Capitolo 2: Le cose accadono solo a me?

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Stavo zittissima come gli altri. Vicino a me c'era un "figaccione" o quel che penso che ad occhio e croce rivoluzionerà la classe e sarà quello rompi cose-rotonde fino alla fine dell'anno. O degli anni. Speriamo dell'anno.
Dall'altra mia sfonda c'era una ragazza, e davanti, ma girato di spalle un'altro ragazzo. Prego e gli onori in guerra partono come un razzo. La guerra era "cosa è mai successo qua dentro", "che si fa con questo silenzio". Pare che non ero l'unica timidona sfigata qui. Entrò la professoressa che si complimentò con noi.
- Mamma mia, che bravi!
E chiamò a sè la bidella e il bidello per presentarcili. Ma perchè questo silenzio paradisiaco quando dovrebbe esserci un chiasso infernale? La linea tra paradiso e inferno in questa classe è minima. Minimamente minima, di vetro e di cristallo. Così lo era con il ragazzo qui accanto. Posso dire di odiarlo di già, ma non sperate in una "Love story" perchè è impossibile, anche se quando qualcuno lo dice è il contrario.
Dopo che la nostra professoressa fu tornata dalla sua conversazione coi bidelli si sedette sulla sedia dietro la cattedra, aprì il registro, che scommetto sarà il nemico più forte in quest'avventura insieme alla penna e alla tastiera quando il programma del registro elettronico è aperto, e fece l'appello. Prima ad essere chiamata: Angelica Anseforo. Nome con la A e cognome con la A. Seems legit.
Poi, Giorgio Cossiga. E la prof commentò sul suo cognome dicendo che era il cognome di un presidente della Repubblica. Arisa Costamare. E poi un'altro commento sul nome come la cantante. Poi avanti, avanti, chiamò me poi dopo un pò...
-Antony Tiravello.
Quello accanto a me alzò la mano e disse presente. Pensai che fosse anche lui straniero ma dall'altra parte pensai che per fantasia dei genitori lo chiamarono Antony. Poi Tiravello, da chissà quanti chilometri di distanza si capisce che è italiano.
Le mie prime impressioni furono: gamer assiduo, calciatore e "tizio-con-i-vestiti-firmati". Se ci azzeco voglio provare a mettergli i coriandoli sul cappuccio in inverno e quando ha dimenticato l'ombrello e piove. Non saprà mai che ero stato io. Crudele mode On. E Crudele Mode Off.
- Francesca Varianza.
-Presente...- Disse una flebile voce alzandosi o meno, diciamo che si sollevò un pochino, poi si sedette di scatto. Aveva gli occhiali ed era la ragazza davanti a me di due posti, aveva i capelli neri, ma non neri neri, ma se visti sotto un raggio di sole diventavano mori. Me la immaginai subito come una bambola, con quei vestiti lolita e le orecchie da gatto cercando di non fare riferimenti anime.
Dopo aver finito l'appello dalla porta si sentì bussare.
-Avanti! Disse in coro la classe.
E da quella porta incontrai l'incubo: Agata. Agata in classe, no, no, no! Quella si mette a spettegolare su di me che sono la più disgraziata! Se la classe fosse stata un gruppo su Whatsapp (Ormai lo conosciamo tutti, dai) come stato avrei messo la faccina in subbuglio, quella con la faccia del quadro di Munch.
Come sempre, o quasi, la professoressa è quella d'italiano e tutte quelle cose lì, perchè la prof con più materie e più ore da noi è sempre la prima a presentarsi. Prima ci fece delle domande così, a caso poi suonò la campanella, segno che la prima ora era finita ma sarebbe ritornata dopo. Odio il cambio: è come una piccola ricreazione dove si fa un casino enorme o mastodontico. La classe intera faceva un rumore assordante, come mi aspettavo, ma speravo che il tizio qui vicino non facesse parola o incomincerebbe una chiacchierata infinita. Poi la gente si è conosciuta in un'ora? Dettagli.

Decisi di prendere un libro a caso per far notare che in un certo senso ero occupata e fortunatamente ce la feci. Entrò la professoressa e ci mettemmo subito a studiare o meglio fare le classiche presentazioni, ma in inglese. Io americana com'ero ho fatto la presentazione da "Real american" azzecando più domande del dovuto e gli altri con sottofondo "wow" o solo una fissata imbarazzante oppure occhi storti. Finita anche quest'ora, suona la campanella e mi dirigo in fretta e furia nella mensa, che avevo già individuato quando mi dovevo iscrivere con mia madre. Guardai indietro per una frazione di secondo nella porta della mia classe e notai che io ero la prima ad uscire. Quindi pensai "che fortuna" ma troppo presto perchè la fila della mensa era immensa (che rima) dai ragazzi degli anni superiori. "Certo che quest'istituto è davvero grande..." non oso pensare neanche che TUTTI qui siano degli artisti nati.
Mentre ero in fila, girai di nuovo la testa indietro e... Oh, my gosh. Quel Antony aveva fame solo ora? Pregai che qualcuno si mettesse dopo di me, ma l'unico che lo fece fu Antony. Io non mi girai più per paura che mi rivolga la parola.
Sentendo la voce di quella papera di Agata iniziai realmente ad allarmarmi e chiedendomi se l'avessero trovata solo ora la mensa. Era il momento di prendere in mano la situazione, era il momento...
Di notare Silverio anche lui qua che veniva verso di me, come se la mia vita fosse una fiaba.

***
Angolo scrittrice
Avrò detto a me che avrei rilasciato i capitoli più tardi, ma ho capito che faccio prima a muovermi prima finisce, quindi aumento il passo.

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