22. Rose rosse e bianche

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Elettra

Appena sento il campanello suonare, vado immediatamente ad aprire la porta con una leggera ansia che si propaga in tutto il mio corpo. Non so cosa aspettarmi da questa visita di Kepa, non so se ho fatto bene ad accettare di vederlo, ma so che mi sarei rimproverata per sempre se non l'avessi fatto.

Me lo ritrovo davanti e immediatamente la mia attenzione viene catturata da un mazzo bellissimo di rose rosse e bianche. Me le porge e sorride appena, come se stesse aspettando una mia reazione.

"Ehi, ciao! Queste sono per te, magari sono scontate ma solitamente non regalo mai fiori, perciò pensavo potesse essere una cosa carina." afferro il mazzo, appena finisce di parlare, e annuisco mentre annuso le rose. Hanno un profumo veramente bellissimo. "Volevo chiederti scusa e spero che questo sia un inizio nuovo... anche se so che dei fiori non bastano a farti fidare nuovamente di me."

Alzo lo sguardo su di lui e incrocio i suoi occhi scuri che sono colorati da un leggero dispiacere e senso di colpa. "Entra, metto i fiori nell'acqua e parliamo."

Lui annuisce, ma capisco immediatamente che non se lo aspettava, ma poi si accomoda nel mio appartamento e io chiudo la porta dietro le mie spalle. Il portiere inizia subito a guardarsi intorno, curioso e un po' agitato, mentre io recupero un vaso e, dopo averlo riempito di acqua, ci metto dentro i fiori.

"Starebbero bene su quel tavolino." mi giro verso Kepa, sentendolo parlare, e lo vedo indicare il piccolo tavolo di legno all'angolo del soggiorno. "Hai una casa molto elegante, ti rappresenta in un certo senso."

Sorrido sentendo le sue parole e sistemo il vaso proprio dove mi ha consigliato, rendendomi conto che aveva ragione, qua sono perfetti. Dopodiché mi avvicino a lui e lo ringrazio per i complimenti che mi ha appena fatto.

"Apprezzo che tu mi abbia portato i fiori, Kepa. Spero davvero che tu sia intenzionato a non rovinare ogni cosa, stavolta."

Sgrana appena gli occhi sentendomi parlare e poi mi inizia ad osservare come se mi fosse spuntata una seconda testa all'improvviso e lui non sapesse darsi una spiegazione del come. "Wow, mi aspettavo qualcosa di diverso, ma va bene."

"Qualcosa di diverso, tipo? Che i fiori mi avrebbero fatto dimenticare tutto ciò che hai fatto?"

Ride nervosamente e capisco di averlo infastidito, anche se penso non abbia nessun diritto di mostrarsi urtato da ciò che dico o dalla situazione. Se sono diffidente è solo colpa di come ha agito, mi sembra chiaro che non mi fido abbastanza e subito. "Non ho mai detto questo, bastava un grazie. Ma forse non si usa così dalle tue parti."

Abbassa il viso per essere alla mia altezza, mentre mi guarda con nervoso, e io deglutisco per la nostra vicinanza, ma cerco di rimanere comunque concentrata nel discorso.

"Beh, grazie Kepa, così va bene?"

Scuote la testa sentendo l'ironia nella mia voce e, improvvisamente, afferra i miei fianchi con le sue mani e mi attira più verso sé. In questo modo siamo talmente vicini che riesco a sentire il suo respiro caldo sul mio viso. "Smetti di fare la sostenuta, sono davvero pentito!"

Senza nemmeno darmi il tempo di ribattere, mi sposta i capelli dietro le spalle e posa le sue labbra sul mio collo. Sento immediatamente milioni di brividi colpirmi e, per un attimo, mi blocco, ma poi cerco di rilassarmi. Mi bacia dolcemente la pelle, fino ad arrivare sul mio petto lasciato leggermente scoperto dalla maglia che ho addosso, poi riporta gli occhi sui miei. Vedo il suo sguardo brillare maliziosamente, mentre io porto le mie mani sui suoi capelli ricci.

"Kepa, che stai facendo?"

Inarca un sopracciglio con aria divertita e fa aderire maggiormente i nostri corpi. Senza nemmeno rispondere, fa scontrare le nostre labbra e mi bacia immediatamente con impeto e passione. Forse non è stato un bene vederci a casa mia.

Io ricambio con la stessa foga e lui, vedendo che sono d'accordo, mi fa indietreggiare fino al divano e mi fa sdraiare, per poi fare lo stesso. So che probabilmente dovrei fermarlo, ma non riesco. Sono completamente rapita dal momento, dai suoi baci e dalle sue carezze, e non voglio interrompere la magia del momento e le sensazioni che si espandono nel mio petto.

"Avrei dovuto darti i fiori e andare via." sussurra al mio orecchio, dopo avermi tolto la maglia "Ma sono ancora in tempo, se vuoi."

Sento il sarcasmo nella sua voce, sa bene che non ho intenzione di cacciarlo. E lo odio per questo, odio che abbia questo ascendente su di me già dopo così poco tempo. Inutile negarlo, anche io continuo a pensare al bacio a casa sua, a come siamo stati bene quella sera...

"Piantala, Arrizabalaga." metto le braccia intorno al suo collo e faccio in modo che mi baci nuovamente, prima sulle labbra e poi sul petto che è ora più scoperto. Lo aiuto a sganciarsi la giacca del Chelsea e poi a togliersi la maglia semplice e nera a maniche corte che indossa.

"Sei bellissima, Elettra." mi distoglie dai miei pensieri e dall'ammirarlo, pronunciando queste parole. Poi mi accarezza delicatamente il viso e poi rinizia a baciarmi. D'istinto chiudo gli occhi e decido di spegnere la mente e i dubbi che mi si insinuano.

Voglio godermi questo momento con lui, nonostante mi fossi ripromessa di andarci piano e stare attenta. Mi sento completamente persa e in balia delle emozioni che mi sta regalando. Al momento nulla conta più.

Nota: 14:50 ehi, eccomi con un aggiornamento che probabilmente non vi aspettavate.

Ma cosa è successo? Siamo passati dal litigio al cedere così. Elettra è caduta vittima del fascino di Kepa, ma anche lui sembra bello perso. Che mi dite? Cosa succederà ora?

Vi mando un abbraccio. Ele 🤍

Non sei tu|| Kepa ArrizabalagaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora