Al rogo il quadro!

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-"Non sopporto essere un libro aperto per Louise e non sopporto l'idea che lei e Logan siano stati molto intimi".- Marlene terminò di leggere e sollevò lo sguardo dal foglio che teneva in mano. Mi sentivo sempre nuda quando mi guardava così subito dopo aver letto il mio "diario dei pensieri". -La casella del pensiero alternativo è vuota- disse.

Sorrisi mortificata. Non c'era alcun pensiero alternativo. Il mio cervello non era stato in grado di partorire qualcosa di positivo a cui potermi aggrappare, per non perdere la calma.

-Ho ricordi molto confusi di quello che è successo dopo.- Portai una mano sul ginocchio e presi a tirare con nervosismo i fili dello strappo dei jeans. -Non ho avuto il tempo di pensare a qualcosa di positivo. Un secondo prima stavo parlando, quello subito dopo avevo già rotto il naso a Louise.-

Marlene mi fissava, ma non sembrava arrabbiata. Dopotutto, come mi ricordava lei stessa, il suo compito non era quello di sgridarmi. Mi aiutava a capirmi, mi insegnava a leggere me stessa e a controllare le mie emozioni.

-Non devi arrivare a questo punto, Lessie. Devi fermarti molto prima.- Giocherellò per un momento con i suoi occhiali,
mentre rifletteva. -Hai mai pensato che Logan sta con te perché vuole stare con te?-

Sbattei le palpebre.
-Lo so, me l'ha detto.-

Lei sollevò un sopracciglio.

-Dovresti saperlo anche senza aver bisogno che lui te lo dica.- Sorrise con dolcezza. -Se non te ne convinci tu stessa, se non ti attribuisci un valore, continuerai a crollare al primo alito di vento.-

Aveva tremendamente ragione. Continuavo a comportarmi come se Logan mi stesse facendo un favore. Come se non meritassi di stare con lui e, quindi, mi aspettassi di venire scaricata da un momento all'altro. A volte avevo la sensazione che i miei sentimenti per lui fossero molto più profondi dei suoi, ma era una percezione errata.
Non mi volevo bene, quindi mi convincevo che anche per gli altri fosse così.
-Ho capito- annuii, prima di indicare il foglio con il mento. -Va avanti.-

Marlene sistemò nuovamente gli occhiali.

-"Anche oggi Thomas non è tornato a casa"- tornò a leggere. -"Ho paura che gli sia successo qualcosa, mi sento in ansia. Se non mi fossi comportata come mi sono comportata, forse sarebbe ancora qui con noi. E se fosse morto? Mi ha chiesto scusa, non avrei dovuto tirarla così tanto per le lunghe".- l'ultima parte la lesse in silenzio, poi mi guardò. -L'hai chiamato per davvero?-

Io annuii, anche se imbarazzata. Era sempre strano sentire i propri pensieri uscire dalla bocca di qualcun altro.

-Non ha risposto- spiegai.

Mi mossi con nervosismo sulla poltrona. Era difficile parlare di Thomas senza raccontarle ogni macabro dettaglio della mia famiglia.

-Se tuo fratello avesse davvero bisogno d'aiuto, non pensi che la sua famiglia lo saprebbe?- mi chiese.

-No, lui...- Esitai, nel mentre che cercavo le parole adatte. -Forse è troppo solo.-

-E se stesse bene, da solo?-

Quella domanda mi spiazzò.

-Chi sta bene da solo?-

Marlene sorrise, quasi intenerita dalla mia ingenuità.

-Molte persone. A te sembra inconcepibile, ma ti assicuro che è così.-

Mi morsi l'interno del labbro, già pieno di ferite, e sentii il sapore ferroso del sangue. In effetti Thomas non era mai stato un tipo particolarmente estroverso. Anche se al liceo era sempre circondato da ammiratori, non lo avevo mai visto scatenarsi o restare a una festa fino a tardi, ma con la sua famiglia? Thomas era sempre stato presente, anche quando era via. Lui ci amava, non ci evitava.
Sapevo che gli ultimi eventi avevano cambiato tutto, e a dirla tutta non lo avevo ancora perdonato, ma sentivo il bisogno di vederlo con i miei occhi, accertarmi che stesse bene... i miei incubi ne erano la prova.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 22, 2023 ⏰

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