Tancaban aveva predisposto tutto fin dal principio, da quando aveva udito i brusii ai margini della foresta, che preannunciavano l'arrivo di un qualche omuncolo del villaggio. Voleva che tutto fosse perfettamente in ordine, come lo aveva pensato, allo scopo di godersi la reazione del povero malcapitato. Ecco quindi che nelle due ore precedenti al suo incontro con Mali si era dedicato con immensa cura ai gingilli del suo giardino. Prima aveva dato una spolverata ai vestiti sudici dei suoi compagni, li aveva pettinati, lavati come meglio poteva, e infine, una mano di bianco sui loro volti aveva garantito loro quel tocco di classe che un ospite di certo avrebbe apprezzato.
Aveva addirittura pensato di cambiare le corde che li tenevano sospesi, che ormai si stavano consumando, esposte com'erano alle intemperie della notte. Ma non ebbe tutto quel tempo. E poi, si sa, se fosse stato tutto impeccabilmente perfetto avrebbe di certo peccato di maniacalità. Lo spettacolo era pronto, tutti imbellettati per il fanciullo, che si apprestava a diventare loro amico.
Mali, dal canto suo, si era ormai tranquillizzato e stava incominciando a vedere nel capride che lo aveva catturato un individuo simile a tanti uomini che aveva conosciuto nella sua breve vita.
Per questo aveva deciso di seguirlo, sperando che la sua accondiscendenza avesse convinto il fauno a lasciarlo poi raccogliere le castagne da portare da suo nonno, che lo aspettava a casa.Tancaban e Mali si addentrarono nel bosco, ed è qui che per pó li lasceremo.
È opportuno, a questo punto, che voi sappiate cosa succedeva in un posto molto lontano, che nulla ha a che fare con la nostra storia, ma che da quella storia avrebbe tratto un nuovo destino.
Esisteva un paese chiamato Menigold, quasi ai confini del mondo, poco prima dei deserti ancestrali che gli anziani chiamavano "Terre dei teschi". Era un villaggio modesto, desolato, con poche casupole disposte intorno ad una torre dorata, con bellissimi merli dai quali cadevano gli stendardi della Lega dei Difensori. Avevano scelto quel posto, quell'oasi di pace e solitudine, dopo gli eventi di Thoria, tant'erano stati fiaccati. I 7 Difensori sopravvissuti vi dimoravano inermi da molto tempo, e lí, all'ombra del loro bisogno di riposo, trascorrevano una vita insulsa, spesa tra vino e prostitute, con tutti i loro tesori, effigie di un passato glorioso ormai lontano. Si dilettavano, illudendosi di aver ancora un peso nel mondo, discorrendo delle sorti dei regni che popolavano la nazione, vaneggiando su quanto il loro contributo avrebbe certamente avuto il potere di volgere le sorti di tali regni verso epoche migliori.
Con i loro prodigi e con le loro capacità, infatti, i 7 erano stati per lungo tempo considerati uno strumento utile e indispensabile al bene comune, che erano le società rette da re e regine che popolavano il mondo. Per questo motivo, avevano speso la maggior parte delle loro vite tra una corte e l'altra a prestare i loro servizi in cambio di una vita di agi ed elogi, trionfi e acclamazioni.Fino a Thoria.
Tra i 7 c'era una bambina, di nome Clarissa, nata subito dopo la costruzione della torre, e ormai prossima alla pubertà. Clarissa era bellissima, con i capelli gialli, il mento aquilino e gli occhi grandi, del colore del mare, che non aveva mai visto. Non le era consentito fare praticamente nulla, se non leggere i libri della ricca biblioteca del Professor Marion, che ormai erano diventati tutti uguali. Inutile dirvi quanto questa bambina avesse sviluppato un viscerale desiderio di evadere, vedere il mondo, e, per dirla con un po' di romanticismo, di vivere le avventure che da sempre avevano preso forma solamente nella sua testa.
- Clarissa, vieni! Forza! È tardi, e noi siamo in ritardo! Se non arriviamo in tempo per cena, ci toccherà prenderci cura dei cavalli, domani, e noi odiamo i cavalli! - così le aveva detto quella fosca sera di Novembre Thalassa, maga dei 7, signora della natura. Come sempre, Clarissa obbediva con reticenza, benché volesse continuare a leggere "Le avventure di Tom Bombadil", tra le sue preferite.
- Eccomi! Non sia mai, i cavalli! Corro! - rispose.
- Almeno stasera abbiamo la carne arrosto! E se la Signora Fluss è stata clemente, anche le sue fantastiche patate al forno! - disse Thalassa, cercando di tirare la fanciulla su di morale.
Le due avevano sviluppato negli anni un rapporto di profonda sintonia, alla stregua di due sorelle, anche se non condividevano lo stesso sangue. In realtà nessuna delle due conosceva la propria storia familiare, così voleva il sommo decreto dei Difensori. E quindi le due, che erano cresciute insieme, non sapevano che il legame che avevano stretto avesse quella forza che si trova solo in famiglia; se ne facevano carico e ne godevano la serenità, ma in alcun modo conoscevano quell'amore. Thalassa si era presa carico dell'istruzione di Clarissa, convenendo con i precettori che aveva assoldato, che fosse ancora presto per introdurre la ragazzina alle arti magiche. Tuttavia, ne ammirava l'arguzia, la curiosità, e aveva ottime aspettative per il futuro della ragazzina e della sua stirpe. Nel frattempo, lasciava che Clarissa formasse la sua mente nella ricchissima biblioteca della Torre, dove erano conservati sia volumi didattici che volumi di narrativa generale, con i quali i 7 si dilettavano nelle serate invernali.Quelle patate a cena non arrivarono mai, e i commensali furono costretti ad accontentarsi della carne... accontentarsi poi non proprio, che anche la carne era squisita. Dovettero però accontentarsi, e questa volta davvero, degli sproloqui di Xaris, capo dei Difensori, nume della mente e dell'anima, che in quei giorni era piuttosto irrequieto. Quella sera, nello specifico, si lamentava degli abitanti di Menigold, che continuavano ad arrivare al suo cospetto con parole di paura e disagio, causate, a quanto dicevano, da strane brezze di vento caldo, che giungevano dai deserti e stavano devastando il raccolto. Era convinto che i cittadini fossero ormai stanchi della vita a cui li aveva relegati dopo Thoria, e che la loro fiducia nei 7 stesse ormai vacillando.
