one last shot

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trama: le sirene potevano essere sentite senza problemi dall'esterno. I poliziotti avrebbero probabilmente invaso a breve l'edificio, ma c'era qualcosa di molto più importante per Minho. Era la fine, ormai, doveva prendere ciò che poteva dalla sua ultima notte di libertà.

tema: alternate universe: ladri, fluff, tensione, angst, finale negativo ma non è particolarmente triste (giusto un po' lol)

tw/cw: nessuno

Note: questa è un po' più corta della prima </3, ma penso ne valga comunque la pena leggerla eheh


Le stanze dell'intero edificio erano immerse in un buio profondo, passi leggeri che si udivano appena sul pavimento di piastrelle. Non tutto era silenzioso, quel posto era pieno di guardie e rumori provocati da sistemi di sicurezza che avrebbero svolto il loro lavoro egregiamente.

Era la fine, Minho ne era consapevole. Non sarebbe riuscito a fuggire nemmeno se ci avesse provato, e tutti erano già al corrente del suo nome, del suo volto, delle sue armi. Forse avevano anche analizzato il modo fluido in cui si spostava ogni volta che si trovava in una situazione simile, scivolando nell'aria, una soffiata di vento in un mondo troppo debole per resisterla.

Ma quel mondo era riuscito a fermarlo, alla fin fine. Era solo pentito di aver portato Jisung con sé, non avrebbe mai voluto che la strada finisse lì anche per lui. Sapeva cosa avrebbe incontrato, sapeva come il loro piano avrebbe potuto fallire davanti ai loro occhi, ma lo aveva seguito comunque, guidato dal sorriso e da un occhiolino di Minho.

Doveva trovarlo prima che fosse troppo tardi.

Il museo si illuminò come una stella nella notte, quando le luci vennero accese e l'allarme finalmente scattò. Le sirene potevano essere sentite senza problemi dall'esterno. I poliziotti avrebbero probabilmente invaso a breve l'edificio, ma c'era qualcosa di molto più importante per Minho. Era la fine, ormai, doveva prendere ciò che poteva dalla sua ultima notte di libertà.

Doveva trovarlo.

Iniziò a correre, i suoi occhi attenti ad ogni movimento intorno a lui, ad ogni singolo dettaglio. Le stanze giravano ad ogni sua svolta, i capelli si alzavano per poi ricadere sulla sua fronte. Ignorò il sudore che attaccava la maglia alla sua schiena, prendendo un respiro profondo e sorpassando ancora un'altra uscita, bloccandosi quando individuò finalmente il suo obiettivo.

–Jisung.– lo chiamò, la sua voce bassa.

–Minho!– esclamò l'altro ragazzo, mandando in fumo qualunque copertura Minho avesse tentato di conservare.

Scattò in avanti, una mano premuta sulla bocca di Jisung, facendogli segno con l'altra di fare silenzio. –Andiamo.– mormorò.

–Pensi che riusciremo ad uscire?– gli chiese il più giovane, e Minho avrebbe giurato di aver sentito il suo cuore venire trafitto da mille proiettili allo stesso tempo quando trovò i suoi occhi luminosi a fissarlo con innocente fiducia.

–Andiamo.– ripeté, afferrandogli una mano e tirandolo con sé, riprendendo a correre per i corridoi che a poco sarebbero stati pieni di persone armate. Aveva solo bisogno di un posto, una stanza, una che fosse giusto un po' più nascosta, una che avrebbe dato loro giusto un po' più di tempo.

La testa gli girava a forza di sentire quell'allarme assordante, l'energia nel suo corpo quasi del tutto drenata dai suoi muscoli. I suoi occhi si spalancarono quando vide una porta chiusa in fondo ad un corridoio. Vi si avvicinò, provando ad aprirla normalmente e poi sbloccando la serratura con una forcina e una graffetta come era abituato a fare quando capì che era chiusa a chiave.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 17, 2021 ⏰

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