Eigengrau.

18 0 0
                                    

La visibilità a quell'ora è profondamente ridotta per via dell'oscurità che avanza e che in breve tempo prende il completo possesso di tutto il paesaggio, ogni singola cosa che tocca viene inglobata nei suoi meandri, per poi essere rilasciata quando sarebbe spuntato un nuovo giorno.

A quello si aggiungono anche i lampioni malfunzionanti, i quali violano il silenzio del quartiere con il loro ronzare e le loro intermittenze continue; in molti si sono lamentati di questi malfunzionamenti, sebbene non sia una strada trafficata è doveroso avere apparecchiature che funzionano correttamente, ma già dopo il primo reclamo vennero abbandonati alle loro condizioni, lasciati lì a marcire, fino a quando non si sarebbero spenti completamente e lasciati per altre settimane aggiuntive al buio.

Su entrambi i lati della strada vi sono file e file e file di abitazioni: appartamenti, piccole case, persino qualche villa.
I giardini sono ben curati, splendidi fiori adornano i balconi e qualche statua di ottimo gusto regna nel cortile di qualche benestante. Il tutto è sobrio, tranquillo, all'apparenza. Non si può di certo comprendere cosa capita all'interno.

Prenderò un puro e semplice appartamento come esempio.

Un appartamento a tre piani, grigio; un piccolo cancelletto in ferro delimita la prima soglia d'entrata, conducendo ad un minuscolo vialetto, portante ad una seconda soglia, delimitata da un portone in vetro spesso.

Superata anche quella soglia, vi si trova automaticamente su di un comune pianerottolo con tre appartamenti, per un totale di dodici appartamenti completamente diversi fra loro, eppure così uguali all'estetica che il solo pensiero che vi siano effettivamente delle persone all'interno fa rabbrividire chiunque.

Vi sono appartamenti con famiglie ricche e famiglie povere; appartamenti con coppie, appartamenti con single, ed altri nei quali vi sono solo anziani.

Prenderò un appartamento casuale, mi benderò gli occhi e sceglierò, lasciandomi guidare dalla sorte.

Secondo piano, appartamento in fondo alle scale.

La porta è in legno ed è l'unica cosa che ci separa dalla scelta casuale. La attraversiamo e, ad accoglierci vi è un piccolo corridoio, che poi si dirama in una stanza enorme, un salotto. Vi sono un divano, due poltrone, un tavolino basso in vetro sul quale sono poggiati un pacchetto di sigarette, un accendino, un portacenere ed il telecomando del televisore; quest'ultimo sistemato accuratamente sotto gli scaffali di una piccola libreria.

La libreria non è adornata da libri come si è soliti immaginare dal suo nome, bensì da piccoli vasi di orchidee bianche e viola molto graziose, che rendono l'ambiente circostante raffinato, di un'estetica dal pallore sublime, fiori delicati ma micidiali, esattamente come coloro che vivono nell'appartamento e noi siamo i piccoli ospiti invisibili, che osservano il tutto, senza poter interferire.

Ma vogliamo davvero interferire?

Possiamo andare ovunque, ma possiamo soltanto guardare; certo, possiamo urlare, parlare, piangere, ridere, ma nessuno ci sentirebbe.

Improvvisamente il televisore si accende, su un canale casuale, il notiziario, tempo pochi secondi e il canale cambia, adesso vi è un documentario, ma anche questo viene lasciato alle spalle e così fino a quando non si spegne nuovamente, con un grugnito di delusione da parte di colui che aveva smorzato la quiete dell'ambiente.

"In televisione non c'è mai niente di interessante..." Borbotta, prendendo il pacchetto di sigarette, sfilandone una con i denti, per poi poggiarlo di nuovo e prendere tra le mani l'accendino, sprigionando una piccola fiamma arancione.

Ferite InfetteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora