l'approfondimento della risposta. 

Daniel è in camera mia nonostante Aaron non sia in casa, ma la cosa più sorprendente è che non lo sto facendo di nascosto: è stato lui stesso a concedermelo. Ovviamente minacciandomi di rispettare il nostro patto iniziale. Mi ha davvero sorpresa e l'ho ringraziato talmente tanto che per fermarmi ha dovuto tapparmi la bocca con la sua grossa mano. 

In quel momento, volente o meno, mi sono zittita. I suoi occhi erano talmente vicini che adesso riconosco bene ogni loro sfumatura ma si è allontanato di scatto subito dopo, lasciandomi letteralmente pendente dalle sue labbra. 

Non so esattamente cosa aveva da fare di tanto urgente, ma nel suo sguardo ho notato un pizzico di agitazione mista a sconforto. Non posso non ammettere di essermi preoccupata, ma ho imparato a fidarmi di lui. So che mi proteggerà e di certo so che non mi direbbe nulla se usassi le cattive maniere. Non è una questione chiusa, semplicemente è rimandata al suo rientro. 

𝐆𝐮𝐧𝐬 '𝐧 𝐓𝐢𝐞𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora