Carpe diem

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Esiste una linea sottile di demarcazione che intercorre tra apparenza e realtà, quasi trasparente, che unisce i due mondi fino a farli combaciare e renderne impossibile la distinzione. Questa linea spesso si lacera, facendo prevalere l'apparenza mentre la realtà rimane ignota; alcune volte però, il filo si spezza rivelandone la vera identità.

Draco Malfoy sapeva benissimo cosa significasse fingere davanti a quel tipo di società.

Aprile 1885, Londra.

Bussarono due volte alla porta della sua camera prima che facesse entrare sua madre, Narcissa, splendida nel suo abito blu notte e con una maschera bianca in mano.
La sua acconciatura era semplice: chignon basso legato con un nastro argentato e due ciuffi mossi lasciati sciolti per incorniciare il viso pallido le cui gote erano scarlatte.

"Sei pronto caro?" domandò al figlio poggiando piano i piedi. Draco odiava il rumore dei passi, gli rimbombava nella testa e non se ne usciva più.

"Quasi." rispose continuando a cercare di creare un nodo alla cravatta ma era come se le sue dita scivolassero su di essa fallendo ad ogni tentativo.

"Ti aiuto?" Draco odiava quando qualcuno gli chiedeva se volesse aiuto; detestava essere considerato incapace di svolgere qualcosa, dato che ha solo collezionato successi.

"No." borbottò iniziando ad innervosirsi. Narcissa sbuffò lievemente prima di avanzare verso di lui e fermargli le mani. "Dai, ti aiuto."

"Ho detto di no." ribadì guardandola negli occhi. La donna conosceva bene suo figlio, sapeva che non avrebbe cambiato idea ma il tempo scorreva e non poteva permettersi di fare ritardo al suo primo ballo in maschera.

"Faremo tardi."

"Che ci aspettino." borbottò secco, lasciando che sua madre afferrasse la cravatta. Narcissa lo fulminò con gli occhi ma poi capì che era solo ansioso.

"Non ti devi preoccupare, stasera dovrai solo essere te stesso e cercare moglie."

Cercare moglie, cercare moglie...questo era tutto quello che Draco doveva fare: sposarsi; questo era il suo unico obiettivo verso cui non nutriva nemmeno un po' di emozione; questo era ciò per cui era stato cresciuto e per cui avrebbe dovuto lottare e mettere su famiglia.
Ma qualcuno si è mai chiesto cosa volesse fare lui?

"Come se fosse uno dei miei problemi..." sussurrò e per fortuna sua madre non lo notò, anzi, sorrise ammirandolo dopo aver completato il nodo.

"Sei bellissimo." i suoi occhi brillavano come diamanti alla vista del suo amato Draco, il suo primogenito e unico figlio verso cui provava un senso di ammirazione e di orgoglio.
Già, Narcissa era orgogliosa di suo figlio.

Draco afferrò la sua bacchetta di legno di biancospino adagiata in un involucro di pelle nera prima di dare il braccio a sua madre e insieme scendere le scale mentre Lucius, con il suo bastone a forma di serpente che incuteva paura solo a sfiorarlo con le iridi, li aspettava davanti al portone d'ingresso del Manor.
Salirono in carrozza e si recarono presso il Palazzo Reale, luogo della festa.

In quel periodo c'era l'usanza di cercare mogli e mariti in celebrazioni di questo calibro alle quali potevano parteciparvi solo i ranghi più agiati e le famiglie più note. Spesso accadeva che ci fossero dei patti tra queste, in modo da unire le doti nuziali ed elevare il nucleo familiare ma Draco si oppose e volle lui stesso scegliere la sua dama nonostante non fosse uno dei suoi obiettivi.
Amava rimanere fino a notte tarda con i suoi amici in un pub, a ridere, a scherzare e a fare scommesse improponibili. Solitamente si recava nei match di pugilato per puntare su un giocatore e fare un po' di soldi oppure, nel fine settimana, andava a cavalcare con i suoi amici soggiornando nella tenuta di campagna dei Malfoy.
Partecipava attivamente alla vita di corte prendendo parte a innumerevoli incontri formali dove erano invitate solo gli esponenti più elevati della borghesia. E a lui piaceva questa vita fin quando ha dovuto metterla da parte ed entrare nel mondo degli adulti.

In the name of the family- Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora