Due amici.
Un ragazzo, Alex, 17 anni.
E una ragazza, Chiara, 18 anni.
Erano inseparabili. Sin da piccoli giocavano insieme come fratello e sorella e adesso si trovano in casa della ragazza a vedere il film più noioso che avessero mai visto in vita loro.
<Chia mi annoio, sto film fa schifo>
<Anche io, che facciamo?> disse Chiara mentre spegneva la TV.
<Prendo le chiavi della macchina?>
<No, sta nevicando ed è pericoloso> disse Chiara, <e non hai neanche la patente> gli ricordò.
<Ma te sì> le disse Alex con gli occhi dolci.
<Okok va bene> disse prendendo le chiavi della macchina e la giacca. Non sapeva resistere a quello sguardo.
Fecero qualche chilometro e tutto stava andando per il meglio. Mentre tornavano a casa però trovarono un camion in contromano che li prese in pieno.
Rimasero per mesi in ospedale, con i loro rispettivi genitori che aspettavano soltanto il loro risveglio.
Ma non successe.
O meglio, per Alex non successe.
Chiara dopo 2 mesi si risvegliò, mentre Alex ormai era perso tra i suoi sogni.
Quando Chiara si svegliò, le fecero prendere una decisione molto importante: le chiesero se Alex le avesse mai detto qualcosa riguardo al coma o situazioni simili.
Lei rispose: <Non abbiamo mai aperto un vero e proprio argomento, mi ricordo però che una volta mi disse che sarebbe morto piuttosto che rimanere senza poter fare niente di utile> disse pensando quindi alla conclusione del discorso, che la portò a piangere, <perciò credo che abbiamo una risposta> disse disperata.
Quando arrivò il dottore pronto a staccare la spina, Chiara chiese: <Potete lasciarci da soli un po'?>
I genitori annuirono sorridendo e uscirono dalla stanza, seguiti dal medico.
<Scusa Alex, è tutta colpa mia, non dovevamo uscire quella maledetta sera> disse piangendo abbracciando il corpo quasi senza vita del ragazzo.
<So che non mi senti, ma devo dirti una cosa> disse cercando invano di asciugarsi le lacrime, <io ti amo Alex, dal primo giorno che ci siamo incontrati, dalla prima volta che abbiamo giocato insieme alle macchinine. Io ti amo perché hai riempito la mia vita di gioia, perché l'hai trasformata in meglio. Non ti ho mai ringraziato, anzi ti ho anche fatto fare un incidente mortale. Non dovresti essere qui, in questo letto, ci dovrei essere io> disse piangendo disperata mentre teneva la mano del ragazzo.
Una cosa però la fece accendere. La mano del ragazzo che stava tenendo, si strinse attorno alla sua. Come in una richiesta d'aiuto, come per farle capire che era lì, che voleva a tutti i costi continuare a stare al suo fianco.
<Oddio> sussurrò stupita. Corse subito fuori ad avvertire il medico che si precipitò nella stanza.
<Il ragazzo si sveglierà tra poco, lo hai salvato> disse il medico, dopo qualche controllo approfondito.
Passarono moltissimi anni da quella vicenda che ancora adesso i ragazzi ricordano nitidamente.
Avevano una bellissima famiglia, con due figli, un maschio e una femmina.
Chiara morì all'età di 94 anni per un tumore e Alex la seguì il giorno dopo, per ragioni ignote.
Le loro ceneri furono unite, come avevano scritto nel testamento, per celebrare la fine di un amore.
Sulla tomba si trovavano scritti soltanto i nomi, perché la loro intera vita non sarebbe stata descrivibile a parole. Erano soltanto frasi confuse che, per chi di passaggio, non avrebbero avuto senso. Quindi decisero di tenersi per loro, fino alla morte e oltre, la loro intera storia d'amore, che ai loro occhi, era la cosa migliore che gli potesse capitare.Spazio autrice
Spero che anche questa vi piaccia, se avete consigli scrivetemeli nei commenti.
Un bacio
-sarozzina
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ONE SHOT
Short Storypiccole one shot che non aggiornerò spesso. spero che vi piacciano comunque... buona lettura -sarozzina