𝐂𝐡𝐚𝐫𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝐭𝐰𝐨.

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Sono passati quattro giorni da quando Katsuki é svenuto.

"Katsuki non si é ancora svegliato perché?! Sta bene?!"

"Signora si calmi, suo figlio sta bene, ha perso abbastanza sangue sta solo riposando dovrebbe svegliarsi a breve"

"E invece Izuku Midorya? Si hanno notizie?"

L'infermiera nega con la testa e sospira rumorosamente.

"Il ragazzo ha avuto tutte le cure possibili dai migliori medici ma... Ieri é entrato in coma"

La signora Mitsuki si porta una mano sulla bocca mentre inizia a piangere, il marito la abbraccia e la porta fuori per calmarla.

"Coma..."

Stringe i pugni e si morde il labbro fino a farlo sanguinare.

"Katsuki.."

Si gira verso la porta, vedendo sua madre ferma a guardarlo con occhi lucidi e rossi.

"Vecchia..."

Sussurra dolorante, la madre si avvicina e lo abbraccia delicatamente per non fargli male.

"Staccati di dosso brutta vecchia"

"Mi erano mancate le tue imprecazioni"

"Tsk.."

Riporta il suo sguardo su quello della madre e prende coraggio.

"Deku.. É in coma?"

La madre spalanca gli occhi e lo guarda, ma a Katsuki le parole non servono, basta guardare lo sguardo della madre per capire che é cosí.

"Non dire nulla ho capito.."

"Katsuki non é colpa tua... Lui... Lo avresti fatto anche tu!"

"Deku é finito cosí a causa mia! Capisci? L'ho sempre feri-"

Si zittisce tornando a stringere i pugni cercando di frenare le lacrime.

"Quando usciró da questo posto che puzza di merda?"

"Tra due giorni... Anche se sei già guarito, ma vogliono tenerti sotto controllo ancora un pó"

"Capisco"

~

I due giorni passarono normalmente i suoi compagni erano andati a trovarli piú volte per tenergli compagnia ma Kastuki era sempre silenzioso e ancora piú irritabile.

I suoi compagni avevani fatto di tutto per distrarlo e tirarlo un pó su di morale ma Katsuki li ignorava, guardava sempre fuori dalla finestra con uno sguardo indecifrabile.

Una Volta rilasciato dall'ospedale Katsuki si prese dei giorni per stare a casa sua senza persone tra le palle.

Rimaneva in casa sua chiuso nella sua stanza dormiva tutto il giorno usciva solo per mangiare e andare in bagno.

La casa era silenziosa non c'erano nemmeno piú le urla di sua madre che gli imprecava contro.

Katsuki sentiva di essere stata colpa sua, e poi, le parole di Deku.. Rimbombavano nella sua testa dalla mattina alla sera.

Sentiva sempre la sua voce, quel "Kacchan!" Chiamarlo in continuazione e i suoi occhi verdi li vedeva ovunque.

Un giorno aveva avuto una visita dalla zia Inko e non appena aveva visto quei tratti cosí simili ai suoi l'aveva abbracciata, e per la prima dopo tanto si era lasciato andare, aveva dato il via a un pianto silenzioso, mentre la donna con il suo sorriso, anche se spento, lo aveva abbracciato.

Dopo ore e ore di pianto la zia era tornata a casa salutandoli con il suo solito sorriso.

Non appena aveva messo piede fuori dall porta la madre lo avava afferrato e abbracciato coccolandolo per un pó.

Nonostante la loro famiglia era composta da odio e amore in quel momento ricevere affetto dalla madre gli andava piú che bene.

Si era sentito sicuro tra le braccia della donna, per alcuni secondi sereno e in pace con sé stesso.

Infine dopo qualche settimana ers uscito dal suo nido ed'era tornato a scuola.

Era tornato il solito Kacchan, o almeno lo era, ma in parte.

"Bakugou!"

Aizawa sensei richiamó la sua attenzione, Katsuki si era dinuovo distratto.

"Senti Bakugou so che... É difficile ma non puoi perdere le spiegazioni capito?"

Chiese sorridendo con aria comprensiva, molto più che comprensiva. Era uno di quei sorrisi rari, dotati di un eterno incoraggiamento, che si incontrano quattro o cinque volte nella vita.

Era strano, ma quel sorriso lo aveva apprezzato, doveva pensare alla lezione, alemeno il giusto per non rimanere indietro.

Annuí mentre il professore se ne tornó a spiegare.

Nel pomeriggio dopo una lunga passeggiata se ne tornó ai dormitori e si richiuse in camera sua.

Non dormiva molto la sera a causa dei continui incubi che aveva, si stese sul letto e chiuse gli occhi per cercare di riposare.

"Kacchan!"

"Deku?"

"Ci alleniamo insieme oggi?"

"Cos- ma tu non sei in coma?"

"Si Kacchan... Non vedi come mi hai ridotto?"

Improvvisamente le sue mani diventarono sporche di sangue.

Deku inizió a sanguinare mentre si tenava il ventre con le mani.

"No Deku io... Non volevo.. Io.."

"Stai mentendo Kacchan, tu mi odi e mi hai fatto del male, non vedi?"

Sorrise prendendo le sue mani e mostrandogliele.

"Vedi, sono sporche del mio sangue, sei macchiato.. Sei segnato da qualcosa che non ti lascerà mai..."

"Il tuo destino é questo... Pagherai per avermi fatto soffrire cosí a lungo Kacchan.."

"Ricorda che peró io..."

"Ti amo"

Kastuki si risveglió sudato e agitato, non riusciva a ragionare lucidamente cercava di urlare ma non risciva.

Si sentiva in trappola, bloccato, si mise le ginocchia al petto e le braccia sulla testa stringendosi i capelli.

Era cosí fuori di sé che aveva perso il controllo del suo quirk, le mani avevano inziato a cacciare fumo fino a creare delle fiamme.

"Bakugou!"

Sentí delle urla, era Mina, che gli aveva bloccato i polsi.

Gli tiró uno schiaffo in pieno volto facendo "risvegliare" Katsuki.

"Idiota! Reagisci!"

"Lui non ti odia, non é colpa tua"

"Ti ha detto che ti amava!"

"Smettila Bakugou, và in ospedale a trovarlo, perché avete bisogno l'uno dell'altro, siete la fiamma di antrambi, siete quella scintilla che vi da la forza di continuare a combattere e fare sempre meglio!"

"Quindi Brutta testa di cazzo, per quanto sia difficile alza il culo e và da lui chiaro?!"

"Perché so... Che anche tu lo ami..."

Con quelle parole Katsuki si calmó del tutto e capí che doveva stare con lui fin quando non si sarebbe svegliato.

Doveva stare con lui...

Fino alla fine.

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Hola!
Scusate l'attesa, ma sono impegnata con gli studi e altre cose :'(
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! ^^

Sa~yo~na~ra. <33




𝐂𝐡𝐢𝐚𝐦𝐚𝐦𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐭𝐮𝐨 𝐧𝐨𝐦𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora