Dimmi che non sono pazza nel camminare in ogni città e proiettare la tua presenza dalla mia mente, al vuoto incrocio accanto al mio.
Dimmi che non sono pazza a volerti pensare nonostante la sofferenza che ne scaturisce, perché solo questo masochismo mi permette di viverti da lontano.
Convincimi che non sono pazza nell'avvicinarmi consciamente ai luoghi della tua quotidianità, pur sapendo che il destino scappa da chi lo rincorre. Io lo so bene, ma la mante inganna i più deboli e li lascia in un'aurea di speranze riciclate.
Poi finalmente ti vedo ma il tuo sguardo è distratto da una nuova voce e la mia, si ritrae vicino al marcito cuore e insieme cadono come petali stanchi di un fiore che ha dimenticato il calore della luce.
Il nostro filo rosso si è accorciato per poco ed ha ripreso a crescere quando ha visto che non avevo più le forze per stringerlo.
Da lì, i giorni consumano e io inseguo piaceri fasulli, simili alle pronunciate promesse di un'infinita unione all' imbrunire dell'estate.
Ora ti prego chiamami folle perché ho sfiorato la tua anima, non avendo mai avuto il coraggio di toccarla.
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Pensieri consumati
Poesíaspesso mi ritrovo da sola a pensare in modo irrefrenabile e solo scrivendo la mia mente si alleggerisce.