- Ci toccherà andarci a prendere il cibo a Burnum, tra qualche tempo. Ve lo dico io! Non hanno voglia di lavorare e adesso hanno anche cominciato ad inventarsi le brezze del deserto. Mai sentita roba del genere! - così diceva Xaris, e poi lo ripeteva, e poi ancora, forse. Clarissa ormai non ascoltava.
- Sei stato tu a scegliere queste famiglie perché ci servissero. Dicesti di averle scelte perché conoscevi la loro dedizione e la loro lealtà. - lo canzonó subito Fannins, Difensore delle fonti di nutrimento.
- In realtà li ha scelti perché potessero tornargli utili. Una sopraffina sezione fra artigiani, contadini, prostitute, tutto quello di cui una degna ha bisogno per autosostenersi. Ma tu, Xaris, non conosci queste persone. Sbagli ad aspettarti sincera fedeltà da degli sconosciuti. - aggiunse Scualo, il Signore delle acque. Scualo era, tra tutti i commensali, il più vicino a Xaris; lo consigliava nei momenti difficili, aveva sempre una parola gentile per tirarlo su di morale, e nessuno potrai mai sapere di quali segreti egli fosse venuto a conoscenza.Gli altri fecero cenno al loro capo, mostrando di essere d'accordo con il loro compagno. Ma questo non atterriva Xaris, che anzi continuava a sproloquiare con toni sempre più accesi.
'Quanto si annoia'- pensò Clarissa. In fondo, la ragazza voleva bene a Xaris, benché tra tutti proprio lui fosse quello con cui faceva più fatica a relazionarsi. Le piaceva pensare che lui fosse suo padre, perché nei libri che leggeva fin da piccola quando un adulto si tiene a distanza da un bimbo di solito non vuole - o non puó - creare un legame, perché costretto da un qualche giuramento a celare la propria identità. Tuttavia, la piccoletta ogni volta tornava in sé e, oltre a sentire il vuoto che dentro di lei diventava sempre più grande, indossava il suo miglior sorriso e tornava alla sua vita.
Gli altri abitanti della torre, invece, erano tutti innamorati di Clarissa; non facevano altro che ripeterle quanto quel suo visino angelico facesse bene all'umore di tutti.
'Sei bellissima, Clarissa! Fortunato chi ti sposerà.' - diceva qualcuno.
' Vieni a raccontarci una delle tue meravigliose storie!' - diceva qualcun altro.
' Un giorno crescerai e potrai andare via. Con il tuo intelletto farai grandi così, angelo bello.' - le ripetevano.
E cosí, quel vuoto di cui prima vi dicevo si riempiva di amore, e per la ragazza diventava un poco più tollerabile.Finí di mangiare e salí in camera sua, nel punto più alto della torre, da dove aveva accesso al camminamento con i merli e gli arazzi. Uscendo dalla porta poté udire Thalassa introdurre un nuovo argomento di conversazione; colse parole come "la nostra inerzia", "torneranno", "patto", ma nella sua testa, indolenzita e poco interessata alle faccende da adulti, tali parole non erano interessanti e degne di attenzione.
Salendo le scale, fu attratta da una strana luce che emanava dallo studio di Funfolg, il funzionario della sicurezza della Torre. Clarissa era sempre stata una bambina curiosa, ancora di più nei confronti di Funfolg, che custodiva i segreti più riservati dei 7. Senza esitare si avvicinò, fino a vedere una grossa sfera lucente sospesa al centro della stanza, tanto lucente da nascondere nel suo bagliore il corpo, senza vita, del funzionario. Nella sfera si stava svolgendo una scena: un ragazzo di circa 20 anni, abbigliato come un cacciatore, correva in un bosco, forse gridava - i suoni erano impercettibili -, e all'improvviso Clarissa poté vederlo girarsi e trafiggere con una spada qualcuno che evidentemente lo stava inseguendo, lo stesso soggetto che proiettava l'immagine nella sfera tramite i suoi occhi.
Che non fosse un messaggio per i 7? Da parte di chi?
'È morto. Funfold é morto' - Clarissa era impietrita, spaventata.
Il suo primo istinto fu di gridare, ma si trattenne; anzi, con moto impetuoso, si avvicinò alla sfera e vi lèsse all'interno una grande forza, che mai aveva conosciuto e che la chiamava a sé. Era come se qualcuno volesse che lei intervenisse in quella scena, era un messaggio di speranza. Lei era la speranza.Toccó la sfera, e sparí.
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La via maestra
FantasyMarius è un giovane soldato dell'esercito di Bellendorf, una piccola città del nuovo regno di Re Buduick. Clarissa è una bambina orfana senza poteri, costretta a vivere in una Torre dorata insieme agli ultimi grandi maghi del Continente. Thalassa è...