Ho messo il mio cuore nelle tue mani, senza volerlo, per sbaglio. E tu non ci fai caso, lo lisci, lo stringi; lo usi come una pallina anti-stress e io mi contorco sotto la tua volontà: pendo dalle tue labbra - ma tu le mie labbra le guardi mai? Perché io ho perso le notti a disegnare le tue sulle mie, come se ci fossero cadute sopra, aggraziate divoratrici.
Non so se pesano di più le tue parole nella mia testa o le tue dita sulla mia pelle. Brucia tutto, dentro e fuori. Eterni, i tuoi sospiri e tocchi son finiti ancor prima del suono delle campane, il sipario è calato e io ancora non avevo realizzato di stare a teatro. Ti chiedo come stai, "Oh 'a Simò ne dobbiamo per forza parlare de 'sta roba", e lo so che mi hai solo usato. Sono un burattino di cui tu tiri i fili, tra le luci rosse e il gelo di Roma quando è notte. Però mi guardi ed è tutto okay; sorrido e mi sorridi pure te, allora non mi importa se brucio finché mi sorridi così.
E le so tutte a memoria le sfumature del tuo viso: quando bevi la birra, quando arrivi tardi in classe dopo che hai passato la notte in officina, quando ti incazzi, quando dormi, quando fai una battuta e ridi perché ridere è l'unica cosa che ti rimane. E quando parli delle cose che ti piacciono che ti si illuminano gli occhi (Dio mio, ma le stelle non stavano in cielo dico io?), però con quegli occhi lì te non ce parli mai di me.
Non sono innamorato, ma non so spiegare come il tuo sfiorarmi trasformi la mia carne in cera sciolta sul ciglio della strada. In una notte mi ridai la vita e me la togli di nuovo; non è successo nulla, non è cambiato niente, okay, ma baciami un'altra volta che mi manca l'aria. "Tutto come prima", ansimamelo all'orecchio e ci crederò, se vuoi.
Mi abbandoni, mi riprendi, mi cacci e mi rivuoi vicino a te e io non riesco a lasciarti andare perché ti voglio bene: mi sembra di star urlando, mi senti?
"Ci vuole un po' più d'amore", ma mi hai guardato mentre pronunciavi la sentenza della mia giornata? La vita mia è un castello di illusioni e noi due non siamo altro che due piante di mandarino cresciute male, i nostri terreni troppo aridi per poter germogliare. Ci vuole un po' più di acqua, un po' più di sole, un po' più d'amore.... E io darei tutto il mio a te, se solo me lo lasciassi fare, se solo ti lasciassi amare.
Eppure le tue storie d'amore hanno la resistenza dei fiori sotto ai temporali, tu mica ci pensi a me.
Dici che con me è diverso, ma il tuo è solo un perpetuo filosofare che mi toglie il fiato, tra il voler prenderti a pugni e il voler farmi spogliare dalle tue parole: denudami l'anima e con le tue carezze dalle fuoco, basta che imprigionati nelle fiamme ci siamo io e te, mi andrà bene così. Si va tutto bene così.
Ti rispondo "Si si, ho capito", ma la verità è che non ti sei capito nemmeno tu. Se parlo è solo per tenerti qui un altro po', per vedere se il fuoco brucia anche te.
Il cielo stellato sopra di noi, la legge morale dentro di noi, ma che me ne devo fare della legge morale e delle stelle quando tu vorresti essere nel suo di letto e non nel mio. Magari mentimi, mi piace il miele - forse fa meno male del sale sulle ferite.
Taeter morbus, l'amore mi consuma.
Non sei il mio tipo, dico, mentre nella mia testa ti sto chiamando amore.
Mi guardi, ridi; che dolore, il mio cuore.
Taeter morbus.
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Taeter Morbus
Teen Fiction"Taeter morbus, l'amore mi consuma. Non sei il mio tipo, dico, mentre nella mia testa ti sto chiamando amore. Mi guardi, ridi; che dolore, il mio cuore. Taeter morbus